Coronavirus, la "leggerezza" di Londra fa paura: la Regina si toglie i guanti e stringe le mani

Coronavirus, la "leggerezza" di Londra fa paura: la Regina si toglie i guanti e stringe le mani
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Giovedì 12 Marzo 2020, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 11:54

Nel Regno Unito ieri risultano 456 casi positivi al coronavirus, 83 in più rispetto al giorno precedente. Otto i decessi nel paese, mentre altri due britannici sono morti all'estero. Eppure la Gran Bretagna, al contrario di altri Paesi, non sembra ancora aver adottato misure stringenti per fronteggiare l'emergenza. Il Servizio sanitario inglese ha annunciato che intende aumentare fino a 10mila il numero dei test effettuati in un giorno, rispetto agli attuali 1.500. 
Ma gli italiani che vivono nel Regno Unito hanno  paura della leggerezza con cui i britannici stanno affrontando l'emergenza.

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Agli italiani in arrivo nel Regno Unito è stato consigliato di mettersi in auto-isolamento. Il Foreign Office ha avvisato tutti i cittadini britannici che si trovano in Italia di fare rientro in patria, se le ragioni del loro viaggio non sono indispensabili.  Johnson lunedì aveva ventilato l'ipotesi di quarantena per tutti coloro con febbre o una lieve infezione delle vie respiratorie, precisando però che la misura non sarebbe stata attuata immediatamente, ma nel giro di un paio di settimane.



La stessa regina Elisabetta, 94 anni fra un mese, ieri è ricomparsa per un incontro pubblico a Buckingham Palace e in piena emergenza globale coronavirus è tornata a stringere le mani. Non solo: la sovrana britannica, come hanno notato i media, ha rinunciato anche a indossare i guanti, cosa che aveva fatto invece in una precedente occasione la settimana scorsa. I due gesti sono stati interpretati come il segno della volontà di non trasmettere panico ai sudditi, anche a costo di sottrarsi a una precauzione. Elisabetta II è stata fotografata in particolare mentre stringeva le mani a Mark Compton, Lord Priore dell'Ordine di San Giovanni, ricevuto a palazzo; stretta di mano evitata viceversa alla cerimonia di benvenuto alla nuova alta commissaria dello Sri Lanka nel Regno, rappresentante di un Paese del Commonwealth. Le autorità sanitarie britanniche hanno raccomandato, come altrove, speciale cautela alle persone anziane rispetto al possibile contagio. E in generale hanno sconsigliato contatti troppo stretti fra le persone per ragioni d'igiene. Lo stesso Boris Johnson, che fino a pochi giorni fa aveva rivendicato di continuare a stringere le mani, era stato invitato a non farlo lunedì con la regina stessa o con alcuno degli altri ospiti alla solenne celebrazione del Commonwealth Day nell'Abbazia di Westminster. Invito cui il premier si è poi attenuto al pari di tutti i dignitari presenti: dal principe Carlo, esibitosi in un namasté di sapore orientale, al principe Harry, che aveva preferito un saluto gomito contro gomito. 



A Liverpool ieri sera si è giocato a porte aperte contro l'Atletico Madrid per una decisione della Uefa. E proprio il manager del Liverpool Jurgen Klopp si è arrabbiato con alcuni tifosi che volevano salutarlo stringendo mani ricordandogli di tenersi a distanza, poiché il coronavirus minaccia di rovinare il calendario sportivo mondiale.


Il Parlamento britannico «resta aperto», almeno per ora. Lo ha confermato il ministro della Sanità, Matt Hancock aggiornando i deputati sull'emergenza coronavirus dopo la dichiarazione di pandemia dell'Oms e il contagio della prima esponente del governo Johnson: la viceministra della Sanità, Nadine Dorries. Hancock ha detto di essersi coordinato con gli speaker delle due Camere e di essere intenzionato a continuare a farlo sugli sviluppi della situazione, e di voler vedere l'opposizione laburista, ma di non valutare ad oggi necessaria la chiusura precauzionale di Westminster: misura chiesta da alcuni politici, ma non suggerita dai consiglieri medici del governo. La capacità del governo di agire di fronte alle istituzioni della democrazia rimane «vitale in tempi di emergenza», ha aggiunto. Hancock ha poi notato che i medici non hanno ritenuto di sottoporlo a test, non avendo egli incontrato Dorries dopo il contagio. Ha quindi assicurato che la viceministra s'è attenuta a tutte le cautele e «ha fatto esattamente le cose giuste» dopo la diagnosi.

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