Il "cuore" del Salento continua a bruciare: distrutti altri 500 ulivi

Il "cuore" del Salento continua a bruciare: distrutti altri 500 ulivi
di Erasmo MARINAZZO
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Martedì 8 Settembre 2020, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 18:38

Oltre 500 alberi di ulivi distrutti dalle fiamme. Le campagne di Ugento ancora teatro di incendi che atteschino sulle piante essiccate dalla xylella fastidiosa. L'ultimo, l'incendio più grosso di questa stagione che sta vedendo una rapida trasformazione del paesaggio: uno scenario lunare al posto delle distese a perdita d'occhio di alberi vigorosi con le chiome verdi cangianti al grigio.

Una situazione ormai fuori controllo. Incendi seriali. Si ripetono con cadenza di almeno due-tre alla settimana nel Sud Salento e nella zona di Ugento in particolare. E non risparmiano nemmeno il triangolo al limite della provincia di Brindisi, Surbo-Trepuzzi e Squinzano. Se i rappresentanti delle associazioni di categoria degli agricoltori puntano il dito contro i ritardi della politica nel varare i finanziamenti per espiantare gli alberi secchi e lasciare spazio a specie resistenti al batterio, gli addetti ai lavori che si stanno adoperando puntualmente nello spegnimento degli incendi non sposano invece la tesi degli uliveti abbandonati ed infestati dalle sterpaglie da cui si innescherebbero i roghi a catena: Tiziano Esposito, presidente della Protezione civile di Ugento ha sostenuto la matrice dolosa per gran parte di questi incendi, in una intervista rilasciata al Nuovo Quotidiano di Puglia.
 

 


Lasciano, peraltro, perplessi le foto ed i video di alberi che bruciano dall'interno, con la corteccia ancora intatta e nessun tipo di erba infestante attorno avvolta dal fuoco. Come fanno riflettere sia la cadenza degli incendi, che la zona colpita: come se, insomma, le campagne di Ugento fossero state lasciate in uno stato di abbandono completo rispetto alle centinaia di uliveti di altre zone del Salento. Come se solo lì le sterpaglie crescessero infastidite e solo lì si aggirerebbero i soliti fumatori incoscienti che lanciano dove capitano le cicche di sigarette.

L'ultima parola spetterà comunque all'informativa che si appresta a depositare in Procura la sezione di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco del comando provinciale di Lecce. Intanto a partire dal pomeriggio di domenica fino a notte inoltrata, i colleghi volontari del distaccamento di Ugento sono stati impegnati nel più vasto incendio di ulivi che ha colpito il Salento dall'inizio dell'estate: dieci ettari in contrada Rene, con circa 500 piante, è stata carbonizzata dalle fiamme divampate a partire dalle 17. Un altro incendio, ma di estensione più ridotta, ha colpito le campagne tra Ugento e Casarano, distruggendo circa una cinquantina di alberi.



Dati Coldiretti dicono che in quella zona gli incendi siano aumentati quasi del 30 per cento dall'anno scorso. Soltanto il 21 agosto andarono in fumo altre 300 piante. Ancora qualche dato: complessivamente il numero di interventi dei vigili del fuoco in questa estate ha già superato quello del 2019, quando questo fenomeno cominciò a dilagare tanto da diventare argomento di una interrogazione parlamentare.

La realtà è sotto gli occhi di tutti: che siano di origine dolosa o casuali, gli incendi sono ormai incontenibili. Sarebbe ad ogni modo interessante valutare il motivo scatenante che arma la mano dell'eventuale piromane, se si tiene conto che le associazioni di categoria ribadiscono la mancanza di interesse dei proprietari dei terreni a distruggere gli ulivi con il fuoco: le imprese specializzate negli espianti degli ulivi secchi offrono gratuitamente questo servizio, a patto di poterne fare legna di quei tronchi secchi.
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