Unità, Poli e programmi: i candidati alle Primarie giocano l'ultima partita

I tre candidati alle primarie del centrodestra
I tre candidati alle primarie del centrodestra
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Giovedì 14 Marzo 2019, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 13:03
Un patto di reciproco sostegno, qualunque sia l'esito del voto. E chiunque sia il vincitore delle Primarie di domenica prossima. Ma anche un impegno formale da parte di Gaetano Messuti, Mario Spagnolo e, per la prima volta, anche di Erio Congedo a sostenere Adriana Poli Bortone in caso di ballottaggio con il candidato sindaco del centrosinistra Carlo Salvemini. E poi, programmi elettorali e sviluppo della città. Pug, riordino delle casse comunali e piano triennale per il riequilibrio di Bilancio, ma anche la lotta all'evasione fiscale e il grande tema dell'autonomia differenziata tanto caro alla Lega di Matteo Salvini. Infine, un giudizio sul civismo, sui dieci anni di governo di Paolo Perrone e sulle vicende che hanno determinato quella frattura insanabile tra la senatrice di Io Sud e l'ex sindaco passata anche dalla costituzione in giudizio dell'amministrazione comunale nel processo su Via Brenta. Una costituzione in giudizio che fu «un errore politico» secondo Messuti e Spagnolo. Un'assoluzione nella scelta di Perrone, per Congedo. Ma tant'è.
Il conto alla rovescia è già partito. Anzi. Il tempo sta per scadere. Fra tre giorni, domenica 17 marzo, infatti nella tensostruttura di Piazza Palio i riflettori si accenderanno sulle Primarie del centrodestra. E saranno i leccesi a scegliere a chi, tra il consigliere regionale di Fratelli D'Italia Saverio Congedo, l'ex vicesindaco di Sentire Civico Gaetano Messuti e il segretario cittadino della Lega Mario Spagnolo, spetterà il compito di guidare la coalizione nella corsa per la conquista di Palazzo Carafa.
Prima di giocarsi la partita nel segreto delle urne, tuttavia, i tre candidati ieri mattina sono stati protagonisti del confronto a viso aperto organizzato da Quotidiano. E in diretta web hanno risposto alle domande dei giornalisti di Quotidiano e dei cittadini leccesi sullo stato di salute del centrodestra - e il suo futuro posto Primerie - e sui grandi temi della campagna elettorale. Quel centrodestra che - come hanno sottolineato i giornalisti - appare ancora troppo frammentato e incapace di recuperare un elettorato disorientato.
Un centrodestra senza guida e alla continua richiesta di unità che arriva anche dall'interno. L'ultimo in ordine di tempo è di ieri mattina: porta la firma di Ugo Lisi. L'ex parlamentare di Alleanza Nazionale chiede una riflessione interna alla coalizione, già all'indomani delle Primarie. Le consultazioni interne che, ormai è noto, già a febbraio avevano determinato la frattura tra i partiti della coalizione e Poli Bortone. E sulle macerie di questa frattura la stessa senatrice ha, poi, scelto di edificare quel terzo polo di Civiche Unite che da qualche settimana ormai guida da candidata sindaco.
Nonostante tutto, però, c'è chi continua a giudicare le Primarie un «buon punto di partenza» proprio per l'unità. Il consigliere regionale Erio Congedo per primo, che a sostegno della sua tesi porta a esempio i casi di Bari e Foggia. «La coalizione si è rivelata compatta e alle Primarie hanno partecipato migliaia di cittadini ricorda E lo stesso può e deve accadere a Lecce. Ciò non toglie che già dal giorno dopo le Primarie si dovrà comunque lavorare all'allargamento del perimetro della coalizione». E mentre il consigliere regionale di Fratelli d'Italia sottolinea che la Puglia è terra di Pinuccio Tatarella, l'onorevole che fu tra i fondatori di Alleanza Nazionale e teorizzatore della necessità di andare Oltre il polo, l'ex sindaco Messuti continua a dichiararsi un «assertore convinto del centrodestra unito». Poi specifica: «Sarebbe stato straordinario se le Primarie avessero determinato il coinvolgimento di tutte le componenti nel centrodestra. Chi vincerà dovrà essere il migliore interprete dell'unità, La riunificazione del centrodestra deve essere la nostra stella polare». Dello stesso avviso Spagnolo. D'accorso sull'unità anche Spagnolo secondo cio chiunque sia il vincitore delle Primarie dovrà lavorare proprio alla costruzione di questo obiettivo. «Del resto il centrodestra unito non teme confronti e sa ben governare» rimarca Spagnolo. Quindi il patto con tanto di stratta di mano a tre. Qualunque sia l'esito del voto di domenica, i tre candidati giurano: pronti a garantire il proprio sostegno al vincitore anche nelle prossime settimane e sino all'appuntamento con le amministrative.
Ma c'è di più. Se Spagnolo già da tempo ha dichiarato che nel caso in cui al ballottaggio giungano la Poli Bortone e le sue civiche da una parte e l'ex sindaco e candidato del centrosinistra dall'altra la Lega non avrà dubbi a garantire il proprio sostegno alla senatrice, il vero passo avanti è proprio quello di Congedo. Dopo il botta e risposta a distanza dei giorni scorsi tra il consigliere regionale e l'ex ministro leccese, ora Congedo esce allo scoperto: «Non ho alcun dubbio nel dire che se Poli Bortone restasse in campo e arrivasse al ballottaggio voterei per lei. Del resto l'ho già votata in passato. E continuerei a sostenerla - ha risposto ai giornalisti - non soltanto per ragioni politiche ma anche in virtù dello spessore della sua personalità». E Messuti? Per l'avvocato di Sentire Civico la questione non si pone: «Posso assicurare che se dovessi vincere le Primarie ed essere il candidato sindaco del centrodestra al ballottaggio non si arriverà. Il centrodestra unito può vincere già al primo turno e mi metterò al lavoro proprio su questo obiettivo». Dichiarazioni di intenti e buoni propositi a parte, però, l'attenzione dei partiti e dei movimenti in queste ore è rivolta all'appuntamento di domenica. E la prima sfida da vincere per il centrodestra sarà proprio quella dell'affluenza e della partecipazione al voto. Difficile fare pronostici su come andrà. Su questo punto i tre candidati sono d'accordo. Il punto di partenza per avanzare ipotesi, tuttavia, potrebbe essere una proporzione con i 14mila votanti di Foggia e i 13mila partecipanti alle Primarie di Bari. Congedo, però, preferisce non sbilanciarsi: «Mi auguro che i leccesi colgano l'opportunità di partecipare a questa grande festa di popolo». Per Messuti, invece, se l'affluenza alle urne dovesse assestarsi al di sotto dei 10mila votanti sicuramente ci sarebbe un problema. «Non si può considerare dignitosa un'affluenza al di sotto dei 5mila votanti. E anche se i numeri dovessero assestarsi tra i 5mila e 10mila, il risultato dovrà comunque essere oggetto di valutazione da parte del vincitore». Garantire la partecipazione alle urne di almeno 10mila elettori, invece, per Spagnolo sarebbe già un ottimo risultato. «E personalmente sto cercando di motivare i tanti cittadini che in questi anni si sono allontanati dalla politica e dal centrodestra» ci tiene a far sapere.
Un allontanamento che in molti proprio tra le fila del centrodestra imputano alla frammentazione interna alla coalizione e ai partiti. Ma anche al proliferare del civismo come nuova frontiera della politica oltre i partiti. Un civismo sbandierato e apartitico dietro il quale però, e su questo i tre candidati sono d'accordo, spesso si cela la volontà di qualcuno di continuare a preservare a ogni costo il proprio posto al sole. Chiaro il riferimento all'ex assessore della Giunta Perrone ed ex vice sindaco della Giunta Salvemini Alessandro Delli Noci al quale Messuti si riferisce, pur senza fare riferimento diretto: «Il civismo non è una zattera che può navigare a destra o a sinistra a seconda di come tira il vento ironizza Messuti, anche sintetizzando il pensiero degli altri due candidati Proprio nei giorni scorsi ho ascoltato la dichiarazione di un mio ex collega di Giunta che ora è uno dei più fervidi teorizzatori del civismo. E alla domanda sul suo orientamento politico ha risposto che non è di destra né di sinistra. Piuttosto, sta dalla parte della gente. Ecco, è proprio questo atteggiamento furbesco che snatura il vero civismo».
Ma tra nuovi adepti delle civiche e delusi del centrodestra, c'è chi non risparmia giudizi tutt'altro che positivi all'indirizzo dell'ultimo governo cittadino di Paolo Perrone. Quello che i detrattori associano a inchieste come quella sulle case popolari che ha portato all'arresto proprio di alcuni ex assessori della Giunta dell'ex sindaco. In questo contesto, dunque, da dove ripartire? Continuità o piuttosto un cambio di rotta radicale rispetto al passato e una presa di distanza netta? «Il ventennio che ha visto il centrodestra governare la città andrebbe valorizzato al meglio spiega Congedo ai giornalisti - Seppure in continuità con quanto di buono è stato fatto in passato, tuttavia, abbiamo l'obbligo e il dovere di guardare avanti. Qualunque amministratore illuminato deve guardare al futuro e accorgersi che nel caso di Lecce quella delle politiche a sostegno della famiglia e dei giovani deve essere la vera priorità».
Per Messuti, ex sindaco di Perrone, invece la parola d'ordine è «coerentemente alternativo». Uno slogan da campagna elettorale che, nei fatti, per l'avvocato leccese dovrà tradursi in politiche a sostegno del commercio che garantiscano la ripresa del settore dalla fase depressiva che sta attraversando negli ultimi anni. «Ma grande attenzione dovrà essere riservata ai contenitori culturali che sono stati oggetto di un significativo lavoro di recupero da parte della passata amministrazione di centrodestra. Ora - aggiunge - bisognerà passare alla vera gestione di questo patrimonio».
A prendere le distanze dai precedenti governi di centrodestra, invece, è il leghista Spagnolo. «Questo governo cittadino dovrà avere un passo diverso sottolinea - La Lega sino a questo momento non ha mai avuto esponenti di partito nelle amministrazioni della città e ai nostri temi non è stata riservata grande attenzione. Ciò che mi preme ora è garantire la sicurezza ai cittadini e ai piccoli commercianti dei quartieri Ferrovia, Leuca e San Pio». Sicurezza sì, ma anche «un sistema di imposizione fiscale equo e politiche definite anche sul fronte del turismo su cui in questi anni si è improvvisato anche troppo». Bocciatura del governo cittadino di Perrone da parte di Spagnolo anche in relazione alla costituzione di parte civile di Palazzo Carafa nel processo sull'affaire dei palazzi giudiziari di Via Brenta. Processo in cui era indagata proprio Poli Bortone, poi assolta nel 2018. «Non facevo parte di quella amministrazione ma considero quell'atto uno sbaglio». E di errore parla anche Messuti. «Giudizi politici e valutazioni amministrativi non possono essere sovrapposti» dice motivando la sua opinione negativa nei confronti di quell'azione. Atto che, invece, il consigliere regionale Congedo non si sente di condannare: «L'autorevolezza e il carisma di Adriana Poli Bortone sono noti ammette - Sulla costituzione di parte civile, invece, occorre scindere il dato personale dal ruolo terzo che deve avere un'amministrazione. E se il sindaco non avesse agito in quella direzione non oso immaginare quale sarebbe il giudizio di stampa e cittadini».
Ma tant'è. Archiviate le vicende del passato, ora gli aspiranti candidati sindaco guardano avanti. E tra le priorità per lo sviluppo della città c'è sempre il Pug. Ma di bozze progettuali negli uffici del Settore Urbanistica di Palazzo Carafa ce ne sono già tre: quella redatta dall'Università di Napoli su incarico dell'ex sindaco Poli Bortone, quella proposta dall'Università di Genova a cui si rivolse l'amministrazione di Paolo Perrone. E infine, il Piano Urbanistico Generale pensato dall'amministrazione di Carlo Salvemini. Da dove ripartire, dunque? «Pur tenendo in giusto conto gli studi effettuati su incarico degli ex sindaci Perrone e Salvemini, porterò avanti la mia visione di città precisa Messuti Lecce deve crescere in verticale. E un vero sindaco proprio sul Pug e sulla riqualificazione deve sbattere i pugni in Regione se occorre». Copia e incolla della visione di sviluppo urbanistico di Messuti per il leghista Spagnolo. Trasparenza nella programmazione urbanistica e stop a varianti, invece per Congedo.
«Credo nel principio della continuità amministrativa aggiunge il candidato di FdI - Non penso che ciò che è stato fatto prima vada buttato via. Piuttosto, il lavoro va semplicemente aggiornato secondo la propria visione di città». Bocciatura secca della scelta di dichiarare il predissesto da parte dell'ex sindaco Salvemini, ancora, da parte di tutti e tre i candidati alle Primarie. Anche se dalle casse di Palazzo Carafa continuano a mancare 30 milioni di euro.
«Ritengo la scelta del predissesto non solo sbagliata ma anche dissennata nel momento in cui non si decide di accedere al fondo di rotazione tuona Messuti Per rimettere in ordine i conti, comunque, si potrebbe immaginare di investire sulle energie alternative da realizzare sul terreno di 30 ettari vicino a masseria Panareo di proprietà dell'amministrazione. Un'operazione che ci garantirebbe 5 milioni di euro l'anno». E seppure lo stato di salute delle casse comunali non sia dei migliori, per Spagnolo è inutile fasciarsi la testa. «La soluzione sarà quella di prevedere un piano di rientro credibile e sostenibile. E seppure ormai tutte amministrazioni comunali siano costrette a fare «le nozze con fichi secchi», come ricorda Congedo, una delle soluzioni per uscire dalla crisi potrebbe essere quella di mettere a sistema i servizi con altri enti e istituzioni. «Se la Regione si ricordasse di Lecce non sono in campagna elettorale magari ora non saremmo a questo punto attacca il consigliere regionale E comunque io sono un cultore della filosofia: pagare meno pagare tutti».
Eppure l'evasione fiscale, nonostante i recenti interventi di recupero delle somme mancanti da parte della precedente amministrazione, continua a rappresentare una vera e propria emergenza in città. «È evidente che si dovrà procedere con la riscossione coatta delle sacche di evasione e con lotta senza quartiere a chi non paga ammette Messuti Ma è necessario che i cittadini siano consapevoli di pagare il giusto». Lotta ai furbetti delle tasse anche nel programma elettorale di Congedo. E ben venga la riscossione sui passi carrai, purché non retroattiva. Netta divergenza di vedute, infine, sul tema dell'autonomia differenziata alle Regioni. Su quello che rappresenta uno dei principali cavalli di battaglia della Lega e del vice premier Matteo Salvini non può che dirsi allineato il candidato del Carroccio Spagnolo. Per Congedo, invece, il regionalismo differenziato rischia di allargare il divario tra le regioni del Centro e del Nord a scapito del Sud Italia. Soprattutto sul fronte della Sanità. «E senza una soluzione reale alla questione meridionale non sarà altro che l'ennesimo scippo ai danni del Mezzogiorno» chiosa Messuti.
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