Unioni civili, nel Salento i primi confetti entro Ferragosto

Unioni civili, nel Salento i primi confetti entro Ferragosto
di Maurizio TARANTINO
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Venerdì 22 Luglio 2016, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 10:08
Unioni civili, anche nel Salento ci saranno i confetti arcobaleno. Le prime coppie, infatti, sono pronte a recarsi all’anagrafe nei prossimi giorni. La decisione del Consiglio di Stato di approvare il decreto ponte che regola il regime transitorio di trascrizione delle unioni civili, permetterà di celebrare le prime unioni entro Ferragosto, in attesa dei decreti attuativi che saranno emessi più avanti.
 La lunga attesa quindi può dirsi terminata, e potranno tirare un sospiro di sollievo tutte quelle persone etero o omosessuali che da tempo chiedevano una regolarizzazione della loro vita comune, prive fino ad adesso dei diritti essenziali in caso di decesso del compagno. Il Salento si era mosso (molto lentamente) grazie ad alcuni comuni “pionieri”, che avevano istituito già da qualche anno, il registro presso l’anagrafe: un atto simbolico che però alcune amministrazioni hanno voluto fare. Prima di Milano, era stato, nel 2012, il Comune di Trepuzzi guidato da Oronzo Valzano a varare lo strumento, sotto la direzione dell’assessore Luigi Rella. Una scelta che causò anche polemiche con la Chiesa pronta a bacchettare le nuove indicazioni che, in qualche modo, avrebbero potuto contrastare l’idea di famiglia naturale. La notizia del parere del Consiglio di Stato, fa esultare il sindaco di Uggiano La Chiesa, Salvatore Piconese: il piccolo comune infatti era stato il secondo, in ordine di tempo, a varare l’albo per le unioni: “Siamo pronti dal 2013. L’accesso a contributi o a detrazioni non può essere una prerogativa formale, ma deve essere estesa a chi, di fatto, vive un legame di solidarietà”. A Nardò il registro esiste dal dicembre 2014, per iniziativa dell’attuale sindaco, Pippi Mellone, sostenuta da alcuni consiglieri dell’allora maggioranza: “Siamo pronti -spiega il primo cittadino- a registrare tutte le persone che vorranno unirsi attraverso lo stato civile. Non ci saranno problemi di alcun tipo. Anzi abbiamo già ricevuto una richiesta da parte di una coppia omosessuale, la cui istanza verrà formalizzata nei prossimi giorni”. Il decreto così come è stato concepito non lascia margini ai sindaci, che non potranno rifiutarsi, come qualcuno paventava nelle scorse settimane. Sarà infatti cura del primo cittadino o di un suo delegato celebrare l’unione trascrivendo l’atto nei registri appositi, senza che vi sia la possibilità di rinuncia, altrimenti potrebbe scattare l’omissione in atto pubblico, un reato penale. E c’è chi, tra i sindaci salentini, si mostra molto rispettoso della legge, anche se non ne condivide personalmente l’impianto per motivi di coscienza. Una distinzione tra il pubblico ufficiale e il privato cittadino che accomuna Ernesto Toma, sindaco di Maglie e Antonio Melcore, a capo dell’amministrazione di Cursi. “Sono a disposizione di tutte le coppie che vorranno regolarizzare la loro posizione recandosi presso lo stato civile -spiega Toma- e non mi sottrarrò all’impegno di presiedere alla cerimonia. Di certo, però non mi farò propalatore della legge e delle sue possibilità”. Melcore invece fa riferimento alla sua estrazione cattolica, che, in ogni caso, non gli impedirà di essere presente in prima persona durante il rito. Soddisfazione arriva da Gaia Barletta di Lea, Liberamente e Apertamente, da sempre in prima linea per il riconoscimento delle coppie di fatto da parte dello Stato: “È un passo storico per l’Italia e anche per il Salento. Siamo curiosi di conoscere la formula che il Ministero dell’Interno appronterà per i funzionari statali chiamati a ufficializzare l’unione civile. Riteniamo assolutamente positivo che si sia sgombrato il campo dalla possibilità di procedere all’obiezione di coscienza, fatto che avrebbe bloccato sul nascere la rivoluzione appena partita”.
 
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