Boris Johnson dimesso: ho rischiato la morte. ​Nel Regno Unito superate 10mila vittime

Boris Johnson dimesso dall'ospedale. Ma non tornerà subito al lavoro: convalescenza in campagna
Boris Johnson dimesso dall'ospedale. Ma non tornerà subito al lavoro: convalescenza in campagna
4 Minuti di Lettura
Domenica 12 Aprile 2020, 14:52 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 10:08

Boris Johnson è stato dimesso oggi dall'ospedale e ha ammesso che ci sono stati giorni in cui non si sapeva se si sarebbe potuto salvare. Il premier britannico era stato ricoverato domenica scorsa per il coronavirusJohnson ha ringraziato in un videomessaggio lo staff sanitario del St. Thomas Hospital per avergli «salvato la vita».  La Gran Bretagna ha superato la soglia dei 10.000 morti da coronavirus. Ne danno notizia le autorità sanitarie, citate dal Guardian. I deceduti nelle ultime 24 ore sono stati 737, con il totale salito a 10.612.

LEGGI ANCHE Coronavirus, Von der Leyen: «Anziani isolati fino a fine anno»

«Su consiglio del suo team medico, il primo ministro non tornerà immediatamente al lavoro», ha detto un portavoce di Downing Street. «Il primo ministro è stato dimesso dall'ospedale per continuare la sua convalescenza a Chequers», la residenza di campagna riservata ai capi di governo britannici, ha spiegato il portavoce, aggiungendo che Johnson «desidera ringraziare tutti a Saint Thomas (l'ospedale di Londra dove è stato ricoverato) per le eccellenti cure che ha ricevuto».

 


«È difficile trovare le parole per esprimere il debito di gratitudine verso il sistema sanitario nazionale per avermi salvato la vita»,ha detto Boris Johnson nel messaggio video pubblicato oggi su Twitte. Lodando il fatto che il popolo britannico, accettando le misure di confinamento, ha formato «uno scudo umano» intorno all'amato Nhs, il premier britannico ha detto di aver visto in prima persona durante il suo ricovero la pressione in cui si stanno lavorando medici ed infermieri britannici. «Grazie alla loro devozione, senso del dovere ed amore che il nostro sistema sanitario è imbattibile», ha aggiunto ringraziando per nome tutti i componenti dello staff medico che lo ha seguito, comprese due infermieri, della Nuova Zelanda e del Portogallo, che sono stati per 48 al capo del suo letto «quando le cose potevano andare in entrambe le direzioni». ​

«Gli sforzi di milioni di persone per restare a casa in tutto il Paese valgono la pena. Insieme supereremo questa crisi, come abbiamo superate molte crisi in passato», ha aggiunto Johnson con l'hashtag #StayHomeSaveLives, stare a casa salva vite, al nome del suo account. Il premier ha riconosciuto il sacrificio dei britannici a stare a casa in primavera «quando la natura è nel suo momento più bello e tutto invita ad uscire», affermando che il rispetto delle misure di distanziamento sociale stanno dando risultati. «Anche se piangiamo ogni giorno i cari che ci vengono portati via in tali numeri - ha concluso riferendosi alle vittime del Covid 19 - e sebbene la lotta non sia assolutamente finita, ora noi stiamo facendo progressi in questa incredibile battaglia nazionale contro il coronavirus».

Johnson ha ringraziato due infermieri, una neozelandese di nome Jenny e un portoghese di nome Luis, che, ha detto, «sono rimasti accanto al mio letto per 48 ore durante le quali le cose sarebbero potute andare in un modo o nell'altro». 

 
Carrie Symonds, la fidanzata di Boris Johnson, rivela che vi sono stati «dei momenti veramente molto bui la scorsa settimana» nei giorni in cui il premier britannico ha combattuto contro il coronavirus. «Il mio cuore è con tutti quelli in situazioni simili, terribilmente preoccupati per i loro cari», aggiunge in una serie di tweet. «Ringrazio anche ognuno di voi che avete mandato messaggi di solidarietà - ha concluso - oggi mi sento incredibilmente fortunata».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA