Tre ville al mare con dune private: scattano i sigilli e la spiaggia torna pubblica

Tre ville al mare con dune private: scattano i sigilli e la spiaggia torna pubblica
di Francesco DE PASCALIS
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Martedì 14 Luglio 2020, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 14:04
Arenile e cultura della legalità: binomio imperfetto. Le prove? Purtroppo tante e reiterate. Basti pensare, per esempio, che a Porto Cesareo, bellezza naturale unica con i suoi oltre 15 chilometri di litorale costiero basso e sabbioso, solo nell'ultima settimana la Compagnia dei Carabinieri di Campi Salentina diretta dal comandante Alan Trucchi e la locale stazione guidata dal maresciallo Antonio Palamà, hanno posto sotto sequestro e denunciato, i proprietari di due noti stabilimenti balneari perché sprovvisti delle autorizzazioni demaniali per svolgere la loro attività. Si tratta di Riva degli Angeli sul litorale nord di Torre Lapillo e di Lido Canne, storico stabilimento sito sulla via dei bacini, che già la scorsa stagione estiva, era balzato agli onori delle cronache per problemi con la giustizia.

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Eppure la notizia più importante delle ultime ore è un'altra, e di tenore opposto alle prime. Tant'è che ha destato lo stupore e l'approvazione di centinaia di bagnati abituali frequentatori della baia grande cesarina che va da Torre Chianca a Torre Lapillo. Qui nel tratto di spiaggia compreso tra il Goa e il Lido Belvedere, è tornato nella disponibilità del pubblico demanio, un tratto di 200 metri di dune e fronte spiaggia, sequestrati a tre distinti proprietari con tre diversi provvedimenti. I soggetti in questione lo avevano ricompreso, naturalmente deturpandolo, nella loro proprietà privata sita ad una ventina di metri dal bagnasciuga. Era il febbraio del 2020, quando i militari della locale stazione dei Carabinieri, scoprivamo che tre proprietari di ville a ridosso del mare, avevano arbitrariamente recintato pezzi di dune ed addirittura spiaggia libera. Da qui i sigilli all'ampia zona per la quale fu nominato custode giudiziario il primo cittadino di Porto Cesareo Salvatore Albano. La svolta, bella e significativa si ebbe poi subito dopo i sequestri dell'autorità giudiziaria. Gli indagati infatti di concerto con i loro legali chiesero di poter restituire l'area demaniale arbitrariamente occupata dichiarando di provvedere quando prima, come peraltro comunicato ed accordato dalla Procura di Lecce, al ripristino dello stato dei luoghi ed alla dovuta restituzione dell'arenile al demanio ed ai bagnanti. In queste ore sono stati gli stessi Carabinieri di Porto Cesareo, ha visionare la zona e provvedere con adeguato reportage ad informare le autorità competenti.

Quasi a mettere il sigillo su un'operazione già di suo importante e bella, sono arrivate nelle ultime ore le congratulazioni dei volontari del locale circolo di Legambiente Porto Cesareo, diretto dall'avvocato Luigi Massimiliano Aquaro, che con i tanti soci sono da sempre sentinelle di un territorio delicato e fragile. «Legambiente Porto Cesareo manifesta vivo apprezzamento e plauso ai Carabinieri per le operazioni di servizio messe a segno e per la restituzione alla collettività di un bene così prezioso quale le bianche dune di sabbia conchiglifera dell'arenile cesarino - afferma soddisfatto Aquaro - . L'augurio ora è quello di vedere applicare la legge regionale Puglia numero 3 del 2015 che sanziona pesantemente chi deturpa il nostro delicatissimo ecosistema e, soprattutto, che l'esempio importante e significativo, valga a scongiurare simili comportamenti che nemmeno il lockdown è riuscito a scongiurare. Avanti senza paura a difesa del nostro territorio».
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