Un altro no dei giudici: il Gondar resta sotto sequestro. Addio grandi eventi

Un altro no dei giudici: il Gondar resta sotto sequestro. Addio grandi eventi
di Erasmo MARINAZZO
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Aprile 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 16:14
Arriva il terzo no alla riapertura del parco Gondar di Gallipoli: è questa la decisione del giudice. E il Salento rischia un’estate senza grandi concerti: il tempio della musica dal vivo dovrà restare sotto chiave con l’estate ormai alle porte.
Il giudice del processo non ha accolto l’istanza di revocare il sequestro preventivo, come anche di restituire la struttura ai proprietari Ferruccio Errico e Christian Scorrano, 35 anni, entrambi, di Gallipoli, amministratori della società. Esclusa anche la possibilità che ci siano i presupposti per l’affidamento in amministrazione giudiziaria. E, dunque, dopo che la stessa istanza era stata rigettata dal giudice del rinvio a giudizio, Antonia Martalò, e dal Tribunale del Riesame, non ha avuto buon esito la stessa questione sollevata al giudice di merito. Ossia, il problema della riapertura della struttura attrezzata per ospitare i grandi concerti.
Partita chiusa, quella della riapertura, con l’estate alle porte? Oppure gli avvocati Michele Bonsegna, Ladislao Massari, Carlo Viva e Sabrina Conte, possono seguire altre procedure? In teoria sì: potrebbero presentare un nuovo ricorso al Riesame, contro l’ultimo rigetto. Ed intanto attendere che la questione approdi in Cassazione (il ricorso è stato depositato ieri). Con alcune controindicazioni: nel primo caso si andrebbe a chiedere un pronunciamento ad un organo che ha già emanato una ordinanza di rigetto. Con le relative motivazioni. Nel secondo caso i tempi sarebbero lunghi e andrebbero ben oltre le necessità degli amministratori di programmare gli appuntamenti.
Il no stavolta è arrivato dal presidente protempore della seconda sezione penale, Pasquale Sansonetti, nelle vesti di giudice del processo in corso a carico di sette imputati per le accuse di lottizzazione abusiva e di falso.
Tre le ragioni che lo hanno indotto a mantenere il sequestro. Primo: gli amministratori del Gondar non hanno sollecitato l’amministrazione comunale di Gallipoli e le altre autorità che avrebbero potuto regolarizzare la struttura sotto il profilo urbanistico. Perché - ha ricordato il giudice - il Gondar è stato realizzato per una parte su zona a verde attrezzato, per un’altra in zona agricola ed infine in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico. E senza un parere dell’amministrazione comunale e degli altri enti interessati, non è possibile fare previsioni sulla possibilità di ritenere sanati gli abusi edilizi. E a questo proposito lo stesso giudice Sansonetti ha ricordato che le questioni di natura urbanistica siano state sollevate dai consulenti della Procura nell’incidente probatorio di due anni fa e che per questo gli amministratori del Gondar hanno avuto tanto tempo a disposizione per interloquire con il Comune e con altri enti.
Seconda questione: rispetto all’anno scorso, quando dopo il sequestro di marzo fu concesso l’uso della struttura con delle prescrizioni, non può più essere invocata la pendenza di contratti già stipulati con gruppi musicali ed artisti. Visto che a settembre del 2017 sono tornati i sigilli e nulla ha lasciato presagire la possibilità di una nuova riapertura del Gondar, tale da indurre gli amministratori a stilare la programmazione dell’estate 2018.
Terzo punto: l’ordinanza ricorda che non sono intervenuti fatti nuovi, rispetto a quanto prospettato prima al gip e poi al Riesame.
Parere contrario alla riapertura era stato fornito dal pubblico ministero della Procura di Lecce, titolare del fascicolo, Paola Guglielmi. Si torna in aula il 29 maggio, quando il processo comincerà ad entrare nel merito: il giudice ha chiuso con un no la questione del dissequestro.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA