Il primo amore batte il porno. Vince la realtà

Il primo amore batte il porno. Vince la realtà
di Michela Andreozzi
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Mercoledì 22 Dicembre 2021, 11:37 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 16:23

Billie Eilish ha raccontato di avere iniziato a guardare contenuti erotici sul web a 11 anni: pensando che fossero un modo per conoscere la sessualità, l’hanno portata invece a fare esperienze “che non andavano bene”.

A casa nostra, il sesso era un tema trattato, sapevo già molto quando il prof di scienze delle medie ci impartì le prime informazioni su come nascono i bambini (su suggerimento della madre superiora: sì, erano suore particolarmente moderne, considerando che oggi parte della politica è contro l’educazione sessuale nelle scuole). “Sono l’ovaia di Gianna” era il titolo del fumetto che il prof aveva inventato sulle avventure di un Ovulo che incontrava un Seme che nella pancia diventava un bambino, grazie a un abbraccio tra genitori particolarmente spericolato, che prevedeva incastri di cavità e protuberanze. Indimenticabile ma difficile da associare alle immagini dei primi giornaletti porno che mi capitarono tra le mani. Roma, anni ‘80. Eravamo una banda di ragazzini divisi tra Grandi, quindicenni capeggiati da mio cugino, e noi, Pischelli delle medie. Frequentavamo il parco condominiale, il cui guardiano era un tipo burbero che custodiva i palloni e vegliava sugli incidenti. Conservava i giochi in un prefabbricato il cui accesso era vietato a tutti. Ma alla sua prima assenza, noi Pischelli ci infilammo di nascosto nel gabbiotto alla ricerca dei palloni, trovando invece, in una cassapanca, una collezione di giornaletti in cui uomini e donne nudi facevano delle acrobazie piuttosto brutali. Ci furono subito sequestrati dai Grandi che si affrettarono a spiegare che quello era Sesso, e non era roba per noi. La cosa mi agitò: se era lo stesso Sesso che mi avevano raccontato la mamma e il prof di scienze, allora non l’avrei fatto mai. Per far pace con l’idea mi ci volle il primo amore, con il quale imparammo l’intimità nel corso di un anno. Ci vuole tempo per capire che la pornografia non è la rappresentazione della realtà, ma la proiezione di un immaginario. L’(ab)uso del corpo femminile, la violenza e la super virilità non possono essere un racconto di formazione. Oggi, su TikTok, fioriscono profili di psicologi, esperti e attivisti (per es @psychandlove) che spiegano, chiariscono e aiutano a districarsi nella giungla della sessualità con contenuti espliciti che possono sostenere e integrare l’educazione sessuale e sentimentale che dovrebbe sempre iniziare nelle case. Ho capito da adulta che mia madre mi aveva impartito la lezione più utile, che ancora oggi considero un faro nelle mie scelte: “Non fare mai cose che non desideri fare”. *attrice, sceneggiatrice e regista

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