Covid, l'incubo della Gran Bretagna, lockdown bis per 10 milioni

Covid, l'incubo della Gran Bretagna, lockdown bis per 10 milioni
di Cristina Marconi
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Venerdì 18 Settembre 2020, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 10:30

Dalla mezzanotte di ieri ad altri due milioni di cittadini, stavolta del Nord Est dell'Inghilterra, sono state applicate le misure restrittive più drastiche contro il coronavirus viste nel Regno Unito dalla primavera scorsa: complessivamente ora sono 10 milioni (su 66) le persone interessate al lockdown. Niente contatti al di fuori dei nuclei familiari, neppure nei parchi o per strada, inviti a casa o in giardino assolutamente vietati, locali chiusi dalle 10 di sera alle 5 e, durante gli orari di apertura, niente servizio al bancone ma solo al tavolo: le nuove restrizioni nei Comuni di Newcastle e Sunderland, nonché nelle aree del Northumberland, di North e South Tyneside, che si aggiungono a quelle reintrodotte nelle settimane scorse in città come Birmingham, Bolton o Leicester. Il tutto per evitare di arrivare al temutissimo lockdown completo pur in una situazione difficile ovunque, che ha imposto a tutto il paese di limitare i contatti sociali a sei persone al massimo. Tornano a temere anche i londinesi. Nella Capitale infatti i casi sono raddoppiati negli ultimi 15 giorni e ora si inizia a ragionare sull'estendere il blocco anche alle rive del Tamigi.

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IL DISCORSO
Davanti ai «preoccupanti tassi di contagi» del Nord Est, il governo si è trovato costretto ad agire per tenere sotto controllo una regione da due milioni di persone, secondo quanto dichiarato dal ministro della Salute Matt Hancock, che alla camera dei Comuni ha spiegato come Sunderland abbia un 103 casi ogni 100mila abitanti, con le altre sei località coinvolte Newcastle, Northumberland, North Tyneside, South Tyneside, Gateshead e County Durham - appena al di sotto. In totale, sono dieci milioni i britannici che al momento vivono costretti da forme straordinarie di restrizioni per combattere contro un virus che ha ucciso più di 41 mila persone nel paese.
«I dati dicono che dobbiamo intervenire ora», ha spiegato Hancock, che ha rivelato come il numero di pazienti sottoposti a respirazione artificiale sia salito per la prima volta da giugno scorso sopra quota 100 in tutto il paese.
TEST E ASINTOMATICI
L'impennata dei contagi giunge in un momento in cui nel Regno Unito la situazione dei test si sta dimostrando particolarmente difficile, svelando ancora una volta una gestione caotica da parte del governo di Boris Johnson: non ce ne sono a sufficienza e i laboratori non sono in grado tenere il ritmo, con il risultato che le code sono lunghe e solo chi ha almeno un sintomo evidente è invitato a presentarsi nei centri, con buona pace degli asintomatici che rappresentano una delle incognite più gravi di questa pandemia. Mercoledì il numero di casi confermati nel Regno Unito è salito a 3991, contro i 2434 di dieci giorni fa, e ci sono stati 21 decessi. La direttrice del programma di test e tracciamento, Dido Harding, ha ammesso che la domanda di tamponi in tutto il paese è tra le tre e le quattro volte superiore rispetto alla disponibilità, pari a 242,817 unità. Con i contagi in aumento in tutto il paese, è comunque al Nord, più povero, che la situazione, nonostante i piccoli lockdown locali e di varia intensità in corso da settimane, continua ad essere più grave. A Bolton, cittadina nei pressi di Manchester dove dal 9 settembre i ristoranti possono fare solo takeaway, i contagi sono aumentati e sono arrivati al di sopra dei 200 casi ogni 100mila abitanti, rispetto ai 152 della settimana scorsa.

MANCHESTER
Ma è nell'intera regione di Manchester che la situazione continua ad essere incandescente, con rischi pesanti per un centro economico importante. Le testimonianze dei medici parlano di un'età media dei positivi in costante aumento, dopo che i primi contagi avevano riguardato soprattutto i 18-30enni, più coinvolti dalla vita notturna della città. In Galles, dopo Caerphilly, anche il piccolo comune di Rhondda Cynon Taf è stato messo in lockdown e agli abitanti è stato proibito di entrare e uscire tranne che per ragioni di studio o di lavoro. I contagi sono riconducibili, secondo le autorità locali, ad alcuni focolai tra cui una squadra di rugby, una gita alle corse dei cavalli di Doncaster e alcuni pub visitati dalla comitiva.

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