Bufera sulla t-shirt in vendita al Carrefour: «Incita al femminicidio». La società: «Subito ritirata»

Bufera sulla t-shirt in vendita al Carrefour: «Incita al femminicidio». La società: «Subito ritirata»
di Veronica Cursi
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Sabato 26 Ottobre 2019, 11:54 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 09:58

Bufera per una t-shirt in vendita al Carrefour, la notissima catena di supermercati presente in tutta Italia. Una maglietta blu dove sono rappresentati due pupazzetti, un uomo e una donna, sta diventando un caso del web. Sulla t-shirt la donna, disegnata a mo' di fumetto, parla troppo e lui cosa fa? La butta di sotto. «Problem solved», c'è scritto a caratteri cubitali: ovvero problema risolto. La t-shirt ha scatenato diverse polemiche perché secondo qualcuno inciterebbe al femminicidio, tanto che Carrefour si è scusata dicendo che «la maglietta è stata messa in vendita per errore e verrà subito ritirata».
«Ho appena visto questa maglietta in vendita - scrive Monica Cirinnà, senatrice del Pd, pubblicando la foto della t-shirt in questione - Se una donna parla troppo, meglio liberarsene? L'azienda sposa questo messaggio? Gravissimo, specie in un paese in cui la violenza contro le donne è notizia di ogni giorno. Chiariscano, o dovrò buttare la mia tessera».

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Anche il Telefono Rosa si associa al messaggio della Cirinnà: «Se non chiariscono, tutte le volontarie del telefono rosa restituiranno la tessera. Ci spiace perché e’ stata una Azienda sensibile al problema della Violenza. Cosa e’ successo?». Qualcuno sui social prova a smorzare i toni: «È volgare, ma evidentemente ironico». Ma sono di più i commenti negativi: «Ironia esposta malissimo. Soprattutto in un momento storico e culturale in cui non c'è nulla da scherzare».

Pronta la risposta di Carrefour. Le due magliette sono state «poste erroneamente in vendita in un unico punto vendita di Roma, appartengono ad un lotto che non avrebbe dovuto essere commercializzato.
A seguito della segnalazione ricevuta nella giornata di ieri tramite social, Carrefour Italia ha immediatamente provveduto al ritiro delle magliette e contemporaneamente avviato una indagine interna per comprendere le dinamiche dell'accaduto».  «In questo modo è stato immediatamente chiarito che quanto accaduto è un mero errore materiale nel rifornimento di quel singolo punto vendita», si aggiunge nella nota. «Questa tipologia di prodotti è acquistata a seguito di una negoziazione con fornitori terzi che sottopongono per approvazione le grafiche delle magliette fornite. Il soggetto in particolare, insieme ad un altro, non è mai stato autorizzato da Carrefour Italia e l'azienda, accortasi alcuni mesi fa dell'errore di fornitura, aveva già provveduto al ritiro delle magliette dall'intera rete nazionale», conclude il gruppo.


Quella delle pubblicità sessiste è un tema molto discusso. Qualche giorno fa l'Anci è sceso in campo contro il dilagare delle affissioni pubblicitarie di stampo sessista. Fondo schiena al vento per far conoscere palestre, immagini volgari e ammiccanti per pubblicizzare istituti di bellezza, foto al limite del pornografico con particolari del corpo femminile ostentati e quasi osceni. Sono sempre più numerosi i Comuni che si sono già attivati per integrare il Regolamento comunale delle affissioni pubblicitarie inserendo una clausola di accettazione del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, che prevede di adottare modelli di comunicazione commerciale che non contengano immagini di violenza contro le donne, non lesive della dignità e che evitino il ricorso a stereotipi di genere, aderendo così all’invito rivolto dall’ANCI.

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