Israele-Iran, chi ha condotto l'attacco su Esfahan? Il ruolo degli oppositori interni di Teheran (e il possibile appoggio)

È possibile che l'attacco sia partito da una zona interna ai confini dell'Iran

Iran, il complicato scenario di Isfahan: tra attacchi e presunti appoggi interni al raid israeliano
Iran, il complicato scenario di Isfahan: tra attacchi e presunti appoggi interni al raid israeliano
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Venerdì 19 Aprile 2024, 13:34 - Ultimo aggiornamento: 19:31

Israele ha deciso di rispondere all'attacco iraniano dello scorso sabato e lo ha fatto colpendo Isfahan, città dall'inestimabile valore storico e culturale, diventata negli ultimi anni uno dei principali teatri di contesa nel Medio Oriente. La serie di eventi sospetti e attacchi nel tempo rivela un complesso scenario di guerra non convenzionale, che potrebbe nascondere qualcosa in più rispetto al semplice scontro tra due paesi. Nonostante gli Stati Uniti siano convinti che la responsabilità dell'attacco di oggi (19 aprile) sia da attribuire a Israele, è possibile che quest'ultimo non abbia agito da solo e che sia stato supportato da alcuni oppositori interni al regime iraniano. È addirittura possibile che l'attacco sia partito da una zona interna ai confini dell'Iran.

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I precedenti

Isfahan è considerato un polo fondamentale non solo per la sua capacità di ospitare basi aeree e nucleari iraniane, ma anche come simbolo dell'avanzamento tecnologico del paese. Gli attacchi, quindi, possono avere scopi sia pratici che simbolici, minando la sicurezza interna e dimostrando la vulnerabilità di Teheran.

Tornando indietro al novembre 2011, Isfahan è stato teatro di esplosioni, ufficialmente motivate come semplici esercitazioni militari, mentre voci non confermate hanno parlato di veri e propri attacchi a strutture sensibili. La totale incertezza è stata alimentata da altri “incidenti”, inclusi un incendio nel 2020 in una centrale elettrica e un grande rogo nel 2021, che ha colpito un impianto utilizzato per la produzione di droni e munizioni.

I separatisti interni

Il 28 luglio 2022 sono state arrestate presunte spie del Mossad, identificate come separatisti curdi: da qui è nata l'ipotesi di un sostegno a Israele da parte di elementi dissidenti interni all'Iran. Questa accusa è stata rinnovata in occasione di un episodio simile, il 14 ottobre dello stesso anno, quando sono stati arrestati altri sospetti oppositori interni, legati al Kurdistan, accusati di sabotaggi e progettazione di attentati. 

L'attacco di oggi (19 aprile)

Arriviamo a oggi, 19 aprile 2024. Israele decide di reagire all'attacco della scorsa settimana e lo fa proprio a Isfahan, sul cui territorio sono stati abbattuti tre droni. Anche in questo caso, non è da escludere il coinvolgimento di qualche elemento interno, qualcuno appartenente a una stessa cellula coinvolta in tutti gli strani “incidenti” e attacchi avvenuti a Isfahan. Le autorità iraniane sono a lavoro per verificare la possibile presenza di una rete interna predisposta a collaborare con con i nemici di Teheran, in questo caso proprio con Israele. È addirittura possibile che l'attacco sia partito da dentro l'Iran, dal momento che i radar non hanno segnalato alcun ingresso sospetto nello spazio aereo iraniano: se questo scenario dovesse essere confermato, gli oppositori interni sarebbero più che dei semplici fiancheggiatori, ma potrebbero essere i veri esecutori materiali dell'invio di droni. 

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