Predoni nelle campagne del Salento: rubati altri 200 ulivi resistenti alla xylella. Coldiretti: «Destinati al mercato parallelo, intervenga l'Esercito»

Predoni nelle campagne del Salento: rubati altri 200 ulivi resistenti alla xylella. Coldiretti: «Destinati al mercato parallelo, intervenga l'Esercito»
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Martedì 11 Maggio 2021, 20:30 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 08:30

Salento, rubati 200 ulivi resistenti alla Xylella a un giovane agricoltore di Vernole. Lo denuncia la Coldiretti sottolineando che con «l'emergenza Covid è cresciuto il fenomeno della criminalità nelle campagne, con il moltiplicarsi a Lecce dei furti delle piante di ulivo appena piantumate, un vile atto che stronca i sogni dei giovani agricoltori di ricominciare a lavorare e produrre dopo il disastro ambientale, paesaggistico e produttivo causato dalla Xylella fastidiosa».

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Furti nelle campagne, impennata di casi

«Il fenomeno della criminalità nelle campagne - afferma Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce - non lascia scampo neppure all'area infetta da Xylella, con l'aumento di casi segnalati di furti di piante di ulivo Favolosa e Leccino appena piantumate e che spariscono nottetempo per mano di ignoti.

Sono atti vergognosi e inaccettabili che vanno fermati con ogni mezzo, anche con l'intervento dell'Esercito». In provincia di Lecce gli olivicoltori, dopo anni di blocco produttivo a causa della Xylella e della burocrazia - evidenzia Coldiretti - stanno «timidamente iniziando a reimpiantare e c'è chi vigliaccamente toglie nuovamente una speranza di futuro alle imprese agricole, rubando le piante di ulivo appena piantumate». «Saranno le forze dell'ordine a fare le opportune indagini - aggiunge il presidente Cantele - ma è immaginabile che le piante rubate siano destinate al mercato parallelo delle piante resistenti che sarà sempre più appetibile perché si alimenterà in maniera direttamente proporzionale alla crescita dei reimpianti». Altrettanto a rischio, conclude Coldiretti, è il settore «viticolo con bande organizzate che rubano barbatelle appena messe a dimora nell'area a nord di Lecce, teste degli idranti dei pozzi artesiani spariti a Salice Salentino e a Guagnano, e cavi di ferro tagliati delle spalliere con gravissimi danni ai vigneti».

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