Bielorussia, migranti respinti dalla Polonia. Monito Usa a Minsk: basta orchestrare i flussi verso la Ue

Circa 12mila militari polacchi alla frontiera: si lavora per costruire un muro alto cinque metri

Bielorussia, migranti respinti dalla Polonia. Monito Usa a Minsk: basta orchestrare i flussi verso la Ue
Bielorussia, migranti respinti dalla Polonia. Monito Usa a Minsk: basta orchestrare i flussi verso la Ue
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Lunedì 8 Novembre 2021, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 04:33

Tensione al confine fra la Bielorussia e la Polonia: centinaia di persone di sono spinte al confine, ammassandosi nei pressi della frontiera. Lo riporta l'agenzia Apa, citando fonti delle istituzioni di Minsk. La situazione viene immortalata anche da alcuni scatti già ripresi dalla stampa tedesca, come ad esempio dalla Bild. Nella foto si vedono centinaia persone che si muovono a piedi verso l'area limite tra i due stati.

Monito Usa a Minsk

La Bielorussia cessi di «orchestrare» i flussi di migranti verso l'Europa: è il monito lanciato dal dipartimento di stato Usa, che si è detto preoccupato dalle immagini allarmanti e dalle notizie arrivate nel weekend dal confine tra Polonia e Bielorussia. La maggioranza dei migranti arriva dal Medio Oriente.

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Tentativo respinto: 12mila soldati alla frontiera

Il cordone della polizia polacca e dei militari ha respinto il gruppo degli immigrati che ha tentato in queste ore di entrare illegalmente nel territorio polacco dalla Bielorussia, nella zona a sud dal passaggio della frontiera a Kuznica Bialostocka. Lo rendono noto fonti del ministero degli Interni. «Siamo pronti a difendere la frontiera», ha affermato su twitter il ministro della difesa Mariausz Blaszczak ricordando che nella zona ci sono 12mila soldati.

Fra poco secondo i media dovrebbe iniziare la seduta della unità di crisi con il ministro Pawel Soloch dell'Ufficio della sicurezza nazionale. 

 

 

Dalla Polonia un muro alto cinque metri

Secondo l'agenzia per le frontiere di Minsk, sono un migliaio i profughi in marcia verso il confine. Dall'inizio del 2021, sono stati più di 30mila i migranti che hanno passato il confine con la Polonia. La Bielorussia ha facilitato il passaggio in ritorsione contro le misure restrittive adottate dall'Unione europea. Per respingere questo nuovo flusso migratorio, la Polonia ha inviato militari al confine e iniziato a costruire un muro alto cinque metri

«I Paesi che chiedono il sostegno dell'Ue per erigere recinzioni nelle aree di confine devono essere ascoltati. L'Ue deve essere ferma di fronte alla strumentalizzazione dei migranti da parte del regime di Lukashenko». Così via Twitter il presidente del gruppo del Partito popolare europeo all'Eurocamera, Manfred Weber, commentando la crisi migratoria al confine tra Ue e Bielorussia. 

Sempre su Twitter, diverse le segnalazioni sulla crisi in atto al confine tra Bielorussia e Polonia, al centro di un'escalation di tensione da diversi giorni.

 

La Nato: preoccupazione per l'escalation

Preoccupazione «per la recente escalation al confine: chiediamo alla Bielorussia di rispettare il diritto internazionale». Lo afferma un funzionario della Nato precisando che «abbiamo assistito a un'ondata di migranti che cercavano di entrare nel territorio alleato attraverso la Bielorussia» e che «la Nato continua a monitorare da vicino la situazione, che sta mettendo sotto pressione i nostri alleati Lituania, Lettonia e Polonia». Secondo il funzionario della Nato, «l'uso dei migranti da parte del regime di Lukashenko come tattica ibrida è inaccettabile». 

Le accuse dalla Germania al «regime di Minsk»

«Il regime di Minsk si comporta come un trafficante di migranti, e l'Europa prenderà posizione insieme». Lo ha detto il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, commentando le immagini e le notizie in arrivo dalla Bielorussia, dove una massa di migranti si starebbe muovendo a piedi verso la frontiera polacca. Seibert ha anche stigmatizzato quelli che ha definito «attacchi ibridi» da parte della Bielorussia. Il portavoce del ministero dell'Interno ha aggiunto di aver visto foto e video in circolazione.

 

La commissione Ue: migranti strumentalizzati

«Questa è la prosecuzione del tentativo disperato del regime di Lukashenko di sfruttare le persone per destabilizzare l'Ue e i valori che sosteniamo». L'Ue ha «ripetutamente e fermamente rigettato tentativi di strumentalizzare» i migranti «per motivi politici». Così un portavoce della Commissione Ue, commentando le notizie sul confine tra Bielorussia e Polonia. «Secondo le informazioni a nostra disposizione, ci sarebbero diverse centinaia di persone in Bielorussia vicino al confine polacco», ha spiegato, ricordando che «nelle ultime settimane Varsavia ha riferito di 3.000 attraversamenti illegali ogni settimana».

 

Le ronde dei nazionalisti e la solidarietà dei cittadini

È di ieri la notizia delle ronde organizzate da giovani nazionalisti polacchi per aiutare militari e Guardie di frontiera a catturare i migranti che entrano in territorio polacco attraversando illegalmente il confine con la Bielorussia. I media locali precisano che l'iniziativa è stata lanciata dall'associazione Niklot di Bialystok e ha come scopo «la difesa dell'identità slava e della specificità culturale della Polonia». «Aiutare i connazionali e non gli immigrati», annuncia lo striscione usato per il primo incontro delle «pattuglie». «I nostri avi con il proprio sangue hanno reso sacra la nostra terra, perciò non possiamo più osservare in modo passivo l'ondata di immigrati nel nostro territorio». Lo stato di emergenza è in atto lungo tutta la frontiera polacca, lunga 180 chilometri. Nonostante questo, tanti abitanti portano aiuti nei boschi per non lasciare morire i profughi per freddo e denutrizione.

L'appello di Kasia Smutniak

Pochi giorni fa sulla crisi in atto era intervenuta l'attrice Kasia Smutniak: «Non mi sento una mosca bianca nel dire certe cose, mi piace metterci la faccia. Sono madre di due figli, una cittadina europea, polacca e italiana allo stesso tempo. E quello che sta succedendo in quel confine è una tragedia per le leggi sbagliate che bloccano i migranti e li fanno morire». Così l'attrice, in collegamento Zoom per "3/19", il film di Silvio Soldini in sala dall'11 novembre con Vision Distribution, ha lanciato un appello sulla drammatica condizione dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, questione su cui ha preso più volte posizione su stampa e social. Smutniak era intervenuta anche sull'aborto: «In Polonia è stato messo in discussione con una legge che lo vieta. Questi sono segnali di allarme per tutti gli altri Paesi perché anche in Italia, paese in cui esiste la legge sull'aborto libero dal 1978, di fatto è difficilmente applicabile o perché ci sono gli obiettori di coscienza o perché le strutture non sono pronte o perché il percorso per le donne è molto tortuoso».

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