Covid, in Cina addio «casi zero», torna la paura: nuovi contagi, test a milioni di persone e scuole chiuse. Il presidente Xi: «Codici QR per viaggiare»

Covid, in Cina torna la paura: nuovi casi interni, test a milioni di persone e scuole chiuse
Covid, in Cina torna la paura: nuovi casi interni, test a milioni di persone e scuole chiuse
di Michele Galvani
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Lunedì 23 Novembre 2020, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 07:51

In Cina torna la paura del Covid. Le autorità cinesi infatti, stanno testando milioni di persone, imponendo blocchi e chiudendo le scuole dopo che la scorsa settimana sono stati scoperti diversi casi di coronavirus trasmessi localmente in tre città del Paese. Un record negativo, che non si registrava da mesi. Con l'abbassamento delle temperature infatti, sono in atto misure su larga scala nelle città di Tianjin, Shanghai e Manzhouli, nonostante il basso numero di nuovi casi rispetto agli Stati Uniti e ad altri paesi che stanno assistendo a nuove ondate di infezioni. Molti esperti e funzionari governativi hanno fatto sapere che la possibilità di diffusione del virus «sarà maggiore durante la stagione fredda». Recenti riacutizzazioni hanno dimostrato che esiste ancora il rischio che il virus ritorni, nonostante sia ampiamente controllato in Cina. Uno smacco, per il Paese che si è vantato per mesi di essere a «casi zero».

Lunedì, la Commissione sanitaria nazionale ha segnalato due nuovi casi trasmessi localmente a Shanghai nelle ultime 24 ore, portando il totale a sette da venerdì. La Cina ha registrato 86.442 casi totali e 4.634 decessi da quando il virus è stato rilevato per la prima volta a Wuhan alla fine dell'anno scorso.

Gli ultimi due casi confermati a Shanghai sono stati stretti contatti di un altro lavoratore aeroportuale a cui è stato diagnosticato il virus all'inizio di novembre. Domenica sera, l'aeroporto internazionale di Pudong della città ha deciso di testare i suoi lavoratori, raccogliendo 17.719 campioni nelle prime ore del lunedì mattina. Il piano richiede di testarne altri nelle comunità circostanti se vengono rilevati ulteriori casi.

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I video sui social media presumibilmente dei lavoratori hanno mostrato quelle che sembravano essere scene caotiche all'aeroporto mentre ricevevano ordini dell'ultimo minuto di sottoporsi al test. Nei video, si vedono persone in piedi in grandi gruppi che spingono avanti e indietro contro funzionari in tute ignifughe. Shanghai è stata più selettiva con i test di massa, prendendo di mira le persone associate a un luogo particolare, come l'aeroporto o l'ospedale in cui ha lavorato qualcuno che è risultato positivo al test, piuttosto che un intero distretto. A Tianjin, gli operatori sanitari hanno raccolto più di 2,2 milioni di campioni per i test dai residenti nel nuovo distretto di Binhai, dopo che la scorsa settimana sono stati scoperti cinque casi trasmessi localmente. A Manzhouli, una città di oltre 200.000 persone, le autorità sanitarie locali stanno esaminando tutti i residenti dopo che sabato sono stati segnalati due casi. Hanno anche chiuso tutte le scuole e i luoghi pubblici e hanno vietato le riunioni pubbliche come i banchetti.

Qr code per viaggiare

Il presidente cinese Xi Jinping nel frattempo ha esortato il mondo a creare e utilizzare un sistema di codici QR per aiutare a stabilire lo stato di salute dei viaggiatori e aprire i viaggi internazionali durante la pandemia. Durante il vertice virtuale del G20, il leader cinese ha chiesto un «meccanismo globale» che preveda il riconoscimento internazionale dei certificati sanitari sotto forma di codici QR per consentire alle persone di viaggiare liberamente. Ma il sistema è stato criticato da gruppi internazionali per i diritti umani che avvertono che i codici potrebbero essere usati per «un più ampio monitoraggio politico ed esclusione».

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La storia

La Cina ha fatto ricorso al suo pesante approccio ogni volta che si riscontravano nuovi casi di trasmissione locale - chiudendo scuole e ospedali, chiudendo comunità residenziali e interi quartieri e testando milioni di persone. Le autorità di Tianjin hanno chiuso un asilo e trasferito tutti gli insegnanti, la famiglia e gli studenti in uno spazio di quarantena centralizzato. Hanno anche sigillato il complesso residenziale in cui sono stati trovati cinque casi. La Cina ha bloccato Wuhan, dove sono stati segnalati i primi casi, per più di due mesi, proprio per contenere il virus, con il governo locale che ha chiuso tutto il traffico e confinato i residenti nelle loro case. A livello nazionale, tuttavia, la Cina ha definito la sua strategia "clear to zero" e si è vantata del suo successo. «In tutto il mondo, solo la Cina ha la capacità di arrivare a zero. Altri paesi non hanno questa capacità», ha detto Zeng Guang, il capo epidemiologo del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, in un webinar ospitato dai media cinesi poco tempo fa. Evidentemente non aveva fatto i conti con una nuova possibile ondata. 

 

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