​Usa, Biden convoca gli scienziati e Trump licenzia ancora. Un Paese, due presidenti

Usa, Biden convoca gli scienziati e Trump licenzia ancora. Un Paese, due presidenti
​Usa, Biden convoca gli scienziati e Trump licenzia ancora. Un Paese, due presidenti
di Flavio Pompetti
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Martedì 10 Novembre 2020, 00:27 - Ultimo aggiornamento: 11:36

«Le mascherine protettive per il viso non sono un pronunciamento politico, sono solo uno strumento di difesa contro l’epidemia. Per favore, usatele». Per la prima volta dall’inizio della diffusione del coronavirus gli statunitensi ascoltano dalla voce di un leader nazionale la più essenziale delle raccomandazioni in tempo di Covid. Joe Biden che le ha pronunciate non ha ancora nessun potere esecutivo tra le mani. E’ il presidente eletto dopo un voto contestato dall’attuale inquilino della Casa Bianca, e anche a voler dare per scontato che supererà le sfide in tribunale che i legali di Trump gli stanno lanciando contro, non avrà le chiavi del paese fino al 20 di gennaio. 

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Nel primo giorno utile dopo l’assegnazione della vittoria, Biden ha voluto ugualmente tenere fede alla promessa che aveva fatto in campagna elettorale: la sua amministrazione affronterà con la massima urgenza la crisi sanitaria che ha già permesso il contagio di 10 milioni di cittadini, e che miete al momento più di mille vittime al giorno. Lo stato penoso della situazione è stigmatizzato dalla notizia che anche il dottor Benjamin Carson, ex candidato repubblicano nelle primarie del 2016, e attuale segretario dell’Edilizia pubblica, è affetto dal virus. 

Biden eri mattina ha presentato il comitato scientifico che lo aiuterà a coordinare la lotta contro l’epidemia. Lo comanderà una triade di esperti: l’ex ministro per la sanità dell’era Obama Vivek Murthy; l’ex capo della Fed David Kessler, e da Yale la professoressa Marcella Nunez-Smith. «Ci vorranno ancora mesi per debellare la minaccia ha ammesso il presidente eletto – ma posso dirvi fin d’ora che il vaccino sarà somministrato con efficienza negli Stati, nelle città, e nelle tribù, e che sarà assolutamente gratis». Gli Stati Uniti hanno prenotato già durante la fase dello sviluppo che ha visto impegnate la Pfizer e la BioNTech, 100 milioni di dosi da destinare alla popolazione, con un offerta di 1,95 miliardi di dollari. Il rapporto privilegiato ha permesso ieri al vice presidente in carica, Mike Pence, di twittare che il successo della casa farmaceutica era dovuto anche al contributo dell’amministrazione Trump. Secca la presa di distanza dell’amministratore della Pfizer, Albert Bourla: «Gli Stati Uniti non hanno contribuito con un solo dollaro al nostro lavoro». 

Pence non convoca la task force anti covid della quale è presidente dal 20 di ottobre. E anche ora che Biden ha preso l’iniziativa in un chiaro atto di sfida contro l’immobilità del governo in carica, il vice di Trump non sembra molto interessato a svolgere il suo ruolo. Giovedì partirà alla volta dell’isolotto-resort Sanibel, al largo della Florida, sulla costa opposta a quella dove si trova il villaggio di Mar a Lago, preferito da Donald Trump. L’amministrazione uscente è dilaniata dal dibattito interno sul passaggio di poteri, Ieri ha perso un altro tassello importante con il licenziamento in tronco del ministro per la Difesa ad interim Mark Esper. Il ministro aveva in tasca da settimane la lettera di dimissioni, dopo che Trump l’aveva criticato aspramente per non aver inviato l’esercito contro la folla dei manifestanti la scorsa estate. La questione dell’ordine pubblico è stata centrale nella campagna di Trump, e l’insubordinazione di Esper ha irritato il presidente. Al suo posto è stato nominato il direttore dell’antiterrorismo Christopher Miller. 

Biden e la Harris sono al lavoro per costruire la loro squadra di governo. Sulla strada trovano però l’ostacolo della General Service Administration, un’agenzia che amministra le proprietà immobiliari federali, ma che ha anche il compito di compilare la dichiarazione formale della successione dopo un’elezione. La sua direttrice Emily Murphy nominata da Trump quattro anni fa rifiuta di comporre il documento, e con questo taglia l’accesso per Biden alle risorse finanziarie necessarie per compiere il suo lavoro. Il gruppo apolitico Centro per la transizione presidenziale ha mandato una lettera firmata tra gli altri dai capi del gabinetto delle amministrazioni Obama, George W Bush e Clinton, con la quale si sollecita l’agenzia a compiere il suo dovere e a facilitare il passaggio. 
 

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