Tumori, non solo fumo: «Dall'inquinamento industriale al radon, pesano altri fattori»

Tumori, non solo fumo: «Dall'inquinamento industriale al radon, pesano altri fattori»
di Maddalena MONGIò
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Giovedì 27 Febbraio 2020, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 09:56
Tumori al polmone: i risultati dello studio Protos spingono Asl Lecce a ritenere necessaria un'intesa con le amministrazioni comunali per effettuare una Valutazione di impatto sanitario (Vis) delle aree industriali di Galatina-Soleto e dell'area industriale del comprensorio di Maglie; rimane ancora da indagare l'effetto del Radon nello sviluppo delle neoplasie polmonari. E c'è già un primo assenso arrivato in diretta con l'intervento della vice sindaca di Maglie con delega all'Urbanistica, Franca Giannotti.

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Lo studio Protos, coordinato da Fabrizio Bianchi del Cnr di Pisa ha confermato che nei comuni al centro del Salento (Galatina, Galatone, Maglie, Soleto, Sternatia, Zollino, Corigliano d'Otranto, Cutrofiano, Cursi, Neviano, Collepasso, Seclì, Melpignano, Castrignano dei Greci, Sogliano Cavour) rimane alta la percentuale di tumori polmonari maschili e altissima la percentuale di fumatori. «Dalle analisi si legge nel Report si evidenzia che solo il 2% dei soggetti di sesso maschile malati di tumore polmonare arruolati nello studio erano non fumatori (8 su 351) e la percentuale sia di fumatori che ex fumatori è significativamente più elevata tra i casi (così come il numero medio di pacchetti/anno di sigarette fumate); il rischio di tumore aumenta del 3% all'aumento unitario dei pacchetti anno di sigaretta». E non solo.

Più è basso il livello di scolarizzazione, più è alto il rischio di contrarre un tumore polmonare. L'indagine ha certificato che i pazienti con tumore polmonare presentavano livelli di istruzione significativamente più bassi rispetto ai soggetti di controllo. Gli esperti hanno stimato che il rischio di tumore polmonare è del 39 per cento in meno per chi ha conseguito la licenza di scuola media inferiore rispetto a chi ha la licenza elementare o nessun titolo e del 52 per cento in meno per chi ha conseguito il diploma, rispetto a chi ha la licenza elementare o nessun titolo. Tra i fattori di rischio c'è anche il consumo di alcolici che aumenta la possibilità di sviluppare la malattia il 19 per cento in più per chi esagera con il consumo, rispetto a chi non ne abusa; la genetica: il rischio di tumore polmonare è del 29 per cento in più per i soggetti con familiarità per tumori rispetto a chi non ha riferito familiarità. Rischio esponenziale per gli uomini impegnati in agricoltura (aumento del rischio del 424%) che utilizzano pesticidi senza dispositivi di protezione individuale.

Per quanto riguarda le donne, è stato registrato un 34 per cento di non fumatrici, tra i casi di tumore polmonare (31 su 91), con un'alta percentuale di donne esposte a fumo passivo. Nel Report è spiegato che «al contrario che negli uomini e in evidente relazione con l'abitudine al fumo (il rischio di tumore polmonare aumenta del 6% per ogni aumento unitario di pacchetti-anno di sigarette) nel sesso femminile si evidenziava tra i casi di tumore polmonare una scolarità significativamente più elevata rispetto ai controlli. Le donne con tumore polmonare, inoltre, mostravano anche una maggiore propensione al consumo di alcolici (il rischio è del 329% in più per chi consuma eccessivamente alcol rispetto a chi non ne abusa) ed una familiarità di base per malattie neoplastiche (71% in più per i soggetti con familiarità per tumori rispetto a chi non ha riferito familiarità)».

Fumare moltiplica il rischio di un tumore polmonare che diventa esponenziale «in caso di esposizione ad altri fattori cancerogeni e che le diagnosi istologiche esaminate per i casi arruolati nello studio Protos hanno confermato anche in Salento l'adenocarcinoma come tipo istologico di tumore polmonare più frequente rispetto ai tumori a cellule squamose (tipicamente associati al fumo di sigaretta)».

In sintesi, nonostante l'elevato numero di fumatori, è prevalente il tumore al polmone originato da una serie di concause. L'Organizzazione mondiale della sanità ritiene gli inquinanti atmosferici responsabili di un terzo dei tumori polmonari e le elaborazioni condotte nell'ambito dello studio Protos «hanno evidenziato solo per i residenti nell'area di maggiore esposizione ai livelli di SO2 utilizzato come tracciante di inquinanti emessi dall'area industriale di Galatina un rischio significativamente più elevato rispetto agli abitanti delle aree con minore esposizione. Non è stato ancora possibile stabilire eventuali associazioni tra la maggiore incidenza di tumori polmonari nella cosiddetta area cluster e esposizioni alla radio-attività naturale da gas Radon».
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