Fase 2, la sindacalista dei medici: «Scarsa attenzione per le donne che curano»

Fase 2, la sindacalista dei medici: «Scarsa attenzione per le donne che curano»
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Lunedì 18 Maggio 2020, 18:16

La fase 2 «è all'insegna del rilancio, con un copione confuso ed affollato, con una apposita task force, in cui già qualcuno ha fatto notare la scarsa presenza femminile, anche se non è la mancanza di presenzialismo a preoccuparci, soprattutto se di copertina, senza idee declinate sulla differenza. Per noi è il momento di pensare, in un quadro generale di scarsa attenzione, alle vite delle donne che curano». Lo denuncia Sandra Morano, coordinatrice Area formazione femminile del sindacato dei medici del Ssn Anaao Assomed. «Non solo vite lavorative, ma esistenze piene, fortemente provate e deprivate, in termini qualitativi e quantitativi, dalla durezza di questi tempi - ricorda Morano - Proprio quando è facile l'amnesia del giorno dopo, l'urgenza di ritornare al più presto a favoleggiare di conciliazioni mai esistite, ricattatorie, a basso costo e variamente ignorate perfino nelle innovazioni organizzative». Secondo la coordinatrice Area formazione femminile del sindacato dei medici del Ssn Anaao Assomed, «non crediamo che i sussidi che sembrano piovere a pioggia, senza un disegno, possano essere efficaci se non vanno in direzione della dignità delle lavoratrici, se non sono diretti alle famiglie nel loro insieme, e non a donne tuttofare, incidentalmente professioniste».


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Il sindacato ricorda che «la pandemia da Covid-19 ha rappresentato una prova epocale nella quale tutto il mondo ha potuto vedere la sanità italiana all'opera, portata alle stelle dal sottosuolo dove da anni sembrava relegata. Un Ssn riflesso nei volti deformati dai dispositivi di protezione dopo un turno infinito, di cui le donne rappresentano i due terzi della totalità della forza lavoro in sanità. Silenziose, efficaci, instancabili, senza protezioni, come del resto quasi tutti gli operatori abbiamo vissuto e governato questa lunga traversata - commenta Morano - che non si limitava all'orario di lavoro in ospedale, o nelle strutture territoriali, a reinventare reparti e nuovi posti letto, dirigere in emergenza, organizzare turni, interpretare direttive, ma si estendeva anche alla gestione della famiglia».

«In questo lungo tempo sospeso, segnato dall'epidemia che avanzava, annunci e informazioni in ordine sparso, sottovalutazioni, carenze, retorica senza pudore, la solitudine degli operatori speculare alla inadeguatezza delle direzioni-amministrazioni, da quelle aziendali a quelle regionali, sono stati il tratto comune, dal nord al sud del Paese», avverte Morano. «Oggi finalmente possiamo cominciare ad alzare lo sguardo oltre il quotidiano e la stanchezza, dopo essere state impegnate, ancora più del solito, a curare e resistere. Grande, amarissima soddisfazione, pagata con gli interessi, e con il legittimo sospetto che, nonostante #nullasaràpiùcomeprima - rimarca la sindacalista - da domani la compagine chiamata a gestire la sanità e scrivere la pagina successiva dell'eroismo di questi mesi, tornerà a mostrarsi come sempre incapace di dare valore al lavoro di cura, senza una idea di politiche che abbiano a cuore la salute del paese. Il quadro - conclude - che avevamo denunciato nella III conferenza Anaao Assomed ' Donne sanità sindacatò dello scorso anno, e per il superamento del quale ci stavamo preparando». 


 

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