Omicron, via mascherine e (progressivamente) restrizioni: cosa sta accadendo dalla Spagna alla Francia

Il Covid comincia ad arretrare e all'orizzonte si comincia a vedere il ritorno alla normalità. Dopo Danimarca e Regno Unito, sempre più Stati vanno verso un ritorno alla normalità pre-pandemia

Europa, partita la corsa all'abolizione delle restrizioni: ecco i Paesi con le nuove regole, via le mascherine all'aperto
Europa, partita la corsa all'abolizione delle restrizioni: ecco i Paesi con le nuove regole, via le mascherine all'aperto
di Francesco Padoa
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Sabato 5 Febbraio 2022, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 09:25

Ci siamo. La tanto agognata normalizzazione delle nostre vite, a meno di indesiderati colpi di scena,  appare all'orizzonte. Finalmente il Covid comincia ad arretrare, e i governi iniziano a parlare di riaperture. Di allentamento delle restrizioni. Di ridarci una vita non più "controllata". In Italia e in Europa si vede l'orizzonte, la pandemia si trasforma in endemia, i divieti vengono cancellati. In alcuni Paesi europei già sono in vigore le nuove regole, che poi sono "non regole", ovvero la normalità come era prima dell'era covid. Ogni zona dell'Europa è passata al rosso scuro nell'aggiornamento della mappa dell'Ecdc, il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, e questo potrebbe preludere ad un superamento del picco di Omicron in tutto il continente. Non a caso il direttore regionale dell'Oms Hans Kluge si è lasciato andare a previsioni più che ottimistiche. Il funzionario belga ha parlato di una «cessate il fuoco che potrebbe portarci ad una pace duratura» con il Covid-19.

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Stop a misure drastiche

Gli elementi a favore di questa prospettiva sono il «grande capitale accumulato in termini di immunità naturale e derivata dal vaccino», la fine della stagione fredda ed una «minore gravità di Omicron» rispetto alle altre varianti. Abbastanza da offrire ai governi «l'opportunità di assumere il controllo della trasmissione» del virus. Ed anche nel caso della comparsa di una «variante più virulenta», secondo Kluge sarà possibile una risposta «senza ripristinare le misure drastiche di cui abbiamo avuto bisogno finora». A patto certo di andare avanti con le vaccinazioni, soprattutto in Europa orientale, ancora indietro con la seconda dose. Al contrario, nei Paesi in cui si procede a buon ritmo, anche con le terze dosi, la prospettiva di un liberi tutti non è più un miraggio.

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Booster, ovunque resta la "salvezza"

Le terze dosi sono considerate un elemento chiave in tutta Europa per avvicinarsi alla fine della pandemia e abbandonare le ultime restrizioni.  Finora in Ue circa il 70% dei 450 milioni di abitanti ha ricevuto due dosi ma solo la metà il booster. In una fase in cui Omicron continua a correre, ha rilevato ancora l'Ecdc, il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, che nella sua mappa sulla diffusione del Covid ha segnato quasi tutte le zone in rosso scuro. È il caso ad esempio della Germania, dove i nuovi contagi hanno superato per la prima volta i 200mila, seppur con un calo dei decessi. In un Paese che continua ad essere indietro sulle immunizzazioni (il 74% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, molto meno di Italia, Francia e Spagna). L'efficacia dei booster per la riduzione dei ricoveri rafforza il fronte degli esperti che invocano cautela sulla quarta dose. Secondo il Consiglio francese per l'orientamento della strategia vaccinale (COSV), in questa fase non è necessaria, salvo per «le persone gravemente immunocompromesse». L'Ema nei giorni scorsi ha espresso lo stesso parere, mettendo in guardia dall'eccessivo ricorso ai richiami in un breve intervallo di tempo. Su questa linea, adesso, si è orientata anche Israele, primo Paese al mondo a somministrare la quarta dose, offrendola a tutta la platea degli over 60 (finora 600mila). Ma le autorità sanitarie hanno deciso che il secondo booster sarà esteso soltanto degli over 18 ad alto rischio e a distanza di almeno 4 mesi dalla terza iniezione.

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Italia, lunedì si cambia

Dunque l'unico punto fermo in ogni Paese è l'importanza della vaccinazione, unica certezza verso l'abolizione delle limitazioni. In Italia da lunedì scatteranno le nuove disposizioni, e cioè stop alle restrizioni per i vaccinati (anche in zona rossa), quarantene ridotte a scuola e soprattutto Green pass con "durata illimitata". Con l'ultimo decreto adottato dall'esecutivo, l'Italia pare finalmente pronta ad un'uscita graduale dalla pandemia. Ma vediamo, Paese per Paese, chi ha anticipato, seppure di poco, la svolta italiana, magari eliminando anche del tutto ogni restrizione, come quella dell'obbligo delle mascherine all'aperto. E' il caso della Spagna, dove da giorni calano i contagi e i ricoveri. Ma vediamo nel dettaglio la mappa europea delle "riaperture".

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Spagna, si decide martedì

Il governo spagnolo prevede di approvare nel prossimo Consiglio dei ministri, in programma per martedì 8 febbraio, un decreto che eliminerà l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto, come confermato ieri dalla ministra della Sanità, Carolina Darias, spiegando che gli indici epidemiologici «stanno migliorando». L'obbligo di indossare la mascherina all'aperto era stato reintrodotto in Spagna prima di Natale, mentre esplodevano i casi di Covid per l'espansione della variante Omicron del coronavirus. Il governo aveva presentato il provvedimento come una «misura provvisoria». Martedì scorso, quella direttiva sulla temporaneità, introdotta dal governo via decreto, è stata convalidata dal Congresso dei Deputati. La misura che autorizza a non usare più la mascherina dovrebbe entrare in vigore giovedì.

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Francia, solo "raccomandazioni"

Promesse dal governo il 20 gennaio scorso, sono scattate mercoledì in Francia le misure di alleggerimento delle restrizioni per la pandemia, mentre la quinta ondata dà segnali di calo ormai da una settimana. Dal 2 febbraio non è più obbligatorio indossare la mascherina all'esterno, resta soltanto la «raccomandazione» di indossarla quando «non è possibile il rispetto del distanziamento». Provvedimento molto atteso da tutto il mondo della cultura e dello sport, niente più limiti di accesso per i siti che ricevono pubblico, dagli stadi ai luoghi culturali, teatri, cinema e sale da concerto. Dovranno aspettare invece ancora due settimane le discoteche, che restano chiuse dal 10 dicembre. Infine, sempre da mercoledì, il telelavoro non sarà più obbligatorio per 3 o 4 giorni a settimana ma soltanto «raccomandato», senza precisazione del numero di giornate. Nonostante le consegne del governo, peraltro, il lavoro a distanza non era aumentato nel mese di gennaio.

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Danimarca, prima nella Ue

La Danimarca è diventata dal primo febbraio la prima nazione dell'Unione europea ad abolire tutte le misure anti Covid nonostante il numero record di contagi che ancora affligge un Paese deciso a far fronte alla variante Omicron solo affidandosi all'elevato tasso di immunizzazione dei suoi cittadini. Dopo un primo tentativo di abolire tutte le misure restrittive tra settembre e novembre 2021, Copenaghen prova di nuova a liberarsi delle mascherine, dei pass e delle orari ridotti per bar e ristoranti. E con l'abolizione dei limiti agli assembramenti al chiuso riaprono anche i locali notturni. Rimarranno in vigore solo le misure ai confini per l'arrivo nel Paese di persone non vaccinate provenienti da nazioni fuori dall'area Schengen. Intanto la Danimarca continua a registrare circa 40.000-50.000 nuovi casi al giorno, pari a quasi l'1% della popolazione di 5,8 milioni di abitanti. Oltre il 60% dei danesi ha ricevuto la dose booster del vaccino anti Covid rispetto ad una media Ue di poco inferiore al 45%. Incluse le persone che hanno contratto il virus di recente, le autorità danesi stimano che l'80% della popolazione sia protetta contro la malattia.

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Norvegia, solo distanza sociale

Dopo la Danimarca, anche la Norvegia revocherà la maggior parte delle misure anti- Covid ancora in vigore nel suo territorio con effetto immediato, in considerazione del fatto che la diffusione dei contagi al momento non sta mettendo a rischio la tenuta del sistema sanitario. Lo ha annunciato in una conferenza stampa il premier di Oslo, Jonas Gahr Stoere. In virtù di questo allentamento delle restrizioni, i ristoranti potranno tornare a servire alcolici dopo le 23, lo smart working non sarà più obbligatorio nei settori in cui era previsto e verrà rimosso anche l'attuale limite di 10 persone per le riunioni in abitazioni private. Rimane invece la raccomandazione al mantenimento del distanziamento sociale. Resta inoltre la possibilità di una reintroduzione delle misure in futuro in caso di necessità, ha precisato il premier norvegese.

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Svezia, a casa solo i sintomatici

La Scandinavia si muove compatta e in sintonia verso l'abrogazione delle restrizioni. Dopo Danimarca e Norvegia, anche la Svezia interviene in questa direzione: dal 9 febbraio saranno praticamente rimosse tutte le restrizioni anti covid. «È tempo di riaprire la Svezia, la pandemia non è finita ma è entrata in una nuova fase», ha detto giovedì la primo ministro Magdalena Andersson, annunciando la fine delle restrizioni grazie all'alto numero di vaccinazioni e la minor gravità delle infezioni dovute alla variante omicron. Inoltre, ha sottolineato, malgrado l'alto numero di contagi, i ricoveri in terapia intensiva sono stabili. A partire da mercoledì prossimo, decadono le restrizioni imposte a bar e ristoranti così come viene abolito il tetto massimo di partecipanti ad eventi pubblici. Infine non verrà più raccomandato di indossare la mascherina sui trasporti pubblici affollati. Rimane la raccomandazione per le persone non vaccinate a non frequentare luoghi affollati e a rimanere a casa in presenza di sintomi. Misure anti contagio rimangono in vigore in ospedali e case di riposo.

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Gran Bretagna, si punta solo sulle vaccinazioni

Via le mascherine ed il green pass: sono questi i due segnali più forti del ritorno al liberi tutti in Gran Bretagna, dopo la lunga fase di emergenza legata al Covid. Come da programma, in Inghilterra è scattata l'ultima fase della revoca delle restrizioni, mentre le altre nazioni del Regno si stanno gradualmente allineando. Prove di ritorno alla normalità, fortemente auspicata dal governo, grazie al successo nella campagna vaccinale e delle terze dosi. Booster decisivi per l'abbattimento dei ricoveri, e che hanno convinto anche Israele a contenere la platea per la quarta dose: solo agli adulti ad alto rischio e agli over 60. Il 27 gennaio 2022 era la data scelta da Londra per abbandonare il piano B delle restrizioni che era stato adottato dopo l'impennata di Omicron. E si è tornati al piano A, fondato sulle vaccinazioni, a fronte di una diminuzione dei nuovi contagi e con ricoveri ai minimi da mesi. Così gli inglesi hanno ripreso ad andare nei negozi ed a prendere i mezzi pubblici senza obbligo di mascherina, è sparita l'imposizione dello smart working come anche il tetto alla visite nelle case di cura. Archiviata anche la (breve) parentesi del mini Green Pass vaccinale per discoteche ed eventi di massa. Obblighi sostituiti da raccomandazioni a tenere comportamenti responsabili, perché il virus continua a circolare. Tutto questo è stato possibile grazie ad vaccini, che fanno dei britannici i capofila in Europa con 37 milioni di booster somministrati. E che «stanno restituendo più libertà a questo Paese», ha sottolineato il ministro della Salute Sajid Javid.

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