Si era innamorata di quello che pensava fosse un ricco imprenditore - un manager dell'Eni, così le avrebbe riferito - e aveva detto "sì" alla proposta di matrimonio con tanto di pubblicazioni in chiesa e documenti ufficiali firmati. Ma si era lasciata convincere dal futuro marito a investire circa 16mila euro attraverso un consulente finanziario. Peccato, però, che quell'uomo non rispondesse al nome di Gregory Palorbini come lui si era presentato. E non fosse neppure un ricco imprenditore. Quello che stava per sposare era piuttosto un truffatore seriale. L'ex allenatore di calcio del Gallipoli e del Galatina, Armando Gregory Inglese. Il 49enne salentino, originario di Sannicola, attualmente è detenuto nel carcere di Civitavecchia ed il prossimo settembre sarà processato per la duplice accusa di falsa attestazione a un pubblico ufficiale, di truffa e di sostituzione di persona.
L'ultima truffa di Inglese
L'ultima truffa di Inglese sarebbe stata perpetrata ai danni di una donna del Friuli. I due si erano conosciuti per caso in Slovenia e l'uomo si era presentato come un ricco imprenditore che rispondeva al nome di Gregory Palorbini. Un manager che viveva a Roma in un attico a Piazza di Spagna.
I versamenti sulla postepay
Soldi che la donna aveva versato su una postepay intestata allo stesso Inglese. A pochi giorni dal fatidico sì e a preparativi ultimati, però, la futura sposina si è accorta che in quel sedicente imprenditore qualcosa non andava. E che forse anche la storia dell'attico a Roma e della carriera in Eni era tutta una montatura. Di reale, invece, restava solo la truffa. Da qui la denuncia ai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Spilimbergo.
L'arresto e la detenzione in carcere
Arrestato, su richiesta del pubblico ministero Federico Facchin, Inglese è stato tradotto in carcere e rinviato a giudizio dal giudice per le indagini preliminari Monica Biasutti. Approfondendo il quadro probatorio, è emerso che Inglese era già stato condannato in precedenza per importanti raggiri perpetrati in Puglia. E il modus operandi sarebbe stato sempre lo stesso: generalità false, sottrazione di denaro e via alla macchia. Il 14 settembre si aprirà la fase preliminare del processo che lo vede protagonista davanti al giudice monocratico.