Abramovich avvelenato? Dallo stafilococco all'intossicazione da piombo: ecco cosa potrebbe essere successo

«Esistono due possibilità - ipotizza Filippo Drago, ordinario di farmacologia dell’Università di Catania - che cioè Abramovich sia venuto in contatto con agenti chimici oppure biologici»

Abramovich avvelenato? Dallo stafilococco all'intossicazione da piombo e cobalto: ecco cosa potrebbe essere successo
Abramovich avvelenato? Dallo stafilococco all'intossicazione da piombo e cobalto: ecco cosa potrebbe essere successo
di Graziella Melina
4 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Marzo 2022, 20:43 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 08:56

Se dietro i sintomi che hanno costretto l’imprenditore Roman Abramovich e altri componenti della delegazione ucraina a ricorrere alle cure ospedaliere ci sia una intossicazione causata da agenti chimici o batterici, è presto per dirlo. La situazione, stando a quanto riferisce il sito del Wall Street Journal, starebbe migliorando e i componenti della delegazione impegnata nei negoziati di pace con la Russia non sarebbero in pericolo di vita. Determinare la causa dei sintomi riportati - ossia l'arrossamento degli occhi, lacrimazione costante e dolorosa e desquamazione sul volto e le mani - non è semplice.

Abramovich, qual è il suo ruolo nella mediazione e perché è importante nei colloqui di pace

 

Abramovich, dallo stafilococco all'intossicazione da piombo: ecco come potrebbe essere stato avvelenato

«Esistono due possibilità - ipotizza Filippo Drago, ordinario di farmacologia dell’Università di Catania - Che cioè Abramovich sia venuto in contatto con agenti chimici oppure biologici, quindi ci sia stata un’azione batterica. In particolare, ricordiamo che lo stafilococco aureo può dare questo stesso quadro clinico».

Lo stafilococco è un batterio che in realtà si trova in natura e può dare infezioni occasionali. «Se è concentrato nella sostanza che viene a contatto col nostro organismo è molto pericoloso - spiega Drago - Le intossicazioni da stafilococco, in genere, avvengono per infezione ma non per cariche batteriche elevate, e quindi c’è sempre la possibilità di intervenire con antibiotici. In questo caso, se si tratta di una intossicazione batterica e ipotizzando sia stato somministrato un alimento o una bevanda con una elevata carica, allora è possibile ricondurre a questo batterio la causa dell’avvelenamento. Probabilmente, però, ribadiamo che se è stato utilizzato lo stafilococco aureo, di sicuro hanno usato una carica batterica elevata».

Ma si fa strada anche l’ipotesi che l’avvelenamento sia dovuto a sostanze chimiche. «È possibile che a causare quei sintomi - riflette Drago - siano stati due prodotti, a base di piombo e di cobalto». Il piombo, infatti, è una sostanza che causa una intossicazione generale con localizzazione soprattutto a livello delle strutture esterne, quindi la cute e gli occhi. «In genere - precisa il farmacologo - il piombo determina lacrimazione e danneggia le strutture esterne della cute, del volto, delle mani». Si tratta di un’intossicazione che può capitare, per esempio, anche a chi lavora in alcune aziende che producono oggetti contenenti la sostanza chimica incriminata. «Sono a rischio di intossicazione quei lavoratori che sono a contatto con elementi ricchi di piombo, tipo le batterie o gli accumulatori - specifica Drago - Ma ci stiamo riferendo a fenomeni rari e comunque prevedibili, perché questi lavoratori sanno di correre quel rischio e quindi ai primi sintomi vengono curati in maniera adeguata».

A finire sotto osservazione però c’è anche il cobalto. «Questa sostanza chimica viene usata per alcuni prodotti che servono per colorare i capelli ed è abbastanza tossica». Ma a causare l’intossicazione della delegazione ucraina potrebbe essere stata anche la parafenilendiamina, che è presente in alcuni coloranti per capelli, agisce attraverso la cute e, se viene assorbita, può essere molto nociva. In caso di intossicazione, dunque, è importante ricorrere subito alle cure ospedaliere. «Bisogna ricordare che la possibilità di recupero c’è sempre quando l’intossicazione non ha raggiunto livelli di irreversibilità - mette in guardia Drago - cioè fino a quando il fegato e soprattutto i reni, non sono stati danneggiati in maniera irreversibile. I sintomi sulla cute sono ovviamente esterni, ma bisogna osservare se gli organi sono stati aggrediti dall’agente chimico. Mentre l’agente batterico può danneggiare solo il rene, gli agenti chimici possono causare invece un’intossicazione grave a livello epatico e soprattutto renale. Ci sono intossicazioni che possono manifestarsi a distanza di giorni e dopo un’unica somministrazione del veleno. È necessario quindi rivolgersi subito al Pronto Soccorso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA