Vita in quarantena, le donne reagiscono meglio. Autostima e cura di sè alla prova del coronavirus

Vita in quarantena, le donne reagiscono meglio. Autostima e cura di sè alla prova del coronavirus
di Maria Lombardi
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Sabato 4 Aprile 2020, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 11:00

La vita tra le pareti, prigionieri senza colpe e condanne. Il tempo sospeso, tutto accadrà dopo, quando torneremo “liberi”. E intanto, nell’attesa del fuori, tante cose accadono dentro e nel recinto della casa si possono scoprire inattese libertà. I tacchi? Libera scelta, li metto se mi va anche solo per parlare al web meeting. Il trucco? Certo, e mi faccio bella per me, nessuna “maschera” da esibire, e chissà, è l’occasione per diventare più creative allo specchio. Serenamente scapigliate, senza dover arrossire. Nessuno ti guarda e ti giudica, se non pochissimi e sempre gli stessi, fa uno strano effetto all’inizio. Tutto questo vuoto disorienta. Ma basta attraversarlo, quel vuoto, ed eccoci in un nuovo spazio, tutto interiore, dove risistemare pensieri, gettare via vecchie abitudini e scoprirne di altre, conservare l’essenziale e vedere finalmente che anche rinchiuse dentro casa facciamo troppo e per tutti. Forse è il caso di alleggerirci. E magari - magari - vedendoci fare così tanto, tra smart working lavatrici compiti on line, anche gli uomini smetteranno di ripetere «bastava chiedere» davanti alla frittata bruciata e prenderanno l’iniziativa di toglierla dal fuoco, senza aspettare che lei implori. 

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LA QUARANTENA.  Alle donne fa meno paura degli uomini. «Hanno competenze emotive diverse, dalla pazienza al controllo dell’aggressività, che le rende capaci di reagire meglio sul piano psicologico alla quarantena - spiega Monica Letta, psicoterapeuta, docente di scuola di specializzazione dell'Aisfi di psicologia dell’età evolutiva - le donne hanno alle spalle millenni di esercizi all’isolamento, sono abituate a sopravvivere in condizione di limitazione. E dentro casa o sono indaffarate o pacificate, il limite alla libertà non lo soffrono granchè. Gli uomini reggono meno l’isolamento e cercano di scappare a fare la spesa».

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Il mondo manca, ovvio, la pausa dalla frenesia si allunga non si sa fino a quando.
«La reazione scomposta del mondo adulto di fronte all’emergenza, che va dal panico alla negazione, è la dimostrazione del fallimento del modello maschile di onnipotenza. Si può auspicare che questa crisi renda necessario il ricorso al modello femminile, ai valori della relazione, della cura, della creatività, dell’empatia paziente in luogo dei principi di potere e di auto affermazione».
La pausa di silenzio è un lusso ma anche una vertigine.
«Le donne hanno maggiori capacità di sopportare uno stato di silenzio, sono più introspettive e hanno più risorse creative e intuitive, dopo qualche giorno di isolamento si riassestano su nuovi parametri», Anna Paola Marini Agostini, psicologa, invita a guardare oltre. «Una volta che si attraversa il tunnel buio del silenzio si può scoprire che dove c’è più buio in realtà c’è più luce. L’uomo fa più fatica a sopportare la deprivazione sensoriali e la mancanza di stimoli della quarantena». La conferma arriva anche dal sondaggio di 50&più: le donne sentono meno il disagio di questi giorni in clausura.




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IL CORPO. Lontano dagli occhi e anche dai giudizi, dagli stereotipi e dalle richieste, sempre troppe: curata, in forma, efficiente, puntuale, ben vestita e pettinata, piacente e pure se fai il discorso più importante della vita con un vestito non intonato alle parole, sarai ricordata per il blu squillante. Quante ne volete. Perché non approfittare dello stop forzato in un’occasione per trasformare la cura in funzione degli altri in cura per sè? Un traguardo ambizioso, ci vorrebbe più di una quarantena. Non siamo partiti bene, ammettiamo. Sui social era un diluvio di donne grasse in bikini, ecco i rotoli dopo la quarantena, con capelli impazziti e ricrescite imbarazzanti, effetto della prolungata astinenza da parrucchiere. E allora vai con tutorial per tinte fai da te e ginnastica in salone.
«Il lavoro in casa ci fa sentire quanto sia importante il corpo e quanti hanno problemi con l’immagine di sè, le adolescenti soprattutto, stanno subendo un duro colpo durante la quarantena per la paura di prendere peso», aggiunge Letta. Cambiamo prospettiva e approfittiamo dell’assenza - quasi - di sguardi. «Si può recuperare una dimensione più affettiva e scoprire il farsi bella perché ci si sente bella più che per mostrarsi al mondo come il mondo chiede che ci mostriamo», suggerisce Marini Agostini. «E così farsi bella diventa anche un momento di espressione della propria creatività, la cura è il presentarsi bene agli occhi di se stessa, dei proprio figli, del marito senza il timore di non essere adeguata». Anche Clio, make-up artist e influencer, si è mostrata senza trucco e quasi in lacrime, impaurita da quello che le accadeva intorno. «Mascherarsi con il trucco, indossare maschere sociali in questo momento non ha senso, servono le maschere che salvano la vita. Questo è un momento per prendere contatto con sè, nel bene e nel male, recuperare l’essenziale», sostiene la psichiatra e psicoanalista Caterina Scafariello.

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I LAVORI DI CASA. Quasi sempre sulle spalle di lei, le faccende domestiche, anche con lo smart-working.
Una donna su tre fatica di più con il telelavoro. Ci sarà un nuovo equilibrio nella divisione dei compiti?
«E’ un cambiamento che richiede più tempo», per Monica Letta qualche settimana non basta a rendere gli uomini più collaborativi. «Le donne però possono prendere consapevolezza di quanto è loro richiesto: come madri, come mogli, come professioniste. Il tempo per loro non esiste nemmeno quando viene ridotto in modo così significativo. E allora questa pausa può diventare uno spazio per riflettere su questo carico esagerato e sulle condizioni di vita avute finora e su come cambiarle». I mariti non cambieranno subito ma intanto guardano: lei che aiuta a fare i compiti, cucina, lavora, risolve problemi. Di solito quando tornano dal lavoro trovano tutto già fatto, «e lui potrà riconoscere quanto energica e capace è lei - aggiunge Anna Paola Marini Agostini - quanto la sua intelligenza le consente di fare più cose contemporaneamente. In questo rapporto obbligato marito e moglie potranno tornare a conoscersi, riscoprire aspetti dell'altro che avevano dimenticato, e ritrovare nuovi canali di comunicazione»

LE TENSIONI. Ma può accadere che la troppa vicinanza scateni le tensioni e le faccia esplodere.
«Il contatto stretto può esasperara il conflitto», per Anna Nicolò, psicoanalista presidente della Spi. «Nella vicinanza continua si perde l'elemento della misteriosità e dell'irraggiungibilità che stimola la fantasia. Questo pesa sulla coppia, impoverendola e facendo venir meno la dimensione seduttiva. Il che può alimentare il conflitto». Tante coppie, è convinta la psicoanalista, non reggeranno alla prova della quarantena. «Non penso che l'isolamento in casa riequilibri rapporti di potere nelle coppie in cui non c'è equilibrio». Forse qualcosa potrà cambiare quando torneremo ad affrontare il fuori, «Se è vero che le donne potranno tornare prima al lavoro perché più resistenti al contagio, allora sì che ci sarà l'occasione per mostrare la loro capacità più di quanto non si è finora evidenziato». 

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