Violenze sulla figlia piccola: medico condannato

Violenze sulla figlia piccola: medico condannato
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Giovedì 4 Luglio 2019, 08:52
Condannato a dieci anni di reclusione il medico leccese di 56 anni arrestato a dicembre del 2012 con l'accusa di avere violentato la figlia fin da quando aveva cinque anni. E per nove anni di seguito.
Abusi, dunque, che sarebbero stati commessi per un tempo molto lungo. Questi i fatti finiti in Tribunale.
I giudici della seconda sezione penale (presidente Roberto Tanisi) hanno accolto la richiesta del pubblico ministero della Procura di Lecce, Carmen Ruggiero, titolare dell'inchiesta che ha contestato la violenza sessuale aggravata dalla continuazione, dalla tenera età della bimba e dal ruolo di padre.

Il processo ha, dunque, detto che l'impianto accusatorio non è stato solo il frutto della congiura ordita dal rancore della ex moglie, nel momento in cui le sarebbe stato rifiutato un ulteriore sostegno economico da aggiungere all'assegno di mantenimento.
Il dispositivo della sentenza ha previsto anche che l'imputato risarcisca le vittime di questa triste vicenda, e non solo la figlia, nel processo civile. Intanto è stata disposta l'immediata liquidazione di 50mila euro alla figlia ormai maggiorenne e 20mila euro per la ex moglie, entrambi parti civili con l'avvocato Daniela D'Amuri. Stesso importo per il nuovo compagno della donna e per i suoi genitori, rappresentanti nel processo dagli avvocati Loredana Massari e Giampaola Gambino.

Tre mesi il termine indicato per il deposito delle motivazioni della sentenza che sarà impugnata dagli avvocati difensori Luigi Rella e Rosario Almiento.
Sentenza di primo grado, per adesso. E, dunque, non definitiva. Sull'esito del processo ha influito la testimonianza della figlia dell'imputato acquisita nel corso delle indagini con l'incidente probatorio. Come anche sulle testimonianze della baby sitter e di una paziente.
La ragazza, nel 2013, raccontò gli stessi episodi che nel 2012 costarono l'arresto del padre: avrebbe cominciato ad avere un atteggiamento morboso e ad accarezzarla. Un atteggiamento che nulla avrebbe avuto a che fare con l'affetto e l'amore paterno.
Il medico avrebbe approfittato di lei quelle volte che si sarebbero trovati soli. Per infilarsi nel suo letto. A casa del padre ed anche durante le vacanze trascorse insieme lontani da Lecce.

Per nove anni di seguito, come si diceva. Un particolare che colpisce molto. Fino a quando - questa la ricostruzione fatta ai giudici - lei cominciò a confessarsi con la nonna materna mentre guardavano in televisione un programma sulla tragedia di Sarah Scazzi. Una svolta, appunto.
Quanto alla baby sitter, ha parlato piuttosto di atteggiamento morboso dell'imputato e anche che ad un certo punto le avrebbe fatto capire di gradire la sua compagnia di donna. Ma non finisce qui perché anche la paziente avrebbe parlato di situazioni di imbarazzo in cui si sarebbe trovata con il suo medico. Come se, insomma, fosse ossessionato dalle donne e dal sesso, quel medico. Anche se la donna che si sarebbe trovato difronte sarebbe stata sua figlia.
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