Porti salentini, tutto esaurito: impennata del 40 per cento. «Tanti turisti costretti ad andare via»

Porti salentini, tutto esaurito: impennata del 40 per cento. «Tanti turisti costretti ad andare via»
di Maurizio TARANTINO
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Martedì 1 Settembre 2020, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 10:35
Overbooking in tutti i porti, calette e approdi salentini durante il mese di agosto. E il fenomeno potrebbe continuare per tutto settembre se il meteo lo consentirà.
Un successo lusinghiero per la nautica da diporto locale, che ha fatto registrare un'impennata di circa il 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, forse in maniera inaspettata. Un agosto da assoluto record in tutto il Salento, ma anche un luglio molto soddisfacente: presenze eccezionali che hanno permesso di colmare il vuoto dei mesi di chiusura. E di registrare a fine stagione un saldo ampiamente positivo che, ancora una volta, ha messo in luce quanto sia carente l'offerta di posti barca nel nostro territorio: poco più di 3.200. Un'esiguità rispetto alle richieste e rispetto alle ambizioni di sviluppo turistico del Salento, che continua a privarsi così di una fetta di visitatori importanti.
Un dato che, secondo Giuseppe Danese, presidente del Distretto nautico pugliese conferma la necessità di investire su questo particolare tipo di turismo, in costante crescita ormai da diversi anni e con prospettive straordinarie sul lungo periodo.
«Sono convinto - sottolinea Danese - che la stagione in corso possa ancora riservare miglioramenti, perché paradossalmente, l'emergenza sanitaria ha spostato gli equilibri a cui siamo costretti ad obbedire in questa parte del Mediterraneo vista la nostra cronica mancanza di infrastrutture e quindi, di posti barca».

Danese ha potuto accertare di persona l'affollamento dei pontili nostrani: «Sono andato in barca il 14 agosto, dopo l'ordinanza del presidente Emiliano che imponeva limitazioni ai rientri dall'estero, in particolare dalla Grecia. A Otranto, Leuca, a Gallipoli c'era un overbooking pazzesco con decine di barche in attesa di ormeggiare. A cavallo di Ferragosto ad Otranto ho contato ben 61 barche in rada, impossibilitate a scendere a terra direttamente. E da quello che mi risulta nella cittadina era pieno di diportisti francesi che hanno scelto di restare nel Salento. Ma non c'era nessun posto neanche a Leuca, a San Foca, a Gallipoli. Ma neanche negli approdi più piccoli, come Castro, Tricase, porto Miggiano, Torre Pali, c'era modo di poter trovare una sistemazione per i natanti».
La spiegazione è semplice, in tanti si sono fermati in Puglia, invece di salpare per mete straniere dove i contagi e le difficoltà burocratiche l'hanno fatta da padrone: «Si è tratta, per la maggior parte, di utenti italiani che hanno deciso volontariamente di fare le vacanze nella nostra regione. Dapprima si passava dalla Puglia, solo per andare all'estero, tipo Croazia, Montenegro, o Grecia. E poi anche la quota di stranieri che ha scelto l'Italia si è fermata nell'ultimo approdo turistico utile, viste le limitazioni che sono emerse nel corso delle settimane. Gli anni passati, i diportisti stranieri trasferivano le barche in Grecia durante l'estate, non portando vantaggi economici al nostro territorio, adesso, insieme alla Calabria e alla Sicilia, siamo diventati una meta ambita e apprezzata».

Ovviamente si tratta di una condizione particolare: la stagione, partita in ritardo, si è, per forza di cose, allungata: «Contiamo di lavorare almeno fino a fine settembre. La riapertura dei confini lo scorso 1° luglio ha decretato il cambiamento, poi i casi di Ferragosto e le nuove soluzioni per chi rientrava dalla Grecia a Ferragosto, ci hanno favoriti. I calcoli sono semplici: a Leuca con circa 700 posti barca, non si trovava un buco non nel porto, ma in tutti i ristoranti, o nei locali. Una situazione mai vista e forse irripetibile. Da questo possiamo capire quali sono le potenzialità del nostro distretto perché il fenomeno non ha riguardato solo il Salento, ma tutta la Puglia, basti pensare al sold out del Gargano con Vieste e Rodi».

Con questi numeri si potrebbe creare un indotto importantissimo a livello nazionale, eppure mancano gli investimenti. «Pensiamo a cosa è successo- commenta Danese -. Abbiamo perso due mesi, ma abbiamo scoperto che abbiamo delle risorse incredibili ma non valorizzate in maniera sufficiente. Se avessimo avute le strutture le avremmo riempite completamente del tutto. È uno spettacolo bellissimo da vedere, ma che fa riflettere perché il bicchiere è ancora mezzo pieno dato che non sappiamo sfruttare le potenzialità che abbiamo. Adesso sarebbe il momento di sbloccare i porti turistici di Otranto, di Villanova, intervenire su Tricase e lanciare il sistema dei campi boa. Se si ragionasse in questi termini, la nautica diventerebbe un settore trainante e tanti investitori sarebbero ben felici di partecipare e far muovere l'economia, cosa che in tempi di crisi sarebbe una manna dal cielo».

D'altra parte questa è stata l'estate del Salento, scelto per le sue bellezze certamente ma anche per la bassa percentuale di contagi. Un dato confermato anche da un'indagine di Cna Turismo che vede la Puglia (con in testa il Salento) tra le mete preferite. Ad agosto sono stati 35 milioni gli italiani sotto l'ombrellone degli stabilimenti balneari.
Dall'indagine di Cna Turismo emerge che la palma di regione dalle spiagge più ambite è stata la Puglia. Gallipoli e tutto il Salento, le Isole Tremiti, Vieste le località pugliesi più gettonate. Dietro la Puglia, Toscana ed Emilia-Romagna.
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