Le stesse armi che hanno seminato il terrore tra i soldati americani in Iraq. Gli ordigni esplosivi di Hamas - trovati dai soldati israeliani dopo l'attacco dello scorso 7 ottobre - fanno temere che, se le forze dello Stato ebraico invadessero Gaza, l'esercito di Netanyahu dovrebbe innanzitutto affrontare i rischi e i pericoli della micidiale "bomba mortale improvvisata". I cosiddetti “Efp” (explosively formed penetrator) sono semplici ordigni artigianali in grado però di scatenare l'inferno. Nascosti nei tunnel di Hamas, e tra le strade di Gaza, rappresentano uno dei maggiori pericoli per i mezzi e per le truppe di Israele. A fugare ogni dubbio sul loro possibile utilizzo da parte dei terroristi è stato un video, diffuso dalle Forze di difesa israeliane (Idf), che ha mostrato le armi sequestate ai terroristi dopo i raid e usate durante l'assalto contro Israele. Gli Efp, mai visti finora in Medio Oriente, si sono rivelati gli esplosivi più letali contro le forze americane in Iraq, quelli che hanno fatto a pezzi truppe e mezzi corazzati. Secondo l'Idf il filmato dove compaiono razzi, missili, mine e granate, mostra solo una parte dell'arsenale utilizzato dai terroristi.
Ordigni esplosivi improvvisati
Efp sta per “explosively formed penetrator” e altro non è che un esplosivo di penetrazione, artigianale e inventato in Iran.
Efp, bombe micidiali e pericolose
Le munizioni degli Efp, con una portata di 12 metri, sono estremamente precise e altamente distruttive a corto raggio. Possono perforare spesse lamiere di mezzi blindati e muri, causando danni gravi al personale umano a causa delle schegge di rame scagliate durante l’esplosione. «Tra il 2005 e il 2011 - ha spiegato il Washington Post - questi ordigni hanno causato la morte di 196 soldati delle truppe statunitensi su un totale di 4.000 morti, ferendone altri 900». È quasi certo che Hamas abbia disseminato gli “EFP” nei suoi tunnel e sulle strade della Striscia di Gaza, in corrispondenza dei punti di accesso che verranno poi utilizzati dalle forze di difesa israeliane per un’eventuale invasione su larga scala. Nonostante le truppe dello Stato ebraico siano consapevoli e preparate è estremamente difficile evitare questi esplosivi in piccoli spazi nelle città devastate o durante le operazioni di ricognizione dei tunnel. La preoccupazione tattica legata alle conseguenze di questi ordigni sulle truppe di fanteria sarebbe uno dei motivi per i quali l‘attacco di terra da parte di Israele non è ancora partito, come confermato dall’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, Daniel Kurtzer. A evidenziarlo sono stati anche gli analisti: «Tra le molte sfide che l'Idf dovrà affrontare in una campagna di terra a Gaza ce n’è una che abbiamo temuto quotidianamente in Iraq: l'ordigno esplosivo iraniano Explosively formed penetrator» ha scritto su X John Spencer, capo del dipartimento di Studi sulla guerriglia del Modern war institute.