Menopausa, sdoganata la pillola che combatte vampate, osteoporosi, insonnia e depressione

Menopausa, sdoganata la pillola che combatte vampate, osteoporosi, insonnia e depressione
Menopausa, sdoganata la pillola che combatte vampate, osteoporosi, insonnia e depressione
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Lunedì 6 Gennaio 2020, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 16:56

Vampate di calore, insonnia, abbassamento del tono dell'umore, dolori diffusi, irritabilità, osteoporosi. La menopausa o la pre-menopausa per tutte le donne dai 40 anni in su non è uno scherzo e da tempo questa fase delicata viene analizzata dagli scienziati al fine di ridurre i disagi collegati a questa fase della vita femminile dovuti al brusco abbassamento della produzione degli ormoni. Estrogeni, progesterone, testosterone: quando vengono meno sono causa di un diffuso stato di alterazione progressiva e a soffrirne sono 8 donne su 10, stando alle stime che sono state pubblicate da diverse autorevoli riviste scientifiche americane.

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La medicina per attenuare queste conseguenze spiacevoli, che in alcuni casi danno anche origine a situazioni pesanti da sopportare, come l'insonnia cronica o addirittura forme depressive, incoraggia le donne a fare prevenzione già al primo insorgere dei disturbi, attraverso una dieta più bilanciata, maggiore moto oppure, in taluni casi, a ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva, una specie di pillola da assumere quotidianamente.

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Finora però non tutti i medici sono orientati a prescriverla perché fino a poco fa si riteneva che potesse avere controindicazioni indesiderate a lungo andare, come il cancro al seno o l'attacco cardiaco. L'Economist - una delle più autorevoli e serie riviste al mondo - ha però dappena pubblicato un ampio studio in cui rompe un tabù e denuncia una sorta di disinformazione scientifica protrattasi per troppo tempo a proposito di questa pillola che, di fatto, consentirebbe alle donne in menopausa di condurre una vita più normale e con meno disagi. 

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L'Economist, di fatto, spiega che a causa di una serie di informazioni non precise milioni di donne hanno scartato questa opzione che le avrebbe invece aiutate a combattere i sintomi della menopausa compreso l'indebolimento delle ossa, l'osteoporosi. 

Tutto avrebbe avuto inizio alla metà degli anni Sessanta quando un medico, Robert Wilson ha scritto un libro sulla utilità di assumere ormoni in menopausa per contrastarne gli effetti. La pubblicazione fu accolta dalla comunità scientifica con scetticismo e polemica e il tema risultò molto divisivo. Di conseguenza negli Stati Uniti fino al 2001 solo il 20 per cento delle donne in menopausa risultano essere ricorse alla terapia ormonale sostitutiva.

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Nel frattempo sul Journal of the Medical Association veniva pubblicato un interessante studio a proposito dei benefici della terapia ormonale sostitutiva, affermando che aumentava la vita delle donne di almeno tre anni. Ma nel 2002 un sondaggio effettuato dall'America National Institute of Wealth, una specie di ministero della salute, concludeva invece che gli estrogeni contenuti della pillola sostitutiva potevano provocare danni secondari come cancro o attacchi cardiaci anche se lo studio non teneva conto delle donne oggetto dell'inchiesta, già malate di alcune patologie ben prima di iniziare la terapia.

A questo si aggiunge un altra pubblicazione, stavolta britannica (Lancet) che ha da poco riaperto la controversia sui benefici della terapia ormonale sostitutiva. Allo stato attuale, scrive ancora l'Economist la questione resta nel limbo in attesa di ulteriori approfondimenti, nonostante sia stato accertato che la pillola per tante donne in menopausa resta un modo per vivere meglio e con meno problemi. 
 

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