«Tavolo permanente per programmare la crescita del territorio»

Alessandro Delli Noci
Alessandro Delli Noci
di Paola ANCORA
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Sabato 18 Febbraio 2017, 18:23
Alessandro Delli Noci, Lecce città universitaria. Lo è o lo deve diventare?

«Negli ultimi 10 anni i servizi per gli studenti sono notevolmente migliorati. Penso alle Officine Cantelmo. Proprio io realizzai la cooperativa “Lecce città universitaria” per gestire i servizi di quello spazio. Poi è nata la società che gestisce gli alloggi; non ci sono più i problemi di trasporto che c’erano una volta. Tanto c’è ancora da fare e tanti spunti e suggerimenti sono arrivati dal tavolo a tema e dagli incontri che abbiamo avuto con le associazioni studentesche e che faranno parte integrante del nostro programma. Ho notevole esperienza su questo argomento avendo fatto per anni il rappresentante degli studenti e credo fermamente che l’ Università debba avere un ruolo strategico di coordinamento dell’intero territorio. È necessario creare un binomio che porti il nostro territorio a eccellere, così fanno oggi tantissimi dipartimenti di ricerca dell’ Università, forti di riconoscimenti in Italia e nel mondo. Lecce deve essere un incubatore di opportunità e l’ Università deve leggere il territorio come un luogo in cui sperimentare innovazione e ricerca».

Le sue proposte...

«Ricreare, insieme ad Accademia e Conservatorio, un tavolo permanente di programmazione e sviluppo del territorio. Immagino che i quartieri San Pio, Santa Rosa e Rudiae, che sono i luoghi in cui gli studenti abitano maggiormente, debbano avere servizi come il wi-fi in tutte le abitazioni, per consentire l’accesso alle biblioteche on line; spazi sociali di aggregazione; bike sharing. Dovremo riprendere il progetto “Studiare a Lecce è scontato”, prevedendo agevolazioni per studenti nelle attività commerciali. Metteremo in rete i musei cittadini e universitari creando un polo museale diffuso. Per me sarà poi fondamentale costruire un tavolo di lavoro con Adisu, l’ente per il diritto allo studio, per realizzare in questi quartieri una Casa dello studente diffusa, aumentando il numero di alloggi e dando risposte ai tanti che oggi non trovano una sistemazione nelle strutture di edilizia pubblica».
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