Universitari fuori sede: un giro d'affari da 33 milioni di euro, ma ancora non hanno servizi

Universitari fuori sede: un giro d'affari da 33 milioni di euro, ma ancora non hanno servizi
di Maddalena MONGIò
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Lunedì 2 Settembre 2019, 07:56 - Ultimo aggiornamento: 07:57
Giro d'affari milionario quello che portano in città gli studenti universitari fuori sede. Sono circa 6mila e, fra vitto, alloggio, divertimento e svago, spendono 33,6 milioni per ciascun anno accademico. Un fiume di denaro che si riversa a vari livelli nelle casse di Lecce e dei leccesi: privati, categorie, esercizi, enti.

La stima è stata elaborata nella relazione firmata da Marco Cataldo, componente del Consiglio di amministrazione di Adisu Puglia che ha analizzato anche l'offerta di alloggi agli universitari che si trasferiscono in città per frequentare l'Università del Salento. Cifra importante, dunque, che lievita ulteriormente se si considerasse il giro d'affari per altre tipologie finora non calcolato: abbigliamento, sport e cinema. Oltre, ovviamente, alle spese generate dai professori fuori sede.

La caratterizzazione di Lecce come città universitaria è in corso da tempo, ma c'è ancora molto da fare. Una buona parte del settore commercio lavora sulla presenza di tanti giovani: basta osservare il proliferare di pub (nel centro storico, ma non solo) o di negozi per giovani. Il Comune partecipa con l'Università del Salento alle agevolazioni sul costo dell'abbonamento dei mezzi pubblici, ma non basta. Servono appartamenti per studenti con costi calmierati o residenze universitarie ben tenute, pulite e accessibili, spazi per lo sport, adeguata rete di mezzi pubblici, parchi, piste ciclabili, bar, mense e pub con prezzi a misura di studente senza penalizzare troppo la qualità, Wi-Fi gratuito.

Ma torniamo ai dati dello studio. Per quanto riguarda l'alloggio, la richiesta viene coperta in massima parte dai privati perché le residenze di Unisalento non sono in grado di offrire i 6mila posti richiesti dagli studenti. La spesa mensile sostenuta da ogni studente è di 180 euro per l'alloggio a cui devono essere aggiunti circa 300 euro per il vitto, 80 per lo svago. Solo con queste spese - secondo l'elaborazione di Adisu - si ha un esborso mensile di 560 euro per studente che, moltiplicato per il numero di fuori sede e per almeno 10 mesi di permanenza in città, portano al totale di 33,6 milioni l'anno.

La situazione abitativa è stata elaborata da Cataldo su un campione di 800 studenti fuori sede. La prima evidenza che balza agli occhi riguarda il numero insufficiente di alloggi pubblici. Solo il 6,4% degli studenti trova posto nelle residenze che mettono a disposizione 384 posti letto, mentre i privati ne offrono 5.616 pari al 93,6% della richiesta complessiva.
Una buona fetta di ragazzi e ragazze arriva dalla provincia di Lecce (37%), segue Taranto (28%), Brindisi (21%), altre regioni (7%), Bari (6%), Foggia (1%).

Si tratta di studenti che nell'80 per cento dei casi non hanno un contratto regolare di lavoro (80%), anche se questa percentuale è al lordo dei lavoretti che vengono svolti essenzialmente in nero.
La stragrande maggioranza degli studenti non ha mezzo proprio di locomozione e utilizza i mezzi di trasporto pubblici, ma, essendo carenti le corse (in particolare per le attese e la fine dell'orario di servizio), la richiesta abitativa e tutto quanto ruota nella giornata di uno studente si svolge in centro e nei quartieri immediatamente limitrofi alle sedi universitarie.
Gettonatissimo il quartiere San Pio che copre il 22% delle richieste di alloggio ed è seguito dal quartiere Santa Rosa (17%), Porta Rudiae (15%), zona Salesiani (8%), centro storico (7%), Mazzini (5%), Ferrovia (4%). Rimane una fetta tutt'altro che bassa (22%) che sceglie la periferia o i comuni limitrofi, primo tra tutti la vicina Monteroni situata a due passi da Ecotekne dove trovano casa le facoltàs scientifiche ed economiche.

Due i criteri che muovono la scelta di un alloggio: la vicinanza alla sede universitaria (opzione a cui guarda il 61% degli studenti) o a quella dell'autobus importante per il 75% dei fuori sede. Singola, doppia o tripla. È il punto interrogativo al momento di prendere una stanza. Vince la soluzione di una singola verso la quale si indirizza il 64% dei fuori sede, con una spesa mensile di 206 euro. Verso la doppia si indirizza il 33% degli studenti che spendono mensilmente 171 euro, mentre il 3 per cento dei ragazzi si accontenta della tripla per 145 euro al mese. Nella forbice tra un minimo e un massimo si trova una singola a partire da 150 euro sino a un massimo di 320 euro, una doppia da 130 a 240 euro, una tripla da 130 a 160 euro. Le variazioni sono determinate dalla posizione dello stabile e dalle condizioni in cui si trova.

C'è poi la piaga degli affitti in nero: 3 studenti su 10 non hanno un contratto e il 65%, pur avendolo sottoscritto non ha la regolare registrazione. Tradotto: nonostante gli incentivi per invogliare i proprietari ad affittare con contratti regolari, il nero ha ancora un forte appeal. Con buona pace dei controlli.
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