Fra le decine di studenti in coda ai seggi all'Università, oggi, per l'elezione dei rappresentanti per il prossimo anno accademico c'era anche lui. Inizialmente qualcuno lo avrà scambiato per un attempato docente e in effetti la borsa di pelle lasciava intendere proprio questo. Ma Romeo C., canuto signore di 82 anni, si è messo in coda, come i ventenni al voto, in attesa di poter esprimere la sua preferenza di studente di Sociologia.
Il ritratto
Una vita di lavoro come operaio supervisore al Petrolchimico di Brindisi, Romeo ha una figlia «che è però già laureata, ha studiato a Bari» racconta con orgoglio, e una nipotina, Zoe. «Mia moglie - dice - è ancora al mio fianco, ma ha perso un poco di lucidità», come succede per la malattia o per il semplice trascorrere, inesorabile, del tempo.
No, non basta mai. «Certo, sono fuoricorso per pochi esami, colpa della memoria che non sempre mi accompagna» si sfoga l'anziano, che raggiunge l'Ateneo in auto da Brindisi, sostiene gli esami senza timore - «i professori non sono mai sgarbati e non sottolineano mai la mia età» - e riempie la sua personale golden age con l'entusiasmo di uno studente alle prime armi.
In coda, fra i ragazzi affamati di vita che non hanno ancora scoperto quanto veloci possano trascorrere gli anni, Romeo è la lancetta insofferente dell'orologio, quella che non vuole andare avanti e che nei libri, nel sapere, ha trovato lo stratagemma per ingannare il tempo. Auguri Romeo, ad maiora.