Uno su quattro non risponde: Reddito di cittadinanza a rischio

Uno su quattro non risponde: Reddito di cittadinanza a rischio
di Paola COLACI
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Mercoledì 5 Febbraio 2020, 17:23
Chi non risponde alla chiamata dei navigator rischia di perdere l'assegno. In provincia di Lecce un percettore di reddito di cittadinanza su quattro diserta l'obbligo di profilazione. In quasi 3.500 salentini con il sostegno economico dello Stato in bilico.
I Centri per l'Impiego salentini non possono più aspettare e partono le nuove convocazioni questa volta inviate a mezzo raccomandata. Un obbligo, secondo la norma. Ma c'è anche l'altro binario: i Cpi, nei prossimi giorni, invieranno anche la richiesta di supporto ai Comuni, ai comandi di polizia locale e ai servizi sociali per rintracciare chi ancora manca all'appello.
La trincea, dunque, è lunga e vasta. E il responsabile Cpi dell'Area Sud che copre mezzo Salento, Silvio Astore, annuncia: «Faremo di tutto per rintracciare i cittadini che ancora mancano all'appello. Vogliamo mettere tutti in condizione di adeguarsi agli obblighi di legge e, allo stesso tempo, di continuare a percepire il sussidio dello Stato».
In gioco c'è il sussidio di cui dallo scorso anno, secondo i dati forniti dall'Inps, beneficiano 85mila pugliesi. E tra Lecce e provincia sono in 15.814: tanti sono i nuclei familiari che a partire da marzo 2019 percepiscono regolarmente questa misura di contrasto alla povertà. Un sussidio mensile che integra il reddito familiare, ma che nei prossimi mesi potrebbe essere revocato a più di 3.400 salentini se dovessero continuare a non rispondere alle chiamate dei Centri per l'Impiego.
I dati, quindi. A fronte di 13.605 convocazioni effettuate - fino a questo momento - ai fini della cosiddetta profilazione dai 10 Centri per l'Impiego in cui è divisa la provincia di Lecce, alla chiamata dei navigator in 10 mesi hanno risposto 10.132 cittadini. Il 75% degli aventi diritto al reddito di cittadinanza, dunque. A conti fatti, però, mancano ancora all'appello 3.473 percettori. Circa il 25% del totale. Uno su quattro, appunto.
La tipologia è diversificata. Cittadini che nel corso dei mesi, ipotizzano gli addetti alla profilazione, con buona probabilità non hanno ricevuto la convocazione ufficiale per un cambio di residenza non comunicato. Oppure per un errore nell'indicazione dell'indirizzo di casa, piuttosto che per un ritardo nella consegna delle missive. Ma c'è anche chi, pur avendo regolarmente ricevuto l'invito a presentarsi, ha volutamente disertato l'appuntamento con i navigator. Forse considerando la profilazione più un inutile passaggio burocratico che un tassativo obbligo di legge? E i furbetti? Ancora troppo presto, secondo gli impiegati dei Cpi, definire con certezza se della platea degli assenti faccia parte un numero più o meno significativo di soggetti che, pur ricevendo ogni mese la ricarica della card, comunque continuano a lavorare in nero. E se ce ne sono, almeno per ora, è difficile quantificarli.
Su questo versante le indagini della Guardia di Finanza proseguono ad ampio raggio in tutta Italia. E il Salento non fa eccezione. Per tutti i percettori in regola, invece, subito dopo l'accettazione delle domande da parte dell'Inps e il versamento delle prime mensilità sulla card prepagata, c'è l'obbligo di rispondere alla chiamata dei Cpi. E sottoporsi a un colloquio che ha lo scopo di reperire tutte le informazioni utili per il calcolo del cosiddetto Indice di profilazione ma anche per la sottoscrizione dei patti di lavoro. Un documento che contiene una serie di informazioni sul beneficiario, affinché si impegni e collabori per essere ricollocato nel mercato del lavoro. Per chiunque si sottragga all'obbligo della profilazione, invece, è prevista la revoca (finale) del sussidio da parte dell'Inps.
Ma tant'è. Analizzando i numeri dell'attività svolta dai 10 uffici di collocamento salentini, appare evidente come il maggior numero di assenze si sia registrato proprio nel Cpi di Lecce che oltre al capoluogo, serve altri 11 Comuni dell'hinterland. A fronte di 3.882 convocazioni effettuate tra la platea di percettori, infatti, a rispondere alla chiamata dei navigator sono stati il 71,5% dei percettori (7.776 cittadini). All'appello mancano, dunque, 1.106 beneficiari. Ma le percentuali di assenza in tutti i centri per l'impiego oscillano tra il 12% e il 28.5% della platea di percettori. L'ufficio con il maggior numero di colloqui effettuati in proporzione al numero di domande presentate? Sicuramente di Poggiardo dove a fronte di 432 chiamate, hanno risposto all'appello 382 cittadini. L'88% dei percettori, dunque. Ora, però, ai disertori sarà data un'altra occasione.
«Già dai prossimi giorni riprenderemo a contattare quanti ancora mancano all'appello fa sapere Silvio Astore, responsabile dei Cpi Area Sud della provincia di Lecce ma questa volta le convocazioni saranno recapitate a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno. Non basta. Soprattutto nelle realtà dove si registra il maggior numero di assenze, abbiamo già chiesto ausilio alle amministrazioni comunali, alla polizia locale ma anche agli assistenti sociali affinché ci forniscano supporto in questa attività di ricerca. La nostra non sarà una caccia alle streghe. Vogliamo mettere tutti in condizione di adeguarsi agli obblighi di legge e, allo stesso tempo, di continuare a percepire il sussidio dello Stato». E se neppure queste azioni dovessero bastare? «Purtroppo saremo costretti a comunicare all'Inps l'elenco di coloro a cui dovrà essere revocato il sussidio», chiosa Astore. Si vedrà.
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