Il magistrato: «Vigili zelanti come al Nord». Il comandante si offende: «Allora basta controlli». La difficile mediazione del sindaco

Il magistrato: «Vigili zelanti come al Nord». Il comandante si offende: «Allora basta controlli». La difficile mediazione del sindaco
di Antonella MARGARITO
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Mercoledì 16 Settembre 2020, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 15:49

Il caso del sequestro dei tavoli al ristorante Lo Scoglio delle Sirene di Gallipoli, prima finito sul web e poi in tribunale, porta ancora con sé uno strascico di polemiche. Con il magistrato che bacchetta l'eccessivo zelo dei vigili, il comandante dei vigili che se la prende e minaccia di non fare più controlli e il sindaco, Stefano Minerva, che cerca di riportare la pace. «È chiaro che si tratta di una provocazione, uno sfogo di chi sa di aver fatto nulla di più e nulla di meno del proprio dovere»: così Minerva chiarisce la natura delle dichiarazioni del comandante di Polizia Municipale di Gallipoli, Antonio Morelli, che all'indomani dell'archiviazione della procedura sul sequestro di tavolini e suppellettili, avvenuto lo scorso giugno al ristorante Lo Scoglio delle Sirene, ha detto che non avrebbe mai più effettuato controlli.

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Una frase che il sindaco interpreta come una provocazione «anche perché il Comandante Morelli - sottolinea Minerva - ha continuato a fare il suo lavoro, come comprovato dalle multe fatte in questi ultimi giorni». Ma è proprio il comandante a esplicitare ancora meglio il concetto: «Non volevo dire che in generale non farò più controlli, ma nello specifico eviterò quelli che rientrano nel penale, come per esempio il caso dell'occupazione di suolo pubblico. Un problema, questo, che evidentemente a Gallipoli continuerà a esistere. Un fenomeno che ho provato, invece, ad arginare in maniera veloce e drastica anche perché tante persone si lamentavano di questa occupazione selvaggia».

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Una maniera “veloce e drastica” che è stata censurata dal sostituto procuratore che ha valutato la vexata quaestio, Luigi Mastroniani, ritenendo esagerato il comportamento dei vigili e del comandante, anche in merito alla presunta resistenza a pubblico ufficiale. Questi i fatti: il sequestro avvenne mentre al tavolo erano seduti dei clienti che stavano pranzando e assunse toni forti nel momento in cui il figlio del titolare del ristorante tentava di spostare e mettere in salvo alcune suppellettili che stavano per essere sequestrate. Da qui la resistenza a pubblico ufficiale. Il tutto comprovato da un filmato che aveva fatto poi il giro del web. «Dovendosi ritenere del tutto infondata nella parte in cui prospetta l'ipotesi di resistenza a pubblico ufficiale - si legge nel dispositivo - come può evincersi dalla visione dei filmati allegati in atti, che ritraggono gli agenti di polizia municipale mentre, all'ora di pranzo e con i clienti seduti ai tavoli, intervengono di propria iniziativa presso il locale ristorante nell'intento di disporre il sequestro dei tavoli collocati sul marciapiede, con un singolare zelo degno di una tipica amministrazione comunale di paesi nordici votata a perseguire ogni minima forma di illegalità diffusa sul territorio».

Questa la frase che non è andata giù al comandante e non solo a lui. Quasi a dire che la legalità ha forme diverse a seconda che ci si trovi al Nord o al Sud? Questo si chiede il Comandante Morelli, che aggiunge: «Il Csm dovrebbe chiarire a quale latitudine si comincia ad applicare la norma penale.

Quello che ha detto il magistrato è anche discriminatorio nei confronti di chi commette reato a Nord e viene condannato, mentre al Sud viene perdonato». Un perdono che il sostituto procuratore giustifica anche meglio: «Il danno arrecato è esiguo - conclude - trattandosi della collocazione provvisoria di tavoli su un tratto di marciapiede per ampliare la ricettività del ristorante in un periodo di grave crisi economica per il settore a causa del lockdown».

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