Profughi ucraini come i No vax: ecco cosa potranno fare in Italia (dopo il test antigenico obbligatorio)

Il Ministero della Salute ha diffuso un documento ufficiale con le regole da seguire

Profughi ucraini come i No vax: ecco cosa potranno fare in Italia (dopo il test antigenico obbligatorio)
Profughi ucraini come i No vax: ecco cosa potranno fare in Italia (dopo il test antigenico obbligatorio)
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 4 Marzo 2022, 15:26 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 10:02

Le regole sul Green pass varranno anche per i profughi ucraini. C’è una sola eccezione: coloro che sono immunizzati con un vaccino non riconosciuto da Ema, possono utilizzare i servizi in cui è richiesto il Green pass rafforzato (ad esempio treni e aerei) ma eseguendo un tampone in precedenza. Ovviamente queste regole valgono per la quotidianità, discorso differente per l’accoglienza di chi entra in Italia, a cui comunque sarà eseguito un test antigenico e sarà data la possibilità di vaccinarsi se non lo hanno fatto nel loro Paese.

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Ad esempio la Regione Lazio utilizza l’hub di stazione Termini per consentire ai cittadini in fuga dall’Ucraina di vaccinarsi. Ma c’è un altro problema, soprattutto tra i bambini: la vaccinazione per altre malattie infettive come la polio e la pertosse. «Da quello che sappiamo - spiega l’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato - purtroppo c’è una percentuale bassissima di vaccinazione tra i bambini e proprio di recente c’è stato un focolaio di polio in Ucraina. Vogliamo aiutarli, per questo abbiamo schierato 186 pediatri di libera scelta che si adopereranno per ricostruire la storia vaccinale di questi bambini che fuggono dall’orrore della guerra. Per assisterli faremo il massimo». 

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Il Ministero della Salute ha diffuso un documento, firmato dai dirigenti Giovanni Rezza (Prevenzione sanitaria) e Andrea Urbani (Programmazione sanitari), inviato alle Regioni. Spiega: «In relazione alla crisi in corso in Ucraina e in previsione dei conseguenti fenomeni migratori verso il nostro Paese, si prega di voler allertare le Aziende Sanitarie Locali ai fini della individuazione e della predisposizione di risorse necessarie all’esecuzione di test diagnostici - tamponi oro/rinofaringei antigenici e molecolari- per infezione da SARS-CoV-2 ed alla somministrazione di vaccini anti-COVID-19 ed altre vaccinazioni di routine per tale popolazione a rischio. Le ASL dovranno, inoltre, assicurare le necessarie attività di sorveglianza, prevenzione e profilassi vaccinale anche in relazione alle altre malattie infettive». In sintesi: bisogna verificare che chi entra in Italia non sia positivo (in quel caso ovviamente non gli si nega la possibilità di mettersi in salvo nel nostro Paese ma dovrà restare isolato come succede a qualunque cittadino italiano), ma bisogna anche valutare l’avvenuta vaccinazione per altre patologie differenti dal Covid. Il test verrà eseguito a chi non ha il Green pass, dunque non è vaccinato.

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Al Ministero della Salute spiegano che «la copertura vaccinale per COVID-19 in Ucraina si aggira intorno al 35 per cento della popolazione, rappresentando una fra le più basse in Europa». I vaccini autorizzati in Ucraina corrispondono a quelli autorizzati dall’Ema o equivalenti (Pfizer, J&J, AstraZeneca e Moderna), a cui si aggiunge però il vaccino cinese Coronavac (Sinovac). «Nell’ambito della presa in carico sanitaria - spiega il documento - si raccomanda di offrire la vaccinazione anti SARS-CoV2/COVID-19, in accordo con le indicazioni del Piano nazionale di vaccinazione anti SARS-CoV-2, a tutti soggetti a partire dai 5 anni di età che dichiarano di non essere vaccinati o non sono in possesso di documentazione attestante la vaccinazione, comprensiva della dose di richiamo (booster) per i soggetti a partire dai 12 anni di età». Ancora: «Per quanto riguarda le vaccinazioni di routine, si segnalano notevoli criticità dovute alle basse coperture vaccinali e al recente verificarsi di focolai epidemici, come l’epidemia di morbillo nel 2019 e il focolaio di polio iniziato nel 2021 e tutt’ora in corso nel paese. Tale situazione affonda le radici in anni di difficoltà organizzative e di approvvigionamento di vaccini, oltre che in una lunga storia di esitazione vaccinale nel paese, ampiamente diffusa sia nella popolazione generale che fra gli operatori sanitari». In sintesi: ai cittadini ucraini sarà data la possibilità di vaccinarsi sia contro il Covid, sia contro una lunga lista di patologie come polio, pertosse, morbillo e difterite.

 

Bene, ma cosa succede se il profugo rifiuta il vaccino? Nell’Europa dell’Est c’è molta diffidenza nei confronti delle vaccinazioni anti Covid e anche la Russia, nonostante la propaganda sullo Sputnik, ad esempio ha una bassa percentuale di vaccinati, attorno al 50 per cento, e un altissimo numero di decessi. Una volta entrati nel nostro Paese e una volta garantita l’accoglienza non ci saranno altre sostanziali eccezioni rispetto alle regole in vigore in Italia che andranno, con la fine dello stato di emergenza (31 marzo) ad allentarsi: dunque, fino a quando sarà in vigore l’obbligo di Green pass al ristorante varrà anche per gli ucraini.

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