Troppi pazienti e pochi posti «Qui si rischia l'intasamento»

Troppi pazienti e pochi posti «Qui si rischia l'intasamento»
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Giovedì 28 Gennaio 2021, 12:00

Come se non bastasse la cronica carenza di medici e di posti letto, ad aggravare la situazione dei Pronto Soccorso, a Lecce come in tutta la Puglia, è arrivato il covid. E con un'emergenza che è diventata praticamente permanente, il sistema rischia di saltare un po' ovunque. A farsi portavoce del disagio, che poi è anche un grido d'allarme, è il primario del Pronto Soccorso dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, Silvano Fracella, uno dei tanti medici in trincea, che a questo punto teme di non riuscire più a garantire la necessaria assistenza ai pazienti positivi al covid che ogni giorno raggiungono il Pronto soccorso.
Una richiesta d'aiuto, l'ennesima lanciata dal Pronto soccorso del Fazzi, in cui il primario sottolinea una «situazione di estrema gravità». Tanti i problemi, già esistenti prima della pandemia, che ora il covid non fa altro che esasperare. Uno di questi è l'intasamento, con pazienti che continuano ad arrivare, a fronte di dimissioni che non sono altrettanto cospicue. La conseguenza è che i reparti si intasano, i medici sono costretti a qualcosa in più rispetto al già consueto superlavoro e i pazienti, troppo spesso, sono costretti ad estenuanti attese al freddo all'interno dell'ambulanza.
«La capacità ricettiva del Pronto Soccorso Covid - scrive Fracella in una lettera indirizzata al direttore generale della Asl, Rodolfo Rollo; al direttore sanitario Asl Roberto Carlà; al direttore sanitario di presidio Osvaldo Maiorano e al dirigente del 118, Maurizio Scardia - è abbondantemente superata, otto postazioni (di Osservazione Breve Sub-Intensiva respiratoria) e dieci postazioni (di Area Gialla) con pazienti in isolamento». La situazione che si era venuta a creare ieri, attorno a mezzogiorno, al Pronto Soccorso del Fazzi è emblematica delle difficoltà dell'intero sistema sanitario: in gestione ed in attesa di ricovero c'erano ben 18 pazienti e, all'esterno, due ambulanze in attesa di presa in carico del paziente. Con attese che, non di rado, possono arrivare a diverse ore. «La dichiarata attivazione, della scorsa settimana, dei 16 posti di Terapia Sub-Intensiva respiratoria - prosegue Fracella - non ha risolto il problema poiché, di fatto, al momento gestisce solo sette pazienti, per le motivazioni a Voi note». Disagi a catena, in cui oltre al pronto soccorso sono interessati anche i reparti che, essendo pieni, non possono accettare nuovi ricoveri. Il rischio, ormai più che concreto, è quello dell'intasamento, come spiega bene il primario: «I reparti di degenza, con la giustificazione di avere i posti letto occupati - scrive - non accolgono altri ricoveri, se non in minima parte. In sostanza a fronte di pazienti che continuano ad arrivare, molto poco può uscire, creando un pericoloso e costante intasamento. Probabilmente a fronte delle dichiarazioni di aver adeguato la disponibilità di posti letto per pazienti Covid, la sosta di pazienti per giorni in attesa di ricovero rappresenta una cartina tornasole contraria».
Da qui, la decisione drastica, ma inevitabile: «Alla luce di quanto fin qui esposto - conclude Fracella - comunico che il Pronto Soccorso Covid non potrà più accettare pazienti giunti col 118, sospetti covid». E i problemi non risparmiano anche il Pronto soccorso centrale, quello in cui vengono accolti i pazienti non affetti da covid, dove le norme sul distanziamento hanno drasticamente ridotto la capacità di accoglienza. «La problematica della limitata capacità di ricoverare pazienti No-Covid nei reparti di degenza, prevalentemente Medicina e Chirurgia - spiega il primario - a fronte degli arrivi, crea una situazione altrettanto critica presso il Pronto Soccorso Centrale, in quanto la norma sul distanziamento tra i ricoverati ha ridotto notevolmente la disponibilità di posti letto, con inevitabile conseguenza di sosta, per giorni, in uno spazio non sufficiente (Obi-Astanteria) che non garantisce la stessa norma sul distanziamento prevista per i reparti». L'allarme è lanciato. Il primario chiede una soluzione dei problemi, ma alle condizioni attuali dare sollievo al Pronto soccorso in affanno non sarà facile.
V.Bla.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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