Polonia, la rivolta delle donne: «Il governo approfitta del coronavirus per cancellare il diritto all'aborto»

Polonia, la rivolta delle donne: «Il governo approfitta del coronavirus per cancellare il diritto all'aborto»
di Maria Lombardi
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Giovedì 16 Aprile 2020, 14:23 - Ultimo aggiornamento: 15:57

Hanno manifestato con le mascherine, a distanza una dall'altra. Hanno protestato in auto e in bici, con i cartelli esposti ai finestrini, gli slogan urlati ai megafoni, i volantini e i clacson per richiamare l'attenzione. Le attiviste polacche hanno sfidato i divieti del lockdown per scendere in piazza a Varsavia e manifestare controil disegno di legge che di fatto vieterebbe l'aborto legale in un paese che è tra quelli in Europa con le norme più restrittive. Il governo approfitta del coronavirus, attacca l'opposizione, per cancellare le norme attuali e far tornare la Polonia indietro sul fronte dei diritti. 

La manifestanti hanno assicurato di aver rispettato le prescrizioni anti-virus, ma la polizia è intervenuta lo stesso per bloccarle. Così la rivolta si è trasferita sui social, sostenuta anche da Amnesty Europe.



 


Un tentativo simile in Polonia  era già stato fatto nel 2016 ma le proteste di piazza e la mobilitazione delle donne avevano bloccato il disegno di legge. Adesso il lockdown impedisce le manifestazioni e dunque toglie forza alle proteste lasciando il parlamento libero di far passare il disegno di legge che vieterebbe l'aborto anche in presenza di malformazione del feto. Il governo guidato dal premier conservatore Mateusz Morawiecki  sfrutterebbe a proprio favore l'emergenza sanitaria, attaccano le donne. Irene Donadio dell’International Planned Parenthood Federation (Ippf) European Network parla di
«tempismo estremamente cinico e vigliacco, siamo di fronte a un processo democratico anomalo: la legge sta passando senza che se ne parli minimamente sui media, occupati con il coronavirus», dice a Euronews.

 


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La legge sull'aborto in Polonia è tra le più restrittive in Europa: è permesso solo in caso di stupro, incesto, se la vita della madre è a rischio o se il feto presenta gravi malformazioni. Il disegno di legge in discussione in parlamento lo vieterebbe anche in quest'ultimo caso che riguarda il 98 percento degli aborti illegali nel Paese. Il presidente polacco del partito conservatore Pis, Andrzej Duda, ha più volte ribadito che praticare l’aborto quando sussistono queste condizioni equivale a un omicidio. Sono già  tra 100mila e 200mila le donne polacche che ogni anno abortiscono clandestinamente oppure ricorrone alle pillole abortive ordinate online e prese senza alcun controllo medico.

Un altro contestato disegno di legge mira a penalizzare la
«promozione del sesso tra minorenni», per i gruppi femministi equivale a vietare l'educazione sessuale a scuola.

A fianco delle donne polacche si mobilitano anche le associazioni italiane. «Combatti il virus non le donne», il messaggio lanciato sui social da NonUnaDiMeno.