Centinaia di pacchi e lettere “rubati”: arrestata dipendente delle Poste. In manette anche il figlio

Centinaia di pacchi e lettere “rubati”: arrestata dipendente delle Poste. In manette anche il figlio
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Martedì 22 Ottobre 2019, 13:21
Spaccio, peculato e circolazione con veicolo privo di assicurazione: sono questi i reati contestati a Maria Antonietta Mammolo, dipendente di un centro di smistamento della posta con sede alla zona industriale di Tricase, in provincia di Lecce, arrestata dai carabinieri insieme al figlio, Simone Mammolo e a un terzo giovane, Mattia Cosi. 

Gli arresti, scattati in flagranza di reato dopo la perquisizione personale e domiciliare, sono frutto di una attività di indagine cominciata lo scorso settembre, quando i militari dell'Arma hanno trovato nell'appartamento della donna - successivamente sfrattata - sei sacchi neri contenenti centinaia di documenti e buste di varie dimensioni, pacchi e lettere con regolare etichettatura, mai recapitati ai legittimi destinatari, aperti e privi di contenuto. Mammolo, secondo gli investigatori, li aveva sottratti dal suo luogo di lavoro senza destare sospetto nei colleghi. 

I carabinieri, dunque, dopo la scoperta dei sacchi, hanno contattato i responsabili dell'azienda di servizi postali, che hanno sin da subito fornito grande collaborazione, consapevoli dei danni e dei disservizi che la dipendente infedele aveva creato a loro insaputa nel corso dei mesi. Dopo qualche settimana di indagine e pedinamenti, la donna è quindi stata fermata alla fine del suo turno di lavoro alla guida di una Fiat Multipla intestata a una società, priva di assicurazione. All'interno dell'auto, i carabinieri hanno rinvenduto anche alcune buste di corrispondenza aperte. La perquisizione si è quindi estesa anche alla casa della donna, dove i militari hanno pizzicato il figlio di lei, Simone, insieme a Cosi mentre erano intenti a confezionare alcune dosi di "erba", nonostante Mammolo avesse tentato di avvisare il giovane dell'arrivo dei militari.

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Le centinaia di lettere e buste rinvenute nell'appartamento saranno restituite a Poste Italiane spa, che ha sospeso immediatamente la dipendente gravemente indiziata di peculato. Le indagini proseguiranno sia per appurare provenienza e destinazione della droga rinvenuta, che per risalire - con la collaborazione di Poste - ai clienti vittime del comportamento illecito della dipendente. 
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