Demi Moore senza filtri nel suo libro: gli abusi a 15 anni, le droghe, l'aborto

Demi Moore, il racconto senza filtri nel suo libro. Gli abusi a 15 anni, le droghe, l'aborto
Demi Moore, il racconto senza filtri nel suo libro. Gli abusi a 15 anni, le droghe, l'aborto
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Venerdì 13 Settembre 2019, 15:54 - Ultimo aggiornamento: 17:16

A 56 anni Demi Moore ha deciso di raccontarsi. Per la prima volta, senza filtri e senza maschere. Tre figlie, altrettanti divorzi e più di trent'anni a Hollywood, adesso ha firmato la sua autobiografia, Inside Out, dove fa i conti con tutti i demoni che l'hanno tormentata per anni e che mai aveva reso pubblici. Per poter conoscere la Moore attraverso le sue stesse parole, biosgnerà aspettare almeno il 24 settembre, quando il memoir uscirà per la casa editrice Harper, negli Stati Uniti. Intanto l'attrice, però, ha parlato del libro in un'intervista esclusiva al New York Times e alcune anticipazioni su quello che racconta nell'autobiografia sono state così rese già note.


 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

First hard copies just arrived. Feels good to hold it in my hands, finally. Such a long time coming. 📚📦 #insideoutbook is coming Sept 24!

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Il libro parte dall'infanzia, periodo caratterizzato da una forte precarietà: prima di arrivare in California infatti, la Moore ha dovuto abbandonare più volte la propria casa, trasferendosi dal New Mexico in Pennsylvania e poi da lì in Ohio e nello Stato di Washington. Non è stata la mancanza di radici però l'evento che più ha segnato la piccola Demi, ma il tentativo di suicidio della madre, trauma di cui la stessa parla come del momento in cui la sua infanzia finì per sempre: «Ricordo di aver usato le mie piccole dita di bambina per cercare di tirare via le pillole che aveva ingoiato, mentre mio padre le teneva la bocca aperta e mi spiegava cosa fare. Qualcosa di molto profondo si mosse dentro di me in quel momento: non ero più una bambina».

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Nelle memorie poi Demi racconta di un altro fatto che sconvolse la sua adolescenza: una violenza sessuale subita a 15 anni, poco prima di lasciare la casa della madre per  andare a vivere insieme al suo fidanzato dell'epoca, un chitarrista. Poco dopo, a 18 anni, il suo primo matrimonio con il rocker Freddy Moore, rapporto che lei stessa dice di aver sabotato con la propria infedeltà. Mentre distruggeva la propria relazione, la sua carriera a Hollywood iniziava a prendere il volo, grazie alla partecipazione in successi come Quel giorno a Rio e A proposito della notte scorsa. Quelle prime parti da attrice protagonista la vedevano calarsi nei panni di donne spesso rappresentate come oggetti del desiderio della controparte maschile, e altrettanto spesso svestite. Oggi rivela che erano proprio quei ruoli ad attirarla, perchè «da giovane, per sentirmi amata, dovevo mettermi al servizio degli altri. Il mio valore era collegato al mio corpo». Un senso di inadeguatezza che la portò, nello stesso periodo, a sviluppare un rapporto complicato con il proprio peso e a cadere nella dipendenza da cocaina e alcool. 

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Durante gli anni ottanta e novanta, le parti che le riservarono per sempre un posto d'onore nella storia del cinema. Ghost, Codice d'onore e Una Proposta Indecente. Per rendersi conto di quanto valesse avere la Moore nel proprio film in quegli anni, basti pensare che gli incassi delle tre pellicole, sommati insieme, valsero più di 500 milioni di dollari. E poi arrivò il matrimonio con Bruce Willis, da cui la Moore ha avuto tre figlie: Rumer, Scout e Tallulah. Gli incubi del passato sembravano ormai lontani, ma la relazione tra i due iniziò a sgretolarsi sotto la pressione di Demi di bilanciare la famiglia e una carriera che le richiedeva sempre di più. Le frizioni in casa erano anche dovute alla gelosia professionale del marito, perchè nel frattempo Demi era diventata l'attrice donna più pagata di sempre, ai tempi, grazie all'assegno da 12.5 milioni di dollari intascato per la parte in quello che divenne forse la pietra miliare più grande della sua carriera, Striptease

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

I don’t go out much but if you are gonna do it... #MetGala #SaintLaurent @anthonyvaccarello @harrywinston

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Poi, tutto sembrò fermarsi di nuovo. Il flop del Soldate Jane, il divorzio da Willis e la morte per cancro della madre la convinsero a fare un passo indietro e allontanarsi per un pò dalle scene se non per piccoli ruoli, come quello in Charlie's Angels. Un esilio volontario dai tappeti rossi che poi divenne imposto dall'alto: la Moore entrava nei 40 e ricorda che i producers delle major a Los Angeles non riuscivano più a trovare dei ruoli per lei. Nel 2003 una svolta che la aiutò, ancora una volta, a riprendersi. Si chiamava Ashton Kutcher e i tabloid impazzivano per la loro relazione: i due avevano 15 anni di differenza. «Era come se con lui potessi semplicemente tornare indietro nel tempo e sperimentare ciò che si può provare quando si è giovani, molto più di quanto non fossi stata in grado di sperimentare quando ad avere vent’anni ero io», racconta al Times. La Moore stava per diventare quarta volta madre dalla relazione con Kutcher ma il suo stile di vita non le consentì di portara a termine la gravidanza. Aveva ricominciato a bere e a usare droghe, in particolare il Vicodin, uno degli antidolorifici più potenti in commercio. Così, al sesto mese, perse la bambina.

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Le cose continuarono a peggiorare. Sposati dal 2005, Moore e Kutcher si separarono nel 2011, dopo il tradimento di lui. Nel gennaio 2012, mentre si trovava con la figlia Rumer, la Moore venne colpita da un attacco epilettico per aver fumato cannabis sintetica e aver inalato dell'ossido nitroso, gas anestetico utilizzato dai dentisti e noto anche come gas esilirante se usato a scopo ricreativo. «La mia vita stava crollando», racconta sempre al Times, «Non avevo una carriera. Non avevo una relazione». E il suo corpo iniziava a darle segni di cedimento. Era affetta da problemi di salute all'apparato digerente e autoimmuni e, senza specificare quale fosse la diagnosi esatta, racconta che i suoi organi «stavano iniziando a collassare». Dopo il ricovero in riabilitazione, dove la Moore fu trattata per trauma e dipendenza da droghe, finalmente la risalita. Demi esce dalla clinica serena e ripulita, si convince a guardarsi indietro e raccontare tutto ai fan. E soprattutto, riallaccia i rapporti con le figlie, che la avevano allontanata dalle loro vite per il suo stile di vita sregolato. Al Times, Rumer ha raccontato di essere estremamente orgogliosa del lavoro su se stessa svolto dalla madre. «Cresciamo pensando che i nostri genitori siano una sorta di invincibili dei dell'Olimpo», ha detto, «Crescendo, ci rendiamo conto che in realtà sono solamente persone». Oggi le due, insieme a Scout, sono al settimo mese, su dieci previsti, di un corso di psicologia spirituale. Intanto Demi, riacquistata la forza di un tempo, è anche tornata sul set: prossimamente la vedremo nell'adattamento di Brave New World su USA Network e nella dark comedy Corporate Animals.

 

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