Il rondò della discordia: ecco il progetto che ha chiuso la villa dell'800

Il rondò della discordia: ecco il progetto che ha chiuso la villa dell'800
di Francesco DE PASCALIS
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Giovedì 23 Febbraio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 14:50

Eccola, vista da dentro “Villa Luisa”, memoria storica di Villa Convento, edificata più di due secoli fa, a pochi metri dalla piazzetta della storica chiesa Convento che dà il nome alla comunità. Eccolo il suo rigoglioso giardino pieno di essenze arboree ed alberi secolari o, meglio, quello che è rimasto, considerando che oltre 500 metri quadri sono stati espropriati per la realizzazione della grande rotatoria che fa bella mostra di sé nel cuore della frazione di Novoli bloccando l’accesso all’ingresso monumentale della villa. A raccontare la sua verità è il noto professionista che qui abita (in qualità di locatario in comodato d’uso) assieme alla sua famiglia. È stato lui a ristrutturare la dimora a sue spese. Una lunga storia di progetti, espropri e sicuri contenziosi. 

Il racconto del professionista

«Leggo con stupore le dichiarazioni rilasciate dal figlio dell’attuale proprietaria, la signora Luisa Lotteria - attacca - che ho avuto la sfortuna di incontrare otto anni addietro e con i quali ho chiuso un contratto di comodato a scomputo di un importante investimento fatto sulla loro proprietà abbandonata, non abitabile dentro, fuori e negli oltre 5.000 metri di giardino e vecchio frutteto esistente sulla parte retrostante.

Circa due anni fa il figlio della proprietaria ha omesso di comunicare a me e alla mia famiglia la realizzazione della mega rotatoria e l’esproprio del giardino antistante, posto da sempre sull’incrocio tra tre strade provinciali. Quando nel gennaio del 2022 sono arrivati i tecnici della Provincia per puntellare l’area interna espropriata a mia totale insaputa, l’ho chiamato e lui da Milano, dove risiede, si è precipitato a Villa Convento. Poi con grande stupore mi ha raccontato che era completamente all’oscuro di tutto quello che stava accadendo, nonostante avessero, lui e la madre, già acconsentito all’esproprio ed accettato il progetto definitivo della Provincia, poi approvato senza alcun tipo di osservazione dal consiglio comunale di Novoli». 

La visita in Provincia e l'amara scoperta

Il professionista si attiva coinvolgendo l’ingegner Luigi Del Grosso per capire i fatti e cercare una soluzione. «È così che vengo a capo del progetto esecutivo approvato, realizzato dal progettista, l’ingegnere Dario Perrone, incaricato dalla Provincia, il quale ha completamente dimenticato l’esistenza stessa dell’antica dimora storica, prevedendo il totale abbattimento dell’ingresso monumentale risalente primi dell’Ottocento, dimenticando l’accesso carrabile e murando di fatto con nuova perimetrazione la villa. A questo punto con l’ingegner Del Grosso e con il figlio della proprietaria, mi reco presso l’ufficio tecnico di Novoli, per capire, a progetto ultimato, come si potesse entrare nella dimora da me abitata. E qui scopriamo l’assurda soluzione proposta, e mai formalizzata, che prevedeva la costruzione ex novo di un accesso con strada, perimetrazione ed impianti, da realizzarsi a 100 metri di distanza dall’ingresso monumentale di Villa Luisa, in un terreno di campagna adiacente alla stessa. Una soluzione che avrebbe comportato la distruzione dell’antico giardino e di tutte le grandi piante secolari presenti, con l’obiettivo di intercettare il viale d’accesso all’abitazione che da sempre è uno dei principali elementi di pregio di Vila Lusia. È stato l’ufficio tecnico di Novoli - continua ancora il professionista -, guidato allora dall’ingegner Giuseppe Carrone, alla presenza anche dell’assessore Tonio Roma, a comunicarci che il progetto così come descritto era stato già approvato dal Comune, senza nessuna opposizione della proprietà. A questo punto non ci rimaneva altro, che recarci presso l’ufficio tecnico della Provincia, che rendendosi conto dell’improbabile proposta, per minimizzare l’impatto devastante dell’ingresso, accetta senza predisporre variante al progetto definitivo, un nuovo accordo per lasciare la parte finale con cancello elettrificato unicamente come ingresso pedonale».

Il "giallo" del secondo ingresso

Ed il secondo ingresso? «L’unico modo per uscire da casa con le auto - spiega - era quello di ripristinare un’entrata decentrata, già presente nell’abitazione e non intaccata dal progetto della Provincia, accesso da me sbarrato a causa di due furti subiti. Abbiamo quindi deciso di riaprire quel portone arretrandolo, oggi unico modo per arrivare alla frazione ed usufruire dei servizi, anche se, per raggiungere l’abitato, siamo costretti a svoltare solo a destra verso Carmiano e cercare qualche svincolo utile per tornare indietro verso la frazione». Da qui l’amara conclusione del professionista: «Il 16 febbraio scorso, l’accordo raggiunto con la Provincia, ossia lasciare quello che resta dell’ingresso monumentale come uscita pedonale, è stato smentito e l’ingresso è stato chiuso da un lungo guardrail, per il quale pende la denuncia penale presentata ai carabinieri di Novoli ed alla Procura di Lecce. Spero che gli organi competenti facciano piena luce di questa assurda vicenda e mi consentano di uscire a piedi dalla mia abitazione, smantellando quell’orribile obbrobrio che sta facendo ridere l’intera opinione pubblica italiana».
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