Vaccini con il contagocce e in ritardo: le prime 20mila dosi per i medici di famiglia

Vaccini con il contagocce e in ritardo: le prime 20mila dosi per i medici di famiglia
di Maddalena MONGIò
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Martedì 13 Ottobre 2020, 07:34 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 23:56

Primo passo, ma i ritmi sono ancora lenti a causa di alcuni ritardi: ieri Sanitaservice cominciato la distribuzione, nei 10 distretti socio-sanitari dell'Asl di Lecce, delle prime 20mila dosi di vaccino anti-influenza e, quindi, da oggi i medici di famiglia potranno ritirarli nei distretti di competenza. Con le vaccinazioni che, salvo imprevisti, potrebbero già cominciare tra oggi e domani nei propri studi.

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Ritardi, si diceva, e che sull'asse Bari-Lecce si sta cercando di colmare in questi giorni per non lasciare troppo a lungo scoperta la platea salentina equivalente a 283mila dosi che il Servizio di Igiene Pubblica della Asl, diretto da Alberto Fedele, ha richiesto per destinarli agli aventi diritto alla somministrazione gratuita. E nella serata di ieri le cifre sono state aggiornate: altre 15mila dosi, sempre per la somministrazione gratuita, arriveranno nella giornata di domani e la consegna di altre 15mila dosi è prevista per venerdì. Per un totale, entro la settimana, di 50mila dosi che restano, in ogni caso, ancora lontane dal traguardo quasi sei volte da raggiungere in tempi quanto più rapidi possibile.


Va ricordato che quest'anno la platea è stata aumentata per effetto del Covid. L'obiettivo è quello di vaccinare massicciamente contro l'influenza in modo da evitare che le persone arrivino in pronto soccorso con sintomi respiratori, febbre e tosse che devono, necessariamente, far scattare le precauzioni di sospetto Covid. L'anno scorso si partiva dagli over 65, quest'anno dagli over 60 e poi hanno diritto alla somministrazione gratuita gli addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettivo, anche del settore privato: scuola, mense, vigili del fuoco, forze dell'ordine.


Nell'elenco ci sono anche le donne in gravidanza, i donatori di sangue, gli allevatori a contatto con animali perché potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani, gli operatori sanitari (per loro la vaccinazione è obbligatoria da quest'anno), i malati cronici ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all'influenza, i ricoverati di qualunque età, i pazienti cronici di qualsiasi età.

Intanto i medici di famiglia si stanno organizzando. Da ieri, quindi, i medici possono ritirare i vaccini e i primi a essere vaccinati saranno gli stessi medici di famiglia, gli specialisti ambulatoriali, gli infermieri del territorio. Insieme alla vaccinazione di tutte le categorie previste da Piano di vaccinazione antinfluenzale nazionale.


«Cominceremo subito - avverte Alberto Andrani, segretario provinciale della Fimmg Lecce - vaccinando gli operatori sanitari del territorio e gli aventi diritto. La popolazione target, quest'anno parte dai 60 anni. In prima battuta vaccineremo le persone di queste coorti di età, anche perché la maggior parte degli over 75enni sono pazienti che sono nell'assistenza domiciliare e, quindi, andremo a vaccinarli a domicilio. Poi chiameremo i pazienti più giovani, ma con patologie, quindi i 50enni con patologie croniche e a chi è impegnato nei servizi pubblici. Infine daremo accesso libero a tutti i pazienti che non rientrano negli aventi diritto. Saremo impegnati da metà ottobre a metà novembre».
Questa la tabella di marcia. Poi, ogni medico di medicina generale si organizza secondo le necessità dei suoi pazienti, perciò c'è chi parte dagli over 75, chi dai cardiopatici, chi dai pazienti con patologie croniche in generale. Per ridurre significativamente la diffusione dell'influenza e le sue complicanze, nonché la mortalità, occorre raggiungere una copertura di vaccinati di almeno il 75 per cento come obiettivo minimo e del 95 per cento come obiettivo ottimale, nei gruppi di popolazione target, in particolare nei soggetti ad alto rischio di tutte le età.


Gli obiettivi di copertura vengono stabiliti dalla pianificazione nazionale (Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale) e le Regioni, per assicurare una copertura vaccinale che sia il più alta possibile, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, sensibilizzano le categorie fragili e a rischio.

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