Biden in Polonia attacca Putin: «Non può restare al potere». Mosca: «Non decide lui»

Il capo della Casa Bianca sullo Zar: «Un macellaio dittatore». La replica del Cremlino: «Gli insulti complicano il negoziato»

Ucraina, Biden attacca Putin: «È un macellaio»
Ucraina, Biden attacca Putin: «È un macellaio»
di Flavio Pompetti
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Sabato 26 Marzo 2022, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 00:22

«Putin è un dittatore macellaio. Non può restare al potere». Taglia corto Joe Biden al termine di una visita ai rifugiati Ucraini in Polonia in un centro di smistamento alla periferia di Varsavia, quando i giornalisti gli chiedono un commento sull’operato del presidente russo. È la seconda volta in una settimana che il leader statunitense accusa il suo omologo russo di aver commesso crimini di guerra nella campagna militare in corso. Un cambio di strategia netto, che emerge anche in un passaggio che il capo della Casa Bianca dedica ai cittadini russi: «Voi non siete i nostri nemici, questa guerra non è degna di voi», dice. Mosca, naturalmente, non gradisce. Soprattutto la frase sul futuro dello Zar, che alle orecchie dei russi suona quasi come un invito alla ribellione. «Non decide lui chi governa», taglia corto il Cremlino. Che aggiunge: «Gli insulti di Biden riducono lo spazio del negoziato». Mentre il portavoce Dmitry Peskov sottolinea: «È strano sentire accuse contro Putin da Biden, che ha invitato a bombardare la Jugoslavia». La Casa Bianca prova poi una rocambolesca precisazione, ma ormai la frittata è fatta. Le frasi pronunciate dal presidente Usa erano sufficientemente chiare.

 

I colloqui 

Biden ha incontrato nella capitale polacca il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e il ministro di Difesa di Kiev Oleksi Reznikov. Li ha rassicurati che gli Usa saranno al fianco del loro paese «fino alla vittoria», stando al racconto fatto da Kuleba. Mentre i tre parlavano, l’artiglieria russa stava prendendo di mira un deposito di carburanti a Leopoli, appena 75 km dal confine con la Polonia. Tre esplosioni hanno scatenato un incendio di proporzioni gigantesche, che ha tinto di nero il cielo della città. «Non sono sicuro che la strategia russa sia cambiata» commenta Biden, a proposito del precedente annuncio del ministro della Difesa Sergei Shoigu, secondo il quale Mosca sarebbe pronta a riconsiderare gli obiettivi bellici, e limitare il fronte alla porzione orientale dell’Ucraina e alla regione del Donbass. 
Se un cambiamento c’è stato in questi giorni, è piuttosto nella tattica militare. L’esercito russo sta evitando sempre più il corpo a corpo a terra, nel quale ha subito umilianti sconfitte, e fa affidamento crescente su missili di lunga gittata, come quelli che hanno colpito ieri a Leopoli, e che erano stati lanciati con ogni probabilità dal Mar Nero.
Biden, che ha anche rassicurato l’opposizione bielorussa, ha chiuso il viaggio europeo con un discorso altisonante, pronunciato di fronte al castello reale di Varsavia, che è un simbolo della resilienza dopo il bombardamento nazista e l’incuria sovietica.

Il presidente degli Usa ha citato le parole di Papa Giovanni Paolo II in apertura e alla chiusura del discorso: «Non abbiate paura» aveva detto a Varsavia il pontefice nel 1979, l’anno prima dell’insurrezione che propiziò la caduta dell’Unione sovietica. «Non abbiate paura – ha ripetuto più volte Biden diretto ai cittadini dell’Ucraina – Siamo con voi, punto».

Il presidente degli Usa ha accusato la Russia di aver strangolato la democrazia nel paese ad essa confinante, e ha detto che la Nato è un’alleanza difensiva, e che come tale non ha mai minacciato l’integrità territoriale della Russia. Biden ha rassicurato gli spettatori polacchi radunati nella piazza ad ascoltarlo, quando ha ammonito il paese aggressore: «Non provate nemmeno a pensare di violare i confini della Nato, neanche di un pollice». Ha poi detto che la spedizione militare è già una grande «sconfitta strategica». 

Restare uniti

Agli alleati ha ricordato la lunga marcia della democrazia per liberare i paesi est europei dal giogo della dittatura: «Ricordatevi del muro di Berlino» mentre chiedeva di restare uniti e di affrontare i costi necessari per sostenere la difesa dell’Ucraina. Infine in chiusura Biden ha pronunciato la frase che misurerà in futuro la sua dimensione di statista: «Nel nome di Dio, quest’uomo non può restare al comando – ha detto a proposito di Putin. – il potere di tanti è più forte di quello di un dittatore». 

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