Tritolo e molotov all'Eurogarden: due attentati contro i Mazzotta

Eurogarden
Eurogarden
di Paola ANCORA
3 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Marzo 2019, 08:14
Due avvertimenti, a distanza di pochi giorni. Due segnali inquietanti diretti alla famiglia Mazzotta, di Carmiano, titolare fra le altre cose - dello stabilimento e del villaggio Eurogarden di San Foca. All'inizio del mese di marzo, in giornate diverse, sono stati infatti ritrovati 300 grammi di tritolo e una molotov al lido che affaccia sull'Adriatico. Entrambi gli ordigni sono rimasti inesplosi e, quindi, non hanno fortunatamente prodotto danni né alla struttura dello stabilimento balneare né alle persone che ci lavorano, anche in questo periodo di bassa stagione.
Su entrambi gli episodi indagano i carabinieri: il duplice episodio, infatti, si inserisce in una scia di notizie di cronaca che hanno interessato, a vario titolo, i Mazzotta di Carmiano, potente famiglia carmianese che ha dato i natali a Dino e Pierluigi, quest'ultimo titolare proprio del lido Eurogarden; e a Giancarlo, sindaco del Comune nord-salentino, di recente rinviato a giudizio per estorsione con l'aggravante mafiosa nell'inchiesta che ha travolto la Banca di Credito cooperativo di Terra d'Otranto.
Fra il 3 e il 4 marzo secondo le testimonianze raccolte da questo giornale al lido sono stati dunque ritrovati due ordigni. Prima una bomba al tritolo, confezionata con un difetto nella miccia che ne ha neutralizzato la deflagrazione. Successivamente una molotov. All'interno, del petrolio senza alcuna carica che potesse come era nelle intenzioni di chi l'ha preparata - portare a termine l'avvertimento ai Mazzotta.
Nei giorni successivi al ritrovamento e dopo l'avvio delle indagini da parte dei carabinieri, gli imprenditori carmianesi hanno anche voluto incontrare alcuni imprenditori della costa di Melendugno. Sul tavolo, la preoccupazione e l'ansia raccontano i presenti - per il futuro di un settore che già in passato è finito nel mirino degli interessi dei clan salentini: si pensi alla più recente operazione Network, che ha mandato sotto processo boss e affiliati alla Sacra corona unita per un giro di estorsioni e di droga, proveniente da Spagna e Albania e destinata a essere smerciata lungo il litorale delle province di Lecce e Brindisi, nei lidi e nei locali di maggiore appeal.
Va ricordato che i Mazzotta e l'Eurogarden Beach - il lido al servizio del villaggio, che si trova a neanche un chilometro dalla costa, in linea d'aria - già a maggio del 2018 sono stati vittime di un tentativo di intimidazione: un uomo mai identificato entrò nel perimetro del lido, si diresse verso un capanno degli attrezzi, una struttura in legno e le diede fuoco. Le fiamme velocemente si diffusero alla porta di ingresso della struttura, fino all'intervento del custode che allertò vigili del fuoco e carabinieri.
Lo stabilimento è gestito, in particolare, dal figlio di Pierluigi, Manuel, che è anche presidente del Melendugno calcio, squadra che milita in Terza categoria. Dopo quel rogo della primavera 2018, si disse convinto che il gesto fosse frutto «di qualche invidioso, di qualcuno che ce l'ha con me per qualche motivo. Escludo categoricamente chiarì - che possa trattarsi di mafia o altro di questo genere. Io paura non ne ho. Non ho paura di nessuno - aggiunse il giovane imprenditore - vivo a testa alta perché sono un lavoratore serio e onesto. Tutti mi vogliono bene. Tranne qualche invidioso, che ha pensato di farmelo capire in questo modo». Un gesto che, tuttavia, non è rimasto isolato e non era il primo, indirizzato ai Mazzotta. L'anno precedente, una molotov era stata lanciata sul piazzale della villa del sindaco di Carmiano, cui fu bruciata anche l'auto.
Sui nuovi attentati, i militari dell'Arma battono al momento tutte le piste possibili per risalire all'identità degli attentatori. E per capire perché qualcuno abbia voluto lanciare questo ennesimo messaggio alla famiglia Mazzotta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA