Coronavirus, nessun nuovo caso a Wuhan: fermata l'epidemia

Coronavirus, nessun nuovo caso a Wuhan: fermata l'epidemia
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Giovedì 19 Marzo 2020, 14:45
Zero. Nessun nuovo caso di contagio da coronavirus è stato segnalato ieri nella città-focolaio di Wuhan, in Cina centrale, segnando un primo notevole passo avanti nella battaglia in corso da mesi in città contro l'epidemia causata da un nuovo coronavirus. Secondo la Commissione sanitaria provinciale dello Hubei, altre otto persone sono decedute ieri nella provincia, ma il totale dei casi confermati di COVID-19 nel capoluogo Wuhan resta stabile a 50.005, come quelli in tutto lo Hubei rimasti a 67.800. Il numero di casi sospetti registrati nella provincia cinese non è aumentato neanche ieri, dopo l'azzeramento già rilevato nella giornata precedente: un'altra indicazione di come l'epicentro dell'epidemia abbia ormai contenuto i contagi su larga scala. A partire da mercoledì 11 marzo e per tutta l'ultima settimana, l'Hubei aveva riportato aumenti quotidiani di nuovi cassi a una sola cifra. Si trattava di casi tutti provenienti dal capoluogo Wuhan. Un mese fa si contavano invece diverse migliaia di nuovi contagi al giorno.

Ieri l'Hubei ha inoltre registrato la dimissione dall'ospedale di altre 795 persone guarite dall'infezione, riducendo il carico di pazienti ricoverati nella provincia a 6.636, tra cui 1.809 ancora in gravi condizioni e 465 casi critici. In assenza di nuovi casi di infezione a Wuhan, la Cina continentale ha azzerato l'incremento dei contagi a livello nazionale. Il Paese si trova ora ad affrontare un'ulteriore minaccia dovuta ai casi di persone contagiate in arrivo dall'estero, aumentati ieri di altri 34. Secondo Zhang Boli, membro dell'Accademia cinese di Ingegneria e tra i maggiori esperti inviati nell'Hubei come consulente, l'azzeramento dei nuovi casi è arrivato prima del previsto, ma è ancora troppo presto per abbassare la guardia. Ora, ha aggiunto Zhang, è in corso un duro lavoro per rafforzare le difese della Cina contro i nuovi casi importati dall'estero, per curare migliaia di pazienti ancora in condizioni gravi o critiche e per far ristabilire quelli dimessi dagli ospedali.

Il nuovo coronavirus è stato identificato per la prima volta a Wuhan a dicembre, come nuovo agente patogeno.
E oggi minaccia l'umanità intera. Prima che le sue caratteristiche fossero pienamente comprese, il virus si era già diffuso tra l'ignara popolazione di Wuhan per poi propagarsi da quest'importante centro verso altre aree del Paese, sfruttando il picco degli spostamenti stagionali dei cinesi per il Festival di Primavera: il più grande movimento di massa al mondo. La leadership cinese ha definito l'epidemia di COVID-19 la più difficile da contenere sin dalla fondazione della Repubblica Popolare e «un grande test» per tutto il Paese. Secondo gli esperti sanitari, il virus è più contagioso, sebbene meno letale, di quello responsabile della SARS, che pure appartenendo alla stessa famiglia dei coronavirus. A livello globale, la SARS aveva infettato 8.422 persone tra il 2002 e il 2003, provocando il decesso di 919 contagiati. «Non possediamo ancora una conoscenza sufficiente di questo nuovo coronavirus», ha spiegato il dottor Wang Daowen, cardiologo all'ospedale Tongji di Wuhan. «Per quanto ne sappiamo si tratta di un virus davvero subdolo, con un lungo periodo di incubazione». «Dopo 50 giorni di ricovero in ospedale, abbiamo rilevato che il virus non era più presente nei polmoni di un paziente, ma lo era nell'ano», ha aggiunto il dottor Wang, tra i primi esperti sanitari a partecipare alle cure della sindrome COVID-19. «Di solito, un virus dovrebbe essere debellato dal corpo in un paio di settimane».
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