Junior Cally, quando Eminem fece indignare a Sanremo con i versi sessisti

Junior Cally, quando Eminem fece indignare a Sanremo con i versi sessisti
Junior Cally, quando Eminem fece indignare a Sanremo con i versi sessisti
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Martedì 21 Gennaio 2020, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 08:46

Junior Cally  e non solo. Altre volte il rap ha fatto tremare Sanremo (ma anche i Grammy) per le rime violente e sessiste. Era il 2001, a condurre il festival c'era Raffaella Carrà ed Eminen, uno dei migliori artisti dell'hip hop di sempre, fece scandalo tanto che portò  per la prima volta nella storia di Sanremo una canzone finì in procura. Dopo un esposto del Centro studi teologici di Milano, la procura di Sanremo pretese dalla Rai di visionare il testo della canzone prevista in scaletta. La Rai inviò la traduzione del brano The real Slim Shady. Ma la procura concluse che nulla poteva giustificare il blocco dell'esibizione. In realtà Eminem sul palco propose “I'm back ma soprattutto l'ancora sconosciuta Purple hills, dove cantava: «Non me ne frega un c.. se questa tizia è mia madre, me la scop... lo stesso senza preservativo». Contro quell'esibizione tuonarono quasi tutti: dall'allora ministro delle Comunicazioni, Salvatore Cardinale, al presidente della Vigilanza Mario Landolfi, all'Arcigay. Tranne la Carrà, il presidente della Rai dell'epoca, Roberto Zaccaria («Sì alle critiche, no alle censure preventive») e don Pasquale Traetta, assistente spirituale del festival («anche Eminem è un figlio di Dio»).

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Sono passati quasi venti anni ma il dibattito su rap e sessismo si riaccende di tanto in tanto, in occasione della presenza di questo genere musicale sulle grandi ribalte più istituzionali, dai Grammy ai Brit Awards, fino a Sanremo appunto. Basta leggere tra i testi dei principali rapper del momento italiani e internazionali per trovare tante rime crude ed esplicite nei confronti delle donne, da Rancore (in gara a Sanremo 2020) alla Dark Polo Gang e Sfera Ebbasta fino ai grandi del rap americano come Kanye West, Lil Pump e Travis Scott. «E digli a tuo padre di non rompermi il c.... Giuro che stavolta lo prendo e lo ammazzo
» oppure, «Metti un guinzaglio alla tua ragazza, ci vede e si comporta come una troia», canta la Dark Polo Gang.







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E che dire del testo di Ehy Tipa di Sfera Ebbasta: «Hey troia! vieni in camera con la tua amica porca, quale? Quella dell'altra volta...». Ma di passaggi dello stesso tenore, il giudice dell'ultima edizione di X Factor ne ha scritti diversi: «Solo con le buche, solo con le stupide, 'ste puttane da backstage sono luride. Che simpaticone!.... Vogliono un c..... che non ride, sono scorcia-troie. Siete facili, vi finisco subito». 

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E restando  al Festival di Sanremo, di versi violenti se ne sono ascoltati tanti. 
«Bella stronza, che hai chiamato la volante quella notte... Mi verrebbe di strapparti, quei vestiti da puttana e tenerti a gambe aperte, finché viene domattina», di Marco Masini. O Achille Lauro in "La bella e la bestia": «L'amore è un po' ossessione, un po' possesso, carichi la pistola e poi ti sparo in testa». 

 

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