Una discarica di amianto sul percorso del gasdotto: allarme contaminazione suoli e acqua

Una discarica di amianto sul percorso del gasdotto: allarme contaminazione suoli e acqua
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 20 Novembre 2019, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 16:16
Una discarica di amianto a Otranto, in provincia di Lecce, lungo il percorso del gasdotto Poisedon. Con rischio di contaminazione della falda e dei terreni. Quel gasdotto, il secondo nel Salento dopo quello Tap della vicina Melendugno, che sta compiendo i primi passi per dare il via ai lavori per collegare la costa salentina con la Grecia.
E rendere operativo, con una portata di dieci miliardi di metri cubi di gas all'anno, il progetto della joint venture tra l'italo-francese Edison e la greca Depa, autorizzato nel 2011: il gasdotto EastMed passante da Cipro e Creta per raggiungere il Salento passando dalla Grecia.

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Poisedon non ha fatto marcia indietro. Ed in attesa di ipotetici accordi per creare un collegamento nell'impianto Tap, auspicati per lo più dai cinque stelle di governo, ha comprato in contrada San Nicola il terreno di tre ettari dove realizzare una stazione di misura del gasdotto. I ben informati sostengono anche che siano stati già sottoscritti i contratti per il versamento della royalty ai proprietari dei terreni dove passerà la condotta.
Di certo c'è che è sorto un problema lungo il percorso tracciato da Poseidon: la stazione di misura ricade su una discarica dove ci sono rifiuti contenenti amianto.

Si tratta della vecchia discarica Bandino dove negli anni 70 ed 80 finivano vecchi elettrodomestici, carcasse di auto, resti di lavorazioni edili e ogni rifiuto ritenuto troppo ingombrante per essere conferito allora nella discarica di rifiuti urbani realizzata nell'area individuata dal Comune di Otranto per realizzare il porticciolo turistico.
Fra tutti quei materiali è stato trovato dell'amianto, nei primi carotaggi e nei controlli svolti dopo l'acquisto a marzo di quel terreno. Tanto è emerso nel corso dell'indagine sui terreni allo scopo di individuare eventuali residui bellici che avrebbero potuto mettere a repentaglio la vita degli operai del gasdotto e dei frequentatori di quella contrada. Nessun residuo bellico è stato trovato, amianto sì.

Poisedon ne ha dato comunicazione. E le istituzioni hanno chiesto chiarimenti: nei giorni scorsi i dirigenti della società sono stati convocati a Bari dalla Regione per dare chiarimenti sul progetto di bonifica annunciato nel vertice tenutosi alla Provincia il 25 giugno. Nessun passo in avanti, poiché i lavori non sono ancora iniziati, l'area è stata recintata in attesa di dare il via alle operazioni il cui costo sarà completamente a carico di Poseidon: 100mila euro, l'importo indicato nel cartello apposto sul recinto.

Anche l'amministrazione comunale aveva preso posizione sul problema amianto: il 21 maggio aveva emesso una ordinanza di sospensione cautelativa del progetto, per ragioni di sicurezza. Revocata poi il 6 giugno alla luce della presentazione del programma di indagini ambientali.
Cosa prevede questo programma? L'affidamento dei lavori alla società Sersys. Nell'incontro di giugno in Provincia, sono state annunciate le fasi del programma alla presenza e del dirigente e del funzionario dell'ente, l'ingegnere Rocco Merico e Salvatore Francioso; del sindaco e del dirigente del Comune di Otranto, Pierpaolo Cariddi ed il geometra Giuseppe Tondo; del funzionario Arpa, l'ingegnere Manuela Aloisi; del funzionario della Asl, Giuseppe Maggiore. Per Poseidon e Sersys, c'erano Salvatore Sucato, Matteo Restelli, Miriam Bisconti, Maria Cristina Ruggeri, Roberta Valentini, Carlo Lucioni e Maurizio Agosta.

Quel programma prevede la mappatura dei rifiuti in superficie, indagini sulla natura e la consistenza dei rifiuti nel sottosuolo, raccolta di campioni a diverse profondità ed analisi di laboratorio su quei campioni e sulle acque a 75 metri di profondità. Previsto un report mensile ed uno finale a dicembre. I tempi potrebbero tuttavia dilatarsi, visto che i lavori non sono ancora iniziati. E la politica continua a tacere sul gasdotto 2 nel Salento.
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