Coronavirus, in Portogallo l'epidemia al contrario: più colpiti i giovani e le donne

Una strada deserta di Porto
Una strada deserta di Porto
di Elena Marisol Brandolini
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Mercoledì 1 Aprile 2020, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 11:50

Il Portogallo cominciò a preoccuparsi per il coronavirus quando, alla fine del mese di febbraio, giunse la notizia del contagio dello scrittore cileno Luis Sepúlveda, che vi aveva soggiornato per una settimana ospite di un festival internazionale di letteratura. Il primo caso nel paese lusitano fu accertato il 2 marzo, una settimana dopo la Spagna.

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E il primo ministro António Costa, il 13 marzo, quando ancora i contagi erano 78, dichiarò lo Stato di allerta, contemporaneamente allo Stato di allarme dichiarato dal presidente spagnolo Pedro Sánchez. Accompagnato dalla restrizione della mobilità delle persone, la chiusura degli esercizi pubblici con l’esclusione di alimentari e farmacie, le misure di sostegno al lavoro e alle imprese, la promozione del telelavoro e, ultimamente, la regolarizzazione dei migranti senza permesso di residenza per garantire loro i diritti riconosciuti a tutti i cittadini portoghesi.
 



L'INCREMENTO
Da allora l’epidemia è andata progredendo in Portogallo,  ma con numeri differenti dal vicino iberico e soprattutto con una evoluzione in parte anomala rispetto al resto dei paesi europei. Al 31 marzo, i casi di contagio confermati sono 7.443 e i decessi 160. Un’epidemia che appare contenuta per dimensioni: i contagi interessano appena lo 0.07% della popolazione (di circa 10.200.000 abitanti) e le morti sono il 2,1% dei contagi; mentre in Spagna, i contagi rappresentano lo 0,2% della popolazione (di oltre 46.700.000 abitanti) e le vittime sono l’8,7% delle persone contagiate. Anche se, la Direzione Generale della Salute portoghese segnala che ci sono migliaia di casi ancora non confermati e sotto osservazione, tra cui le oltre 4.600 persone in attesa del risutato del test. Ma le differenze con la Spagna – magari solo dovute a modalità di calcolo o alla struttura della popolazione - non si limitano all’incidenza dell’epidemia e della mortalità, anche se con quest'ultima potrebbero avere una qualche relazione.

LE DIFFERENZE
Se infatti si osserva la struttura dei casi per classi di età, si scopre come sia soprattutto la popolazione entro i 60 anni la più colpita dal Covid19 in Portogallo, ben il 65,5% del totale dei contagi e con una prevalenza dell’infezione tra le donne piuttosto che tra gli uomini di circa 10 punti (il 45,1% dei contagiati sono uomini, contro il 54,9% di donne), dovuta in particolare a un addensamento dei casi femminili proprio nelle classi di età fino a 60 anni. Sono dati differenti da quelli degli altri paesi europei, in cui in generale la malattia colpisce di più gli uomini nelle fasce di età più avanzate, o dove comunque non avviene il contrario come invece in Portogallo.

In Spagna, per esempio, c’è un sostanziale equilibrio di casi fino e oltre i 60 anni e nell’incidenza della malattia tra uomini e donne. I decessi, invece, come ovunque, anche in Portogallo riguardano soprattutto le classi di età più elevate, per entrambi i sessi.
 

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