San Cataldo, una grande risorsa sprecata

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Lunedì 27 Marzo 2017, 21:19 - Ultimo aggiornamento: 21:24
Gentile direttore, sto seguendo e apprezzando molto la nuova campagna lanciata da Quotidiano sul recupero della marina di San Cataldo. E voglio fare i complimenti al giornale sempre più impegnato nelle battaglie concrete in difesa e per lo sviluppo del territorio. È incomprensibile come Lecce possa continuare a sprecare un'autentica risorsa che, se ben valorizzata, sarebbe in grado di creare nuovi posti di lavoro e incrementare il turismo nella nostra zona. Spero che questa battaglia, e la mobilitazione delle associazioni per il 13 marzo, porti agli stessi risultati delle vostre campagne per difendere le sedi di Bankitalia e del Tar a Lecce, per liberare il chiostro dei Celestini dalle auto, per sollecitare l'attenzione di Regione, Governo e Unione europea sul flagello della xylella, per l'arrivo del Frecciarossa nel Salento, per la rimozione dopo vent'anni dei vertici delle Ferrovie Sud Est, per l'illuminazione della basilica di Santa Croce rimasta al buio oltre quattro mesi. Lo spero molto, ma stavolta ne dubito visto il consolidato “muro di gomma” dell'amministrazione comunale.

Bernardetta Favale (Lecce)

 

Cara lettrice, ho qualche dubbio anche io, avendo constatato giorno dopo giorno la resistenza di quello che lei chiama “muro di gomma”, ma le battaglie perse - sicuramente perse - sono quelle che nemmeno si cominciano a  combattere. Intanto, un primo risultato è stato ottenuto: dopo i paginoni pubblicati in questi giorni su Quotidiano - con il puntuale reportage della collega Paola Ancora, con le lettere di denunce inviate dai cittadini, con le interviste a urbanisti e operatori turistici, con la mobilitazione delle associazioni per la manifestazione del 13 marzo - la giunta comunale di Lecce ha deliberato gli interventi per la pulizia delle aiuole e convocato per lunedì prossimo una conferenza aperta con l'intento di fare il punto sugli investimenti fin qui effettuati nelle marine leccesi e sui progetti in campo. Il nostro auspicio è che non si scada nella pura propaganda e nella fumosa politica degli annunci. Si decida, nella conferenza di lunedì, ciò che si può fare qui ed ora, prima dell'inizio della stagione balneare, stabilendo anche un cronoprogramma. Penso che i tempi siano maturi perché Lecce, oltre che città d'arte, diventi anche una “città di mare”, valorizzando nel migliore dei modi la propria linea costiera. Fare oggi un giro per San Cataldo - ci vado quasi ogni giorno in bicicletta - significa trovarsi di fronte a uno scenario mortificante, decadente, di abbandono. E sale la rabbia perché, nonostante le brutture edilizie che pure sono state compiute nei decenni passati, resta un angolo bellissimo, a pochi minuti dal centro della città. Al di là dei grandi progetti urbanistici di riqualificazione e trasformazione, che pure sono strategicamente importanti ma necessitano di tempi lunghi, potrebbero bastare pochi ma significativi interventi per rimuovere da subito le situazioni di maggiore degrado. Può essere la volta buona. Il nostro giornale - che come è noto è considerato dagli amministratori locali un “covo di boicottatori” - anche stavolta ha svolto il suo compito, accendendo non solo i riflettori sulle criticità, ma indicando le possibili soluzioni. Ora tocca agli altri. Tocca proprio a chi ci considera “boicottatori”. 
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