Turismo nautico senza posti: rischio fuga dai porti del Salento. L'allarme dei sindaci

Turismo nautico senza posti: rischio fuga dai porti del Salento. L'allarme dei sindaci
di Elio PAIANO
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Sabato 19 Giugno 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 12:55

Un altro passo indietro sul fronte dei posti barca: prima Otranto, ora Castro, domani chissà. Eppure doveva essere la stagione della svolta per la capacità attrattiva del Salento. Quella in cui, terminata la fase acuta della pandemia, la domanda di turismo nautico avrebbe dovuto incontrare un’offerta migliorata. Tutt’altro. I numeri restano bassi e, anzi, calano. Con il 2021 che rischia di peggiorare rispetto agli anni precedenti e l’Adriatico che diventa l’anello sempre più debole della catena. E i sindaci costieri - da Otranto a Castro - che rilanciano l’allarme: «Una grande occasione perduta di sviluppo e il rischio che i diportisti vadano altrove. All’estero, innanzitutto, in cerca di altri attracchi». 

Il caso Otranto: solo 200 posti, ma bocciate 300 richieste


I numeri, dunque. La carenza di posti barca sull’Adriatico è ormai cronica. Ad Otranto arriveranno i 200 posti dai pontili il cui montaggio partirà (finalmente) dopodomani: un calo del 50% degli ormeggi rispetto allo scorso anno, a fronte di 500 domande pervenute. E, dicono gli addetti ai lavori, di altrettante che neanche sono state inoltrate per mancanza di requisiti o rinunciando in partenza alla possibilità di avere risposta affermativa. 
Del resto, i circa 3mila posti barca complessivi della costa salentina sono ormai ridicoli a fronte di un aumento del 40/50% - questo il calcolo - delle richieste da due anni a questa parte. Lo scorso anno, solo per fare un esempio, per tutto agosto le barche di media e grande misura in attesa (vana) di un ormeggio ad Otranto erano dalle 40 alle 50 al giorno. Un’intera economia costretta ad andare via, altrove, verso i porti di Tivat in Montenegro, Orikum in Albania e della vicina Grecia. L’elenco è impietoso: a San Foca (a nord di Otranto) non più di 500 posti barca, sempre occupati; 55 per piccoli imbarcazioni a Porto Miggiano, 200 a Tricase Porto (sempre piena). Molti di più a Leuca 700, ma anche qui tutto pieno. 

Emergenza Castro: fondali bassi, posti a rischio


Poi ci sono i 110 posti del porto di Castro che, nel Basso Adriatico, potrebbero risolvere qualche problema. Potrebbero, appunto. Perché anche qui, come a Otranto, non mancano i problemi. «Speriamo di poter effettuare il dragaggio del porto subito dopo l’estate - dice il sindaco di Castro, Luigi Fersini - e per quella data di avere tutti i pareri. Lo studio preliminare ha evidenziato che abbiamo perduto dagli 80 ai 150 centimetri d’acqua, e le barche sono al limite. Abbiamo fatto i salti mortali per sistemarle tutte. Basti pensare che abbiamo dovuto anche mettere in sicurezza il costone roccioso». In questi giorni, a Castro, si sta facendo il massimo per evitare un altro calo di posti barca.

Con tante richieste che, contestualmente alla ripresa del turismo nautico, sono state respinte. «Certo - conclude il sindaco - e avessimo posto, tutti vorrebbero venire a Castro. E, invece, siamo costretti a dire di no. Lavoro, indotto e stipendi che si perdono».

I sindaci in campo: «Servono nuove infrastrutture»

 


La cartina di tornasole di tutto il Salento: domande respinte, offerta insufficiente. Si prova a guardare al futuro prossimo: il nuovo porto di Otranto «con la società Condotte Spa che a luglio prenderà la concessione cinquantennale - spiega il sindaco Pierpaolo Cariddi - anche se non sappiamo ancora chi si aggiudicherà la costruzione dell’infrastruttura e speriamo si faccia presto». 
Un grande porto “marina” che non risolverà il problema della carenza di posti: teoricamente potrebbe ospitare 700 barche ma, privilegiando yacht e cabinati, la previsione si ferma a 400, 450 posti. La diportistica soffre per mancanza di programmazione infrastrutturale: cantieri nautici e aziende che danno lavoro a centinaia di addetti che potrebbero operare tra costruzione di natanti, manutenzioni, rimessaggio e così via. Con spazi all’aperto nel raggio di 20-30 km da Otranto trasformati in garage di barche posteggiate li, nella vana attesa di poter raggiungere, un giorno, un ormeggio.

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