Terremoto xylella/La Procura blocca le eradicazioni: dieci indagati (anche Silletti), ulivi sequestrati. Emiliano: «Regione parte civile»

Terremoto xylella/La Procura blocca le eradicazioni: dieci indagati (anche Silletti), ulivi sequestrati. Emiliano: «Regione parte civile»
4 Minuti di Lettura
Venerdì 18 Dicembre 2015, 18:44 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 13:43

Terremoto sul piano di contenimento della diffusione della xylella fastidiosa. La Procura di Lecce esce allo scoperto con un decreto di sequestro preventivo che blocca le eradicazioni degli ulivi. E mette sott’inchiesta i protagonisti della lotta contro l’essiccamento rapido. Primo fra tutti il colonnello della Forestale, Giuseppe Silletti, 62 anni, commissario per l'emergenza xylella e responsabile dei due piani di intervento che portano il suo nome.



I nomi. Le 58 pagine di decreto di sequestro preventivo a firma del procuratore capo Cataldo Motta, dell’aggiunto Elsa Valeria Mignone e del sostituto Roberta Licci sono in corso di notificazione in queste ore e riguardano anche Antonio Guario, 64 anni, nel ruolo di ex dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale di Bari; Giuseppe D’Onghia, 59 anni, dirigente del Servizio Agricoltura area politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia”; Silvio Schito, 59 anni, dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale di Bari, Giuseppe Blasi, 54 anni, capo dipartimento delle Politiche europee ed internazionali e dello Sviluppo rurale del Servizio fitosanitario centrale; Nicola Vito Savino, 66 anni, docente universitario e direttore del centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura Basile Caramia” di Locorotondo; Franco Nigro, 53 anni, micologo di Patologia vegetale dell’università di Bari; Donato Boscia, 58 anni, responsabile della sede operativa del Cnr dell’istituto per la Protezione sostenibile delle piante; Maria Saponari, 43 anni, ricercatrice del Cnr dell’istituto per la Protezione sostenibile delle piante; e Franco Valentini, 44 anni, ricercatore dello Iam di Valenzano.

I reati contestati. L’inchiesta dell’aggiunto Mignone e del sostituto Licci contesta violazioni colpose e dolose delle disposizioni ambientali, diffusione di una malattia delle piante, falso ideologico, turbativa violenta del possesso di cose immobili in merito all’obbligo delle eradicazioni, nonché deturpamento o distruzione di bellezze naturali.

Gli sviluppi. La Procura di Lecce che indaga dopo gli esposti presentati nella primavera dell’anno scorso dalle associazioni ambientaliste, ribalta le certezze sull’efficacia del piano Silletti annunciate dall’Unione europea e dal Ministero delle Politiche agricole: non vi sarebbe prova - secondo la Procura - che la Xylella fastidiosa sia stata importata dal Costarica. Come non vi sarebbe prova dell’efficacia delle eradicazioni, anzi l’essiccamento non ha fatto altro che aumentare. Ci sarebbe invece un concreto pericolo per l’incolumità della salute pubblica con l’uso massiccio di pesticidi, alcuni dei quali vietati ed autorizzati in via straordinaria: già nel 2008, quando ancora non si parlava ufficialmente di Xylella, nel Salento ne furono impiegati 573mila 465 chili su 2 milioni 237mila 792 chili in tutta Italia.
L’attenzione è tutta sui campi di sperimentazione della lebbra dell’ulivo: gli stessi dove si è poi diffusa la Xylella. Fra questi la zona fra Gallipoli, Alezio e Taviano, Lecce nel parco Rauccio, il Nord Salento fra Sud e Trepuzzi ed il Sud di Brindisi. Le istituzioni sono state accusate di aver avuto un approccio scientifico univoco che non ha fermato il disseccamento ed ha invece messo in pericolo la salute della popolazione.
Gli avvisi di garanzia sono legati al provvedimento di sequestro preventivo, provvedimento che rende necessario informare le persone coinvolte nelle indagini. L'inchiesta prosegue.

Emiliano: una liberazione
«La notizia del provvedimento di sequestro da parte della Procura della Repubblica di Lecce è arrivata come una liberazione». Così il governatore Michele Emiliano, che in serata ha rilasciato un'intervista che sarà pubblicatra nell'edizione di domani del Quotidiano di Puglia. «Finalmente - dice il presidente della Regione - avremo a disposizione dati tecnici ed investigativi per discutere con l'Unione europea della strategia finora attuata per contrastare la Xylella, fondata essenzialmente sull'eradicazione di massa di alberi malati e sani».
La strategia dell'Europa, sottolinea Emiliano, «viene messa totalmente in dubbio dalle indagini effettuate da magistrati scrupolosi, prestigiosi e notoriamente stimati per la prudenza che li ha sempre contraddistinti nell'esercizio delle funzioni. Credo anche che possiamo considerare chiusa la fase della cosiddetta emergenza. La malattia è ormai insediata, e non può più essere totalmente debellata. Dobbiamo dunque riscrivere da zero le direttive da impartire agli agricoltori e a tutti gli altri soggetti interessati, che potranno consistere in tutti quegli atti e quelle azioni che non comportino l'eradicazione delle piante». In caso di rinvio a giudizio la Regione si costituirà parte civile contro gli imputati.

Silletti: operiamo in difesa del paesaggio
«Stiamo operando in difesa del paesaggio in modo opposto a quello della xyella».

Lo ha detto il commissario straordinario per l'emergenza xylella, Giuseppe Silletti, indagato nell'inchiesta della Procura di Lecce. «Se si guarda a Gallipoli quello che ha fatto la xylella, che ha distrutto il paesaggio e tutti gli ulivi - ha aggiunto - si comprende che stiamo operando in modo semplicemente opposto. Così come stiamo cercando di fermare il batterio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA