Villa comunale: «A piedi nudi sul prato»
C'è il sì del Comune di Lecce

Villa comunale: «A piedi nudi sul prato» C'è il sì del Comune di Lecce
di Stefano MARTELLA
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Sabato 9 Aprile 2016, 13:58
«Cercheremo di modificare l’ordinanza sindacale che vieta di calpestare l’erba della villa comunale». Ad affermarlo è Gaetano Messuti, vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici e al Verde pubblico, che prende posizione sulla petizione, lanciata su change.org da un gruppo di cittadini leccesi, in cui si chiede all’amministrazione comunale di rendere più libero l’accesso alla villa comunale, soprattutto riguardo la possibilità per i più piccoli di stendersi, calpestare e giocare sul prato delle aiuole.
Infatti, attualmente, gli avventori del polmone verde del centro cittadino sono impossibilitati a scavalcare le recinzioni del prato, che deve rimanere immolato. Su di esso sono affissi dei cartelli con la scritta “Vietato calpestare le aiuole”, a controllare gli occhi attenti dei vigili urbani, per i trasgressori rimproveri e, nei peggiori dei casi, sanzioni.
A vietare l’entrata nelle aree verdi è una ordinanza sindacale del lontano 1997 che ancora oggi regola l’accesso alle zone verdi e l’uso della villa comunale
«Chiediamo di poter usufruire del prato della villa - afferma Valeria Girau, dell’associazione Musica Humana che ha lanciato la petizione - l’unico spazio verde nel centro storico di Lecce e uno dei pochi luoghi freschi durante l’estate, dove con gli altri genitori ci raduniamo insieme ai nostri bambini. Succede ad ogni cittadino di Roma, di Berlino, di New York, di Amsterdam, di Bangkok, di Tokyo. Non vedo perché non debba succedere anche nel cuore di Lecce. È una esigenza particolarmente sentita dai leccesi - conclude la stessa Girau facendosi portavoce di centinaia di richieste - e le 400 firme raggiunte dalla petizione in meno di 48 ore ne sono la prova».
E dall’amministrazione arrivano segnali di apertura sulla possibilità di “liberare” le aiuole della villa comunale. Messuti apre alla possibilità di accogliere le istanze della petizione ma difende comunque l’ordinanza attuale, mettendo l’accento sulla necessità di avere tipologie differenti di spazi verdi: «La villa comunale fu realizzata secondo la concezione del giardino all’italiana, quindi con delle recinzioni sulle poche aiuole che presentano il prato - afferma Gaetano Messuti - quindi va letta in questo senso l’ordinanza in vigore. Non è segno di arretratezza. Sono concepiti in maniera diversa i parchi di Belloluogo e delle Cave di Marco Vito. Questi sono parchi modello europeo, quindi calpestabili e pienamente fruibili. Anche in altre città del mondo ci sono queste differenze, con parchi all’europea e parchi all’italiana. Comunque l’ordinanza sindacale si può modificare».
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