Insulti choc a Lucia Annibali, su Facebook si inneggia a chi l'ha sfigurata: «Varani un mito»

Insulti choc a Lucia Annibali, su Facebook si inneggia a chi l'ha sfigurata: «Varani un mito»
Insulti choc a Lucia Annibali, su Facebook si inneggia a chi l'ha sfigurata: «Varani un mito»
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Mercoledì 12 Febbraio 2020, 17:50 - Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 15:46

Lucia Annibali, la parlamentare di Italia Viva sfregiata con l'acido dall'ex fidanzato Luca Varani, nel mirino degli haters. «Misera infame» «Luca Varani sei il mio mito» «ciò che ha fatto è stato poco per una donna viscida come te che si lega a Renzi, ho goduto quando ti ha sfigurata». Sono gli insulti e le minacce, inneggianti a chi l'ha sfigurata con l'acido, arrivati sulla pagina Facebook di Lucia Annibali, bersagliata dagli odiatori per il suo lodo sulla prescrizione.





La denuncia è arrivata dalla stessa Annibali. «Questo è un classico esempio di quanto subiscono le donne - scrive su Facebook, postando uno screenshot degli insulti ricevuti - che si espongono pubblicamente con le loro idee: insulti sessisti, minacce, violenza verbale. Nel mio caso, la mia vicenda personale usata come un'arma di offesa con l'intento preciso di limitare la mia libertà d'espressione. Stia pur certo il signore, che ovviamente non ci mette la faccia, che non mi lascerò intimidire né da lui né da nessun altro».

Tantissimi messaggi di solidarietà ad Annibali, tra cui quello di Matteo Renzi su Twitter.


 


«Le parole scritte su Facebook contro l'onorevole Lucia Annibali che inneggiano alle violenze da lei subite per condannare le sue opinioni politiche sono di gravità inaudita
», commenta la senatrice pd Valeria Valente, presidente della commissione femminicidio. «Lucia è una donna straordinaria, che è stata un esempio per molte donne vittime di violenza, per la sua forza e la resilienza.
A lei esprimo profonda solidarietà anche a nome delle senatrici e dei senatori della Commissione di inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere. I colpevoli vanno assicurati al più presto alla giustizia». 


 
 

 

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