Terremoto in Albania, 30 morti: sterminata la famiglia della fidanzata del premier

Terremoto in Albania, 30 morti: sterminata la famiglia della fidanzata del premier
Terremoto in Albania, 30 morti: sterminata la famiglia della fidanzata del premier
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Mercoledì 27 Novembre 2019, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 19:50

Si aggrava il bilancio delle vittime del terremoto in Albaniai morti accertati sono ora 30. I corpi senza vita di una donna e di suo figlio sono stati estratti questa sera dalle macerie di un palazzo a Durazzo. Ci sono anche la fidanzata del figlio del premier albanese Edi Rama, Kristi Reci di 24 anni, e la sua intera famiglia tra le vittime del terremoto che ha colpito l'Albania. Lo ha reso noto il figlio del premier, Gregor Rama, di 29 anni, in un post su Instagram. «Tra le numerose vittime di questa disgrazia c'è anche una persona vicina a me, insieme a suo fratello, alla madre e al padre». Gregor e Kristi si frequentavano da alcuni anni. Il governo ha dichiarato oggi giornata di lutto nazionale. Le scuole resteranno chiuse.

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«Le nostre squadre stanno lavorando oramai interrottamente da ieri sera. È una situazione molto, molto difficile». Lo ha detto all'Ansa il responsabile comunicazione dei Vigili del Fuoco italiani, Luca Cari, nei pressi di una palazzina di quattro piani a Durazzo sbriciolata dal terremoto. «Qui ci sarebbero 6 dispersi: tre bambini, due donne e un uomo», precisa Cari. Intanto, decine di familiari e conoscenti si affollano intorno alle macerie, nella drammatica attesa di buone notizie.

A Durazzo sono schierati «160 Vigili del Fuoco italiani, con 60 mezzi, due team Usar della Toscana e del Lazio, in questo momento qui sta lavorando la squadra toscana», spiega Cari. Nell'area si susseguono le scosse di assestamento, anche se apparentemente meno violente di quelle di ieri. «Qui abbiamo sentinelle prefigurate per dare l'allarme a chi sta lavorando per poter fuggire», aggiunge Cari. La palazzina è interamente collassata: 4 piani di edificio sono ora ridotti a un paio di metri di altezza di macerie. La popolazione segue in silenzio le operazioni di scavo: in un edificio accanto a decine attendono gli esiti. I cani delle unità cinofile vengono utilizzati per rintracciare tracce di vita. Al momento però senza successo.
 

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