Una giornata con... i carabinieri. Inflessibili, ma a fin di bene: «Così salviamo tante vite»

I controlli sulla litoranea della Baia Verde a Gallipoli
I controlli sulla litoranea della Baia Verde a Gallipoli
di Valeria BLANCO
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Giovedì 11 Agosto 2016, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 17:55

Ci sono sempre almeno due punti di vista: una patente ritirata per guida in stato di ebbrezza, ad esempio, può essere anche una vita salvata. E tanto basta.

In divisa o in borghese, armati ai bordi delle strade, al telefono della centrale operativa pronti a rispondere a quanti contattano il 112 in cerca di aiuto. Nelle caserme, in servizio sulle spiagge, all’interno delle “stazioni mobili” o nelle discoteche: la consapevolezza di avere il potere di salvare vite umane è l’adrenalina che permette ai carabinieri di lavorare - come spesso accade in periodi di emergenza come l’estate - ben oltre l’orario stabilito dai turni. E quando qualcuno riconosce il loro impegno e li ringrazia, di colpo anche la fatica sembra sparire.

 

 


Nel Salento lo sforzo è massimo tra luglio e agosto, quando la calata dei turisti raggiunge proporzioni considerevoli. Con tanta gente per strada può succedere di tutto. E la notte, complice il buio, nasconde sempre qualche insidia in più. Lo sanno bene alla Compagnia di Gallipoli - 13 Comuni oltre alla Città Bella - dove nel periodo clou dell’estate vige un patto non scritto tra colleghi: nessuno in ferie e giorni di riposo solo in caso di emergenze. Il lavoro è così tanto che anche i rinforzi - arrivati quest’anno con personale dell’11 Battaglione carabinieri “Puglia” - non bastano mai. Una persona in servizio in più può voler dire tante cose: un soccorso prestato, uno spacciatore fermato prima che la sua merce provochi danni, un presidio in più sulle strade come deterrente alla velocità e quindi agli incidenti. E allora licenze rimandate a settembre.

A Gallipoli il servizio notturno di un giorno d’agosto qualunque - quando le discoteche ospitano grandi nomi della musica internazionale - inizia con un briefing nell’ufficio del comandante. Il capitano Michele Maselli, classe 1984, dirige la compagnia da quattro anni. «Una città bella. Professionalmente complicata, ma stimolante», racconta. «L’impressione è che chi arriva qui in vacanza mette da parte regole e inibizioni e si convince di stare in un Eden dove tutto è concesso». A ricordare alle migliaia di giovani che non è proprio così ci pensano, insieme alle altre forze di polizia, anche i “suoi” carabinieri.
«Le emergenze dell’estate - prosegue il capitano Maselli - per noi sono lo spaccio e la guida in stato di ebbrezza o di sostanze stupefacenti». Ed è su questo (ma non solo) che si concentra l’azione dei militari di notte. Poche parole per distribuire i compiti, una ventina di uomini - alcuni in borghese - parte a sirene spiegate sulla litoranea e verso i locali.

Prevenzione e repressione. Nulla è lasciato al caso: i posti di blocco sono agli incroci, sulle strade che portano ai locali dove è atteso il dj di grido. Il controllo sugli automibilisti è rapido: un soffio nel precursore e se la luce che si accende è verde anche l’auto può scorrere via. La serata è tranquilla: dieci, venti, trenta soffi. «Ormai gli automobilisti - spiega il capitano Maselli - sanno che ci sono i controlli e stanno imparando a non mettersi alla guida dopo aver bevuto». Poi arriva la luce rossa e si passa all’alcol test. I comportamenti sospetti non sfuggono al carabiniere: «Spesso fanno solo finta di soffiare perché sanno di aver bevuto». Ma il trucco non funziona: «Un altro soffio così vale come un rifiuto di sottoporsi al test. La patente va via lo stesso». Ed è quello che accade dopo un test positivo. L’inflessibilità è la regola: ogni ubriaco fermato è un pericolo in meno e impedirgli di guidare è un modo per mettere al sicuro chissà quante vite.

Dall’alcol alla droga, il concetto non cambia. Obiettivo: garantire la sicurezza a chi vuole stare lontano dagli eccessi. «Qui gira robaccia - racconta il capitano Maselli - e per strada c’è gente che vede i “draghi”. Qualcuno chiede addirittura di fare un selfie mentre gli viene tolta la patente. Sembra quasi di aver superato, in termini di trasgessione, persino Ibiza. Ma bisogna fermarli perché dallo spaccio possono emergere altre condotte pericolose: dalla perdita dei freni inibitori, a volte indotta con la “droga dello stupro”, fino a vere tragedie come accaduto altrove in Italia». Per questo i militari sono presenti, in borghese, anche in discoteca. All’occhio addestrato non sfuggono i comportamenti sospetti: in pista c’è qualcuno che non balla, si avvicina spesso ai bagni, viene avvicinato da più persone, frequentemente esce dal locale, probabilmente per “fare rifornimento” e non avere mai addosso troppa “roba”. L’ultima tendenza, anche a Gallipoli, è l’insidia nascosta dentro un bacio: dopo il pagamento, per non dare nell’occhio, la pasticca avvolta nel cellophane può essere passata abilmente tra due labbra che si sfiorano. Ma ai militari che fanno finta di ballare non sfugge nemmeno questo: in pista nessuno si accorge di niente mentre prendono sotto braccio due giovani e li accompagnano fuori per la perquisizione. Nelle loro tasche polvere bianca e pasticche di ogni genere. Forse un’altra vita salvata.

È quasi l’alba. Il bilancio è di quattro arresti per spaccio, diverse patenti ritirate e 62 segnalati in prefettura come assuntori di droga: sempre più chetamina e Mdma, ma anche cocaina, hashish e marijuana. Nessun incidente. Anche per questa notte tutti possono tornare a dormire nelle proprie case. Il divertimento è salvo. L’estate è davvero sicura. Sebbene sia impossibile conteggiare le tragedie evitate grazie alle attività di prevenzione, anche questa notte i carabinieri hanno salvato delle vite.

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